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Controlacrisi.org sta per salutare i suoi
lettori ed estimatori, lo farà togliendosi qualche sassolino dalla
scarpa, sassolini che vorremmo tirare , e la nostra mira è ancora buona,
a quanti continuano a discettare su unità dei comunisti e
controinformazione. Sia ben chiaro che non saremo noi a recriminare sul
passato ma davanti a decine di esperienze che chiudono i battenti per
assenza di fondi qualche domanda dovrebbe sorgere spontanea. E le
domande andrebbero poste ai coccodrilli che elencano le esperienze
chiuse portando nell'oblio collaboratori e percorsi militanti.
Dedichiamo
quest'ultimo domenicale ai nostri lettori certi di ritrovarci su
qualche barricata visto che la crisi sistemica produrrà lacerazioni e
contraddizioni innumerevoli come dimostrano le lotte a Genova, a Taranto
e nella logistica.
La crisi economica non è passeggera, è stata aggravata dalla sindemia da covid-19, sta provocando milioni di nuovi poveri e forme di sorveglianza e sfruttamento sempre piu' feroci per quanto ne dicano i detrattatori della lotta di classe.
Il Governo Draghi punta tutto sul Recovery per la ripresa economica e la crescita del PIL , pensa a tale scopo sia sufficiente una nuova rete di infrastrutture, cantieri aperti con il subappalto e gli affidamenti diretti, opere molte delle quali di ben poca utilità e magari con elevato patto ambientale, e non solo, sui nostri territori .
L'Italia, ha accompagnato il Recovery Plan non solo con lo sblocco dei cantieri come prevedeva la vecchia Legge Obiettivo Berlusconiana ma ripristinando il subappalto e i licenziamenti collettivi, stannogià rinnovando gli appalti al ribasso con perdite salariali ed occupazionali, invocano la semplificazione nell'interesse esclusivo delle imprese. Molte delle opere previste sono state avversate per anni da movimenti e ambientalisti, eppure il Governo si trincera dietro la cosiddetta "transizione ecologica"
La società della Cura meglio di noi ha contestato puntualmente i provvedimenti futuri denunciando la spesa di 110 miliardi di Euro per Alta velocità e grandi opere invece di puntare sull'ammodernamento dela rete infrastrutturale e sulla manutenzione del territorio per il quale spenderemo cifre irrisorie.
A farne le spese saranno le strade che percorriamo ogni giorno cosi' malmesse da rappresentare un pericolo per chi le percorre, la rete ferroviaria, la mobilità cittadina o suburbana per collegare le periferie o le aree piu' remote alla città
Nell'Italia dal grande patrimonio artistico e archeologico ci saremmo aspettati ben altri intereventi.
Poi si dimentica che buona parte dei fondi del Next Generation UE saranno debiti a pesare sulle future generazioni senza dimenticare le condizioni imposte dalla Ue sotto forma di riforme.Il Governo è stato per mesi acriticamente difeso dai sindacati rappresentativi che oggi scendono in piazza contro il ripristino dei licenziamenti collettivi pensando che la concertazione sia la salvezza per le classi lavoratrici.
In questi giorni scopriamo come l'approvazione del PNRR sia anche una prova tecnica di nuovo totalitarismo tanto che non c'è stato alcun dibattito in Parlamento e men che mai nel paese sulle priorità da assumere per l'uscita dalla crisi. Il PNRR è stato invece discusso con i poteri forti che ne hanno dettato le linee guida, dalle banche a Confindustria.
Siamo in presenza di una deriva autoritaria come dimostra il sistematico utilizzo di mazzieri e guardie private ai cancelli dei magazzini, gli arresti e le denunce agli attivisti sociali e ambientalisti, la militarizzazione dei territori e delle città in nome della lotta al degrado urbano.
Da qui nasce la criminalizzazione degli oppositori sociali, sindacali e politici allo stato delle cose presenti, una militarizzazione strisciante che si manifesta contro gli operai in lotta e i movimenti attivi contro le grandi opere o per il diritto all'abitare visto che anche la deroga al blocco degli sfrattti, a lungo promessa, sta per giungere a termine.
Per massimizzare i profitti stanno stravolgendo il Codice degli Appalti portando il subappalto al 50%, il lavoro diventa sempre piu' precario, malpagato, senza diritti
Per favorire il nuovo sacco barbarico nasce anche la Soprintendenza Unica Nazionale per aggirare veti alla distruzione del paesaggio e del patrimonio culturale, vincono le logiche speculative sulla cura della persona e sulle produzioni sostenibili.
Solo a parole si punta sulle energie rinnovabili puntando tutto sul capitalismo della sorveglianza e sulle tecnologie che ricordiamo non sono mai neutre perchè vengono ideate e realizzate solo se producono utili alle grandi multinazionali del settore
Ci sembra evidente che la stretta repressiva e la involuzione democratica siano elementi indispensabili per affermare la priorità delle grandi opere e dell'aumento del Pil, i costi sociali saranno elevatissimi.
Tra qualche mese invitiamo a rileggere il nostro ultimo domenicale, vorremmo evitare di essere stati profeti in patria ma crediamo che i fatti ci daranno ragione.
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