martedì 30 gennaio 2024

Facciamo un sit-out

Finalmente una battaglia su cui concordiamo non al 100, ma al 110% con Elly Schlein: un sit-in per liberare la Rai dal governo e dai partiti e trasferirla immantinente a una fondazione indipendente. Praticamente un sit-out.

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)

Avendo collaborato nel lontano 2004 alla legge popolare che proprio questo proponeva, siamo tentati di partecipare all’iniziativa, anche per aiutare la segretaria a non dimenticare nessun lottizzato, a cominciare dai suoi. Elly c’entra solo con quelli dell’ultima infornata. Ma chi le sta accanto, non proprio di primo pelo, ha sistemato intere generazioni di raccomandati e potrebbe scordarsi qualcuno, o vergognarsi di aver comandato in Rai senza vincere un’elezione (l’apoteosi fu sotto Draghi, con l’ad-tanguero Carlo Fuortes, quando Palazzo Chigi calcolò la quota Pd in almeno il 60% degli 11.536 dipendenti). Ora l’evacuazione di massa, agevolata dalla fuga a Sanremo dei più alti papaveri, potrebbe avvenire così.

Elly Schlein si presenta sotto i palazzi di viale Mazzini, via Teulada, via Asiago e Saxa Rubra armata di megafono, chiama per nome i lottizzati di sua competenza e intima loro di uscire con le mani alzate. Per riaccompagnarli alle rispettive dimore, può tornare utile il torpedone della scampagnata eugubina. L’importante è che il mezzo sia capiente perché, fra direttori, condirettori, vicedirettori, presidenti e amministratori, i dem sono legione. Bravissimi, bravini o scarsi, non è questo il tema. Stando ai primi calcoli spannometrici, le prime vittime della Grande Ritirata pidina dovrebbero essere: la consigliera del Cda Francesca Bria; i direttori di Tg3 (Orfeo), Radio2 (Sala), Radio3 (Montanari), Palinsesti (Coletta) e San Marino Rtv (Vianello); due vicedirettori del Tg1, uno del Tg2, due della Tgr, uno del Gr1, due di Rainews24, uno di Rai Parlamento, tre degli Approfondimenti; i capi di Rai Cinema, Rai Fiction, Rai Cultura, Offerta Informativa, Rai Kids, RaiPlay e Digitale, Rai Way e Staff dell’Ad, Contratto di servizio; e uno stuolo di corrispondenti e conduttori di tg e talk, fra cui spicca per flop e conflitto d’interessi Nunzia De Girolamo in Boccia. Casomai avanzasse tempo, scorteremmo volentieri Elly Schlein in un sit-in a sorpresa, tipo rave party, in Largo Argentina per chiedere di annullare lo sdoppiamento dei direttori del Teatro di Roma concordato dal sindaco Gualtieri col ministro Sangiuliano per affiancare al destrorso De Fusco il pidino Cutaia, che doveva lasciare il Maggio Fiorentino al povero tanguero Fuortes rimasto a spasso, ma nelle ultime ore ha deciso di tenersi il certo e mollare l’incerto. Non sia mai che qualcuno sospetti il Pd di barattare la Resistenza al ritorno del fascismo con qualche culetto al calduccio in più

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