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di Eliseo Bertolasi
Il 27 luglio a Donetsk si è tenuta per la prima volta la “Giornata del ricordo dei bambini vittime della guerra in Donbass”. Questa data verrà commemorata ogni anno.
La data non è occasionale, ricorda quando il 27 luglio del 2014 un improvviso bombardamento sulla città di Gorlovka dilaniò i corpi di una giovane mamma Cristina che teneva tra le braccia la figlioletta Kira mentre passeggiavano al parco.
Le foto che allora circolarono (ancora visibili sul web), mostrano i due corpi scomposti nell’erba, anneriti e dilaniati da questa morte atroce. Iniziarono subito ad attribuire a Cristina la definizione di “Madonna di Gorlovka”: una “Pietà”, per il materno istinto nel difendere dalla morte la propria creatura con le braccia. Gli autori di questo mostruoso crimine rimangono impuniti.
Nella giornata, davanti al monumento “Alleya Angelov”, il “Viale
degli Angeli” situato nel parco centrale di Donetsk, sono stati posti
giocattoli e fiori. Il monumento che consiste in una lastra di marmo
dove sono incisi i nomi di tutte le piccole vittime è sempre circondato
da fiori, peluche e piccoli giocattoli.
Nella tarda mattinata il
Ministro degli Esteri della Repubblica Popolare di Donetsk Natalia
Nikonorova, ha diretto una conferenza dedicata al ricordo di questi
bambini, i relatori, numerosi, erano in presenza, ma anche in modalità
on-line. I boati delle esplosioni che si udivano, seppur all’interno
dell’edificio, non hanno intimidito i presenti e sono diventati il
“sottofono” acustico di questo evento.
In serata nel parco centrale di Donetsk con un raggio laser proiettato su un palazzo adiacente è stata raffigurata la tragedia di questi bambini, sono stati mostrati tutti i loro nomi.. Veramente un momento toccante: ogni nome - una giovane vittima innocente stroncata.
Nel corso della giornata, a Gorlovka, era poi prevista
l’installazione di un monumento metallico dedicato alla “Madonna di
Gorlovka”. La scultura, opera di Viktor Mikhalev, un fabbro di Donetsk, è
stata realizzata usando come materiale i frammenti metallici delle
bombe, dei missili che cadono sulla città.
Purtroppo i combattimenti
in corso nei pressi di Gorlovka hanno reso impossibile, per ragioni di
sicurezza, l’installazione e l’inaugurazione del monumento.
Dal 2014, sotto le bombe ucraine hanno perso la vita 130 bambini e 512 sono rimasti feriti. Crimini impuniti che chiedono giustizia davanti agli uomini e davanti a Dio. Forse gli autori di questi crimini saranno processati, o forse no! In ogni caso, non potranno sottrarsi al giudizio di Dio.
L’Occidente continua a non sentire, a non vedere e non ha il coraggio di parlare e denunciare questi crimini.
Questa,
senza dubbio, è una grande vergogna, ma la vergogna ancor più grande
sta nel fatto che l’Occidente continua a rifornire di armi il regime di
Kiev, armi con le quali l’esercito ucraino colpisce il territorio del
Donbass e commette questi crimini.
Ogni giorno sulla città di Donetsk in maniera assolutamente
indiscriminata cadono le bombe, nessuno sa prevedere né dove, né
quando.. Ma, nonostante queste condizioni di terrore e di pericolo
costante la vita scorre e assume una sorta di “normalità”.
Non si
contano i boati che si sentono più o meno distanti.. Nei giardinetti tra
i palazzi i bambini si ritrovano e giocano normalmente e nemmeno pare
ci facciano più caso.. Egor cinque anni (mentre ero ospite della sua
famiglia) ogni volta che sente il boato di un’esplosione sorride e dice,
“dalekò” (“è lontano”) come per tranquillizzare tutti i presenti.
Questa è la normalità di Donetsk!
Ma qual è il senso di questi bombardamenti indiscriminati? Di fatto vengono solo colpite persone e infrastrutture civili!
Di
cosa possono essere colpevoli i bambini del Donbass agli occhi di Kiev?
Un bambino non rappresenta mai una minaccia e nemmeno un obbiettivo
militare!
Perché a questi bambini viene negato il diritto ad un’infanzia
normale, il diritto alla felicità, il diritto ad avere un futuro,
semplicemente il diritto di vivere?
L’Occidente sempre pronto a
denunciare la violazione di qualsiasi diritto per tutti, semplicemente,
davanti a questi crimini si gira dall’altra parte.
Il silenzio
dell’Occidente diventa complice e uccide una volta di più questi
bambini: la prima dalle bombe ucraine, la seconda dai media mainstream
che non parlandone, ne insabbiano la morte, quindi la memoria.
Siamo davanti alla perdita dei più basilari principi morali. C’è realmente da chiedersi quali elementi di degrado e di perversione abbiano mai potuto portare così in basso l’Occidente che, al contrario, ama pomposamente definirsi la culla dei diritti, della democrazia, della libertà!
Nonostante tutto Donetsk è sempre in piedi e va avanti. In questi otto anni di guerra la popolazione del Donbass si è temprata a ogni sofferenza, a ogni sacrificio ed è determinata a raggiungere il proprio obiettivo: vivere in pace, costruire la propria vita e il proprio futuro sulla propria terra.
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