sabato 30 luglio 2022

Bombardato il penitenziario di Yelenovka nel Donbass, ove erano rinchiusi i prigionieri di guerra ucraini

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Yelenovka. Il centro di detenzione preventiva

La mattina del 29 luglio, il Ministero della Difesa russo ha comunicato: “Stanotte militanti ucraini hanno sparato missili HIMARS nel centro di detenzione preventiva vicino a Yelenovka nel Donbass, dove sono tenuti prigionieri di guerra militari ucraini, compresi militari della formazione Azov”.

Il capo del “DPR” Denis Pushilin ha affermato che 47 prigionieri ucraini sono morti a causa dell’attacco della colonia di Yelenovka, mentre 75 sono feriti. RIA Novosti scrive di circa 53 morti. Mentre ci sarebbero 8 dipendenti della colonia, cittadini del DPR (guardie e controllori), feriti. E in onda su “Russia 1” hanno mostrato un video del centro di detenzione dopo i bombardamenti. Sono reperibili in rete anche alcuni video dei superstiti in ospedale.

Il governo ucraino ha accusato la Russia di aver inscenato una false flag nella colonia di Yelenovka per uccidere i prigionieri.

Mikhail Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio presidenziale, ha affermato che le truppe russe hanno sparato sulla colonia penale per “nascondere le prove dell’entità dei crimini di guerra e delle torture russe”. Ha così confermato la tesi precedentemente espressa nello Stato maggiore delle Forze armate ucraine. Inoltre ha aggiunto che in questo modo la Russia sta cercando di mutare l’approvazione della popolazione di diversi paesi reindirizzandola contro l’esercito ucraino. Nello stesso tempo, ha sottolineato che questa situazione sarebbe stata oggetto di un’indagine approfondita dalle forze di sicurezza ucraine.

Le leadership ucraina sostiene che con questo massacro la Russia ha cercato di risolvere diversi problemi contemporaneamente:

— nascondere le prove di torture e omicidi nella colonia,
— dirigere la rabbia dei parenti e dei simpatizzanti di Azov contro le autorità ucraine (“bastardi, portate il nostro ragazzi fuori!!! Vengono uccisi lì!!!”) ,
— eliminare fisicamente alcuni dei prigionieri,
— screditare l’intera Ucraina come società che spara ai propri militari prigionieri,
— screditare gli Himars e quindi chiedere di metterli sotto controllo (durante o in corso di indagine),
— deviarli dal video della tortura da parte dell’esercito russo, che ha iniziato a diffondersi ampiamente.

Indubbiamente, la versione dell’Ucraina aggiungerà determinazione alla leadership americana a riconoscere la Russia come uno stato sponsor del terrorismo che in nome della civiltà, deve essere schiacciato a zero, spietatamente e fino alla fine…

Da parte russa viene raccontata tutt’altra storia

Il blogger della milizia e militare Maxim Fomin (“Vladlen Tatarsky”), ha fatto questa dichiarazione:

“Durante le ostilità attive, le colonie penali nella DPR sono state ripetutamente bombardate. È chiaro che non li hanno colpiti apposta, è stato solo che i campi sono rimasti vittime di colpi imprecisi. Tuttavia, per quanto abbiamo potuto verificare, gli Himars sono un’arma molto precisa, il che significa che il missile è volato dove voleva l’operatore”.

Anche il motivo per cui Kiev potrebbe aver bisogno di questo è, in generale, un segreto di Pulcinella.

Ad esempio, il comandante militare della Komsomolskaya Pravda Alexander Kots richiama l’attenzione sui retroscena che hanno accompagnato il bombardamento della colonia di Yelenovka: numerose interviste di membri dell’ “Azov” catturati – negli ultimi giorni – sono apparse nei media russi. I militari hanno parlato molto dei loro crimini contro i civili, delle esecuzioni extragiudiziali, della tortura e del fatto che la massima leadership dell’Ucraina era coinvolta nel terrorismo contro i civili.

“Naturalmente, il colpo di Hymars sui suoi ex combattenti è stato un tentativo di chiudere la bocca per sempre e intimidire coloro che sono sopravvissuti”, è sicuro Kotz.

In fondo, il comandante dell’Azov aveva detto di essere stati traditi da Kiev…

Inutile dire che sparare su quella che Kiev dice di considerare una propria città, è solo segnare un nuovo traguardo di inciviltà (e questo avviene quotidianamente), mentre la UE non solo tace di fronte a fatti eclatanti come questo, ma si dimostra sempre perfettamente in linea.

Contemporaneamente sono apparsi video di torture con mutilazioni genitali inflitte da un militare russo a un militare ucraino catturato.

In entrambi i casi, non sarebbe la prima volta che i sacrifici in guerra vengono fatti per una cosiddetta “buona causa”. Il pubblico interno deve essere tenuto in buona forma, altrimenti comincerà a distrarsi: di tanto in tanto devi gettare nuovi carboni nel fuoco dell’odio in modo che non si spenga.

Chi sta girando la spirale della guerra?

A distruggere il penitenziario, sono stati gli ucraini o i russi? Gli ucraini non ne sono capaci? Perché in questo caso, non è più chiaro chi sia l’aggressore? Siamo sicuri che le Katyn le fanno solo i russi? Beh ci sono molte evidenze che Bucha sia stata una false flag messa su da MI6 e Ucraina. La stessa cosa – ma in maniera più evidente – è stata ripetuta per l’incidente nella stazione di Kramatorsk.

Resta inteso che una indagine seria ed indipendente andrebbe fatta, ma vedremo: a Bucha non è stata fatta (la Gran Bretagna ha rifiutato), e per Kramatorsk non è stato sollevato nemmeno il dubbio della matrice ucraina, nonostante il numero di serie del missile fosse ucraino. E ricordiamo molto bene che Kiev in diverse occasioni, ha accusato la Russia anche per un bombardamento in territorio russo (su Belgorod), che per la leadership ucraina sarebbe messinscena.

In definitiva, su tutto incombe una domanda fondamentale inevasa: la guerra più va avanti e più si incancrenisce, ma chi sta girando la spirale della guerra? La risposta è abbastanza evidente. La UE non dovrebbe stare da una parte a pretendere di costruire la pace aumentando armi e coinvolgimento, ma mettersi in mezzo alle parti in guerra e far negoziare, offrendo garanzie. Non ci vuole molto a capirlo…

VPNews

Patrizio Ricci

 

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