sabato 26 agosto 2023

“ DANIELA RANIERI. Ama i parenti”: Giorgia come l’imperatore Valentiniano.

La citazione scontata è quella dell’imperatore che nominò senatore il suo cavallo, ma non vorremmo rischiare una querela per lesa sorellità – del resto in decine di casi, nella storia della Repubblica, pure il bassotto di casa sarebbe stato più all’altezza di alcuni parenti e/o fedelissimi.


(DI DANIELA RANIERI – ilfattoquotidiano.it)

“Se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Si colpisce una persona che non ricopre incarichi pubblici colpevole solo di essere mia sorella”, avvisò Giorgia Meloni, prima che sua sorella Arianna annunciasse querela contro Natangelo, autore della vignetta in cui la moglie del ministro Lollobrigida, chiunque ella fosse, compariva a letto con un nero. Era chiaro a tutti i raziocinanti che il bersaglio della satira non era la sorella della Meloni, ma il di lei cognato e quindi ministro, propalatore della teoria suprematista della “sostituzione etnica”. E infatti il clan Meloni un po’ si offese davvero (la vignetta alludeva pur sempre a commerci carnali con un soggetto di sangue impuro), un po’ ci marciò, sostenendo che ritrarre “Arianna” era un atto canagliesco in quanto ella era estranea al potere. A quanto pare, invece, Arianna sarà capo della segreteria politica di FdI e gestirà le liste elettorali, cioè deciderà i futuri parlamentari. E non da oggi: “È l’ufficializzazione di un ruolo che Arianna svolgeva da tempo”, dice Donzelli.

Quando Valentiniano fu proclamato imperatore nel 364, si trovò nell’obbligo di nominare un “collega”, cioè un co-imperatore. Un soldato lo provocò: “Se ami i parenti, eccellentissimo imperatore, hai un fratello; se ami lo Stato, scegli un altro uomo da vestire di porpora”.

Valentiniano, come Giorgia Meloni, amava i parenti, e nominò suo fratello.

Renzi, per fare un paragone più offensivo, nominò ministri della Repubblica i suoi amichetti della provincia, con la “p” minuscola e maiuscola: l’avvocata di Arezzo, il compagno di calcetto, il figlio del socio del padre, etc., tutti incredibilmente più mediocri di lui.

Nel caso di Giorgia, a motivo del suo familismo non crediamo ci sia tanto la sete amorale di potere, quanto la presenza di una classe dirigente talmente scadente che per gli incarichi più delicati le tocca chiamare i parenti stretti, come quando dopo una festa sono tutti talmente ubriachi che bisogna far guidare la nonna, e dopo il cognato c’era giusto la moglie del cognato, incidentalmente sua sorella. Almeno da domani si potrà fare satira su di lei. O no?

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