“Ho deciso: fondo il partito che non c’è e mi alleo con Conte”, dice il conduttore televisivo in un’intervista a Repubblica.
(affaritaliani.it) – Michele Santoro.
"Se io fossi in Letta, non darei per scontata la rottura con Conte e chiederei un mano a chi, come me, rappresenta il dissenso sulla guerra”, dice Santoro che ritiene il Pd “non più di sinistra”.
“Il Pd è scoperto a sinistra. Di Calenda ne ha già tanti al suo interno. Se Letta insiste nell’ammucchiata di centrodestra dentro la sinistra, resta lo spazio per un campo alternativo. Se in questo campo ci fosse spazio per una lista per la pace, perché no?“, dice Santoro.
E chi ci sarebbe nel partito?, chiede Republica “Si partirebbe da chi ha partecipato alla serata Pace proibita al teatro Ghione. Spero che Sinistra italiana voglia sedersi al tavolo, ma come non ho visto Letta telefonare a Conte nemmeno ho visto Conte telefonare a Fratoianni e neanche Fratoianni aprire un confronto. Se non ci saremo al voto, non sarà per colpa nostra”.
Sulla televisione, lui che non conduce più programmi, dice: “La Rai andrebbe liberata e restituita ai cittadini, alla mia età non ci penso proprio a infilarmi in quella situazione. Certo è che in passato c’erano telegiornali non allineati, come il Tg3, non a caso soprannominato TeleKabul”.
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