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Ci mancava soltanto che quell’energumeno della banalità che risponde al nome di Crosetto invocasse la mobilitazione di 10 mila riservisti in caso di “estrema necessità”. Naturalmente questa specie di golem di argilla appartenente all’era berlusconiana, non ha spiegato quali possano essere queste necessità, ma diecimila uomini quali che siano le emergenze militari servono a ben poco nel contesto che stiamo vivendo a meno che essi non siano destinati a fare da tiro al bersaglio al posto degli americani o meno che non si tratti dei diecimila immortali di Artaserse. Ma poi dove li va a trovare questi diecimila volontari tout court chiamati riservisti? Tutti sanno, se proprio non sono deficienti all’ultimo stadio, che qui non si tratta della solita missione in qualche conflitto estremamente asimmetrico dove i rischi sono relativi e si tirano su un bel po’ di soldi, qui è probabile che ci sia una guerra vera che diecimila uomini se li mangia in una settimana e per la quale non ci sono nemmeno armamenti decenti, a meno che la loro bontà non sia misurata sull’entità delle mazzette che corrono tra industria bellica e la politica ( si fa per dire, ovviamente). Chi si presenterà all’appello?
In realtà questa uscita di Crosetto è altrettanto insensata quanto lui, è solo un modo per mettere in allarme e per tentare di nascondere la realtà dei fatti, ovvero che la guerra alla Russia è stata un epocale fallimento per l’Europa e per quel ceto di potere che ha accettato di distruggere l’economia continentale per ubbidire agli Usa in una delle più . Facendo la faccia feroce, minacciando la guerra totale, abbaiando come americani tutti i leader di questo continente in via di scomparsa a parte quelli di Ungheria e Slovacchi, fanno proclami in merito a una guerra con la Russia che non possono fare senza essere immediatamente sconfitti. Ma intanto dicendo questo evitano di confessare che sono già stati battuti e che ora mancano le risorse per risalire la china. Al Cremlino di faranno delle matte risate vedendo questo manicomio.
Ammettere la sconfitta del regime di Kiev sia pure tra le righe, nascondendo la gravità della cosa con frasi fatte e illusioni di uno stalli, è qualcosa di estremamente doloroso per gli Usa, perché è una inguaribile ferita sulla loro pretesa di dirigere gli affari del mondo, per la loro eccezionalità, ma almeno le élite nordamericane ci hanno guadagnato qualcosa ovvero la distruzione dell’industria europea e la sostituzione della Russia come fornitore di energia, naturalmente a prezzo quadruplicato: se non altro gli scellerati che hanno voluto la guerra in Ucraina hanno fato dei bei soldi. Ma da noi la perdita è stata netta sotto ogni profilo e dunque il milieu politico europeo sa che confessando la sconfitta sarebbe praticamente finito con forti rischi persino per l’incolumità personale. Così si mandano a Kiev gli ultimi fondi di magazzino tentando di mantenere in piedi la commedia dell’Ucraina che potrebbe vincere o che comunque non è stata sconfitta. Una fuga dalla realtà oltremodo penosa e patetica, ma che viene vissuta con l’odiosa leggerezza di chi pensa di non rischiare davvero: in tutto il pianeta e forse sino alla galassia di Andromeda è palese che la Russia non vuole affatto combattere l’Europa. Salvo che le tecniche terroristiche che sono le ultime carte in mano all’occidente in caduta libera, non spingano Mosca a dare una dura lezione a questi insolenti lillipuziani che sprizzano tutto ,l’odio che possono produrre la debolezza e anche – alla fine – il disprezzi per se stessi. Quindi sappia Crosetto dove si deve mettere i suoi diecimila uomini, proprio dove è probabile che tra qualche tempo dovrà ospitare le conseguenze di politiche insensate.
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