lunedì 25 luglio 2022

“Vivo il 26 luglio con gioia e orgoglio. La Rivoluzione Cubana è viva e vittoriosa”.

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In occasione del 26 luglio, che anche in Italia verrà celebrato dai movimenti di solidarietà con la Rivoluzione Cubana, abbiamo intervistato l’ambasciatrice cubana in Italia, Mirta Aurora Granda Averhoff.

Ingegnere nucleare di formazione, Mirta ha una lunga esperienza politica negli organismi multilaterali. È stata, tra l’altro, Direttrice degli Affari Politici Multilaterali (MINREX), vice coordinatrice Nazionale di Cuba presso la Conferenza Iberoamericana e il meccanismo ALC-UE (America latina, Caraibi e Unione europea), vice coordinatrice Nazionale di Cuba presso la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), Coordinatrice Nazionale di Cuba presso la Conferenza Iberoamericana. Ha fatto anche parte di numerose delegazioni ufficiali di primo livello durante visite bilaterali, riunioni e eventi internazionali, compresi Vertici di Capi di Stato e di Governo. La ringraziamo per la disponibilità.

 

Come vede l’ambasciatrice cubana in Italia il conflitto in Ucraina?

Le relazioni internazionali stanno attraversando un pericoloso momento. Il nostro popolo ha seguito con attenzione l’attuale conflitto militare in Europa, la deplorevole perdita di vite umane, nonché i danni materiali e le minacce che ha causato alla pace e alla sicurezza regionale e internazionale.

L’offensiva statunitense volta a soggiogare Stati o gruppi di Stati con l’allargamento della NATO, porta inevitabilmente a un clima di tensione e conflitto le cui conseguenze sono imprevedibili.

Questa situazione si sarebbe potuta evitare se le fondate richieste della Federazione Russa di veder garantita la propria sicurezza fossero state affrontate a tempo, con serietà e rispetto.

Cuba continuerà a sostenere una soluzione diplomatica, costruttiva, seria e realistica all’attuale crisi in Europa, che garantisca la sicurezza e la sovranità di tutti, così come la pace, la stabilità e la sicurezza regionali e internazionali.

Cuba difende con fermezza e coerenza il Diritto Internazionale, la Carta delle Nazioni Unite e la Proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, firmata dai Capi di Stato e di Governo della regione, all’Avana, nel 2014. Noi ci opponiamo senza ambiguità all’uso della forza contro qualsiasi Stato, alla manipolazione politica e ai doppi standard.

Essendo un piccolo paese assediato da più di 60 anni, sotto costante minaccia, Cuba ha subìto il terrorismo di Stato, l’aggressione militare, la guerra batteriologica e un blocco brutale.

Il governo cubano è assolutamente chiaro sull’importanza dei principi e delle norme internazionali che servono da protezione contro l’unilateralismo, l’imperialismo e l’egemonismo.

Respingiamo fermamente l’uso illegale di sanzioni economiche, commerciali e finanziarie come strumento di pressione, così come la sospensione della Federazione Russa dalle organizzazioni multilaterali.

Respingiamo fermamente le azioni che aggravano in modo significativo la situazione attuale e non contribuiscono affatto al raggiungimento di una soluzione diplomatica efficace, giusta e pacifica all’attuale crisi.

A che punto è Cuba a un anno dai tentativi di destabilizzazione?

Cuba si trova in una situazione di totale tranquillità e normalità, lavorando con entusiasmo per superare la difficile situazione economica che il COVID-19 ha portato nel mondo, che nel nostro caso è esacerbata dall’intensificarsi del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America più di sei decenni fa.

Alcuni giorni prima di lasciare la Casa Bianca e senza alcun fondamento, Donald Trump ha incluso Cuba nell’elenco del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti riguardante i paesi che sponsorizzano il terrorismo. Non c’è nessun politico o funzionario del governo nordamericano che possa sostenere onestamente quell’accusa. Nessuno è stato in grado di presentare prove credibili a sostegno di una tale calunnia. Le conseguenze di una simile designazione sono notevolmente dannose e rendono estremamente difficili le transazioni finanziarie e commerciali internazionali. Questo ostacola l’accesso alle istituzioni finanziarie e le possibilità di pagamenti e crediti. Impone uno stigma ai nostri organismi e istituzioni, che trovano estremamente difficile interagire, anche con enti stranieri con i quali da anni intrattengono rapporti produttivi.

Già dal 2019 le misure di rafforzamento e massima pressione applicate dal governo Trump avevano portato la guerra economica a una dimensione qualitativamente più aggressiva, con il conseguente impatto sulla vita di tutti i cubani e contro gli sforzi per promuovere lo sviluppo della nazione. Questa aggressività è ulteriormente rafforzata dai programmi di sovversione, che non smettono di cercare di destabilizzare politicamente il Paese.

Il governo degli Stati Uniti spende ogni anno decine di milioni di dollari dal bilancio federale pagato dai contribuenti per questo scopo.

Supportati da una sofisticata infrastruttura tecnologica dedicata a campagne di disinformazione, calunnia, discredito e killeraggio informativo, impongono a Cuba le formule della Guerra Non Convenzionale già sperimentate ed applicate, con gravi costi umani e materiali, in altre parti del mondo.

Il governo degli Stati Uniti ha tentato senza successo di forzare una rivolta popolare a Cuba durante questo mese, come ha fatto l’anno scorso, senza raggiungere il suo obiettivo. Ha avviato apertamente un’ampia campagna di propaganda, ancorata a potenti piattaforme digitali, con la partecipazione attiva di alti funzionari. Per raggiungere questo obiettivo si è affidato alla sua politica di massima pressione economica, volta a deprimere il tenore di vita della nostra popolazione, generando problemi nell’assicurazione dei servizi essenziali come l’elettricità e colpendo il livello dei consumi e l’accesso ai beni di prima necessità, tra gli altri.

Il Paese sta vivendo un processo legislativo senza precedenti. Il 10 aprile 2019, quando è stata approvata la Costituzione della Repubblica di Cuba, sono state consolidate le basi del nostro Stato socialista di diritto e giustizia sociale. Pochi giorni fa il Parlamento ha approvato il Codice della Famiglia, norma imprescindibile per la società cubana, e a settembre si terrà un referendum per il pronunciamento del popolo, che è sovrano.

Il Codice della Famiglia è, senza dubbio, una delle norme giuridiche con il maggior significato sociale e politico nella storia giuridica del Paese, perché non solo sviluppa i diritti costituzionali in materia di famiglia e altre questioni connesse, ma soddisfa anche gli impegni internazionali assunti da Cuba attraverso la ratifica di trattati sui diritti umani come la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, nel 1979; la Convenzione sui diritti dell’infanzia, nel 1989; e la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, del 2006, i cui valori e principi sono contenuti nel Codice.

La società cubana ha contribuito con le opinioni più diverse a una legge che ha focalizzato la sua attenzione, perché il suo punto di vista non è altro che quello delle famiglie. Abbiamo vinto tutti, abbiamo un Codice che rappresenta una scommessa del presente per saldare i debiti del passato ed educare le generazioni del futuro.

E qual è la situazione economica?

Sul piano economico, per questo 2022, si calcola una proiezione di crescita economica del 4%; tuttavia, i livelli di attività sono ancora inferiori a quelli raggiunti negli anni precedenti la pandemia. Finora nessuna ripresa significativa si è vista nelle nostre principali produzioni, né nel turismo. Con i bassi livelli di valuta estera di cui abbiamo potuto disporre, si sta compiendo uno sforzo permanente per garantire un livello di prodotti e servizi di base per la popolazione e per dare priorità alle persone e alle comunità in situazioni di vulnerabilità.

In queste condizioni, è proliferato un mercato di cambio non ufficiale di valuta estera e l’inflazione continua a influenzare il potere d’acquisto del reddito da lavoro.

Le misure annunciate in ambito economico in Parlamento sono volte a rilanciare il mercato interno, dalla captazione di valuta estera, all’aumento dei proventi delle esportazioni e alla riattivazione della produzione nazionale.

Sono stati fatti anche passi molto positivi. Ad esempio la vaccinazione contro il Covid-19, utilizzando i vaccini cubani, che ha raggiunto oltre il 90% della popolazione adulta vaccinata e oltre il 98% della popolazione infantile, compresi tutti i bambini di età superiore ai 2 anni. Sono stati sviluppati specifici programmi di trasformazione, sviluppo locale e scambio con i quartieri, soprattutto nelle località più arretrate. Molto lavoro è stato fatto per avanzare nell’attuazione del Piano di sviluppo fino al 2030.

È vero che Biden sta allentando le “sanzioni”?

Il blocco persiste nella sua interezza. Biden non ha mantenuto in relazione a Cuba quanto promesso nella sua campagna presidenziale. Ha abrogato solo 8 delle 243 misure contro il popolo cubano adottate dall’amministrazione Trump, tra cui: la liberalizzazione delle rimesse, l’autorizzazione ai voli diretti e la riapertura del consolato all’Avana. Sebbene siano un passo nella giusta direzione per la normalizzazione delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti, molto resta da fare. Il blocco persiste, con tutto il suo quadro giuridico, così come l’ingiusta e fraudolenta inclusione di Cuba nell’elenco unilaterale dei presunti Stati patrocinatori del terrorismo, stilato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Durante il periodo del presidente Obama, Cuba ha dimostrato di essere pronta ad avanzare nella normalizzazione delle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti, basata sul rispetto delle nostre differenze.

Cuba, Venezuela e Nicaragua sono “l’asse del male” per l’imperialismo, mentre continuano ad essere un faro per la Patria Grande e per il mondo. Come lo percepiscono i giovani cubani?

I giovani cubani di oggi sono attori indiscussi nel processo di costruzione della Cuba socialista, come i giovani della generazione del Centenario – dalla nascita di Martí –, che insieme a Fidel hanno inscenato gli assalti del 26 luglio e hanno ottenuto il trionfo della Rivoluzione. Sono stati i giovani a guidare la lotta contro il Covid-19. Anche gli atleti che hanno riempito d’orgoglio Cuba alle ultime Olimpiadi di Tokyo e l’hanno piazzata al 14° posto nel medagliere, erano per lo più giovani. Il Parlamento cubano conta 80 deputati tra i 18 ei 35 anni, cioè giovani; quella cifra rappresenta il 13% di tutti i deputati. L’Unione dei Giovani Comunisti di Cuba conta più di 600mila membri. In breve, i giovani cubani sanno cosa significa l’esempio della nostra storia per le forze progressiste del mondo e lavorano per perpetuare quell’opera di amore infinito che è la Rivoluzione Cubana. Lavorano per un futuro migliore, per vivere senza blocchi, per sviluppare il Paese e per un socialismo più prospero e sostenibile. I giovani sostengono la Rivoluzione e la Rivoluzione Cubana non esisterebbe senza i giovani, non ci sarebbe futuro.

Come vive una giovane donna come te il 26 luglio?

Vivo il 26 luglio con gioia e orgoglio. In quella data celebriamo la Giornata Nazionale della Ribellione, l’azione che ha dato inizio all’ultima tappa delle nostre lotte per la vera indipendenza e che è culminata nel trionfo della Rivoluzione Cubana. Questo 26 luglio ricorre il 69° anniversario degli assalti alla caserma Moncada, a Santiago de Cuba, e a Carlos Manuel de Céspedes, a Bayamo. Abbiamo molte ragioni per festeggiare: il nostro successo nella gestione della pandemia; lo sviluppo dei nostri vaccini contro il Covid-19; la riapertura al turismo e il lancio della campagna Cuba Única; il progresso e le riforme socioeconomiche e legali, tra gli altri. Allo stesso modo, celebriamo che la Rivoluzione Cubana è viva e vittoriosa; che il pensiero di José Martí e Fidel Castro è valido nella Cuba di oggi.

Anche dall’Italia si festeggia. Residenti cubani, amici di Cuba, forze politiche di sinistra, associazioni di solidarietà e molti altri hanno organizzato un’ampia giornata di attività in saluto al 26 luglio. Il 26 stesso è prevista una concentrazione che culminerà con la sua sfilata davanti all’Ambasciata cubana a Roma, sarà un atto emozionante, dove sarà riaffermato ancora una volta dall’Italia l’accompagnamento incondizionato alla Rivoluzione Cubana.

Cuba ha commosso il mondo durante la pandemia. Qual è oggi la situazione delle brigate mediche e cosa ha ricevuto in cambio Cuba?

Nella battaglia contro la pandemia di Covid-19, 57 brigate mediche cubane hanno prestato aiuto in 40 paesi. È interessante notare che la cooperazione medica cubana precede la pandemia di Covid-19. In generale, più di 400mila collaboratori sanitari cubani hanno prestato servizi in 164 nazioni. Medici cubani, solo per citare alcuni esempi, sono stati presenti nelle inondazioni in Guatemala, nei terremoti in Pakistan e Haiti, nella lotta all’ebola in Africa e al colera ad Haiti. Nel 2021 si stima che, nei sei decenni di collaborazione medica cubana all’estero, i medici cubani abbiano curato 1.988 milioni di persone nel mondo, quasi un terzo dell’umanità. Cosa abbiamo ricevuto? La solidarietà, il riconoscimento, l’amicizia e la gratitudine dei popoli e delle persone salvate, e questa è la cosa più importante. Ad esempio, nel 2021 il popolo cubano ha ricevuto 135 donazioni solidali (di varia entità) inviate da amici e connazionali da 40 paesi.

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