giovedì 10 giugno 2021

LO STOP DEL CTS AD ASTRAZENECA E J&J PER I GIOVANI, MA NEL FRATTEMPO IN MIGLIAIA LO HANNO RICEVUTO

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LO STOP DEL CTS AD ASTRAZENECA E J&J PER I GIOVANI, MA NEL FRATTEMPO IN MIGLIAIA LO HANNO RICEVUTO

Da alcune settimane non si fa che parlare degli open day destinati alla vaccinazione dei giovani. Giornate organizzate in tutta Italia per incentivare le persone under 35 alla somministrazione del farmaco anti covid.

L’iniziativa era stata accolta con entusiasmo dalla comunità scientifica, dai media e da parte della politica.

Il passo indietro del CTS

Adesso però sembra che tutti stiano facendo un passo indietro. Il Comitato Tecnico Scientifico si è espresso sulla reale necessità di somministrare alcuni vaccini, in particolare Astrazeneca e Johnson & Johnson, ai giovani under 35, sconsigliandone la somministrazione.

“C’è un’attenzione che definirei suprema su eventuali effetti collaterali”, ha dichiarato il coordinatore del CTS Franco Locatelli. C’è però un grande punto interrogativo di fronte a tutta questa ritrovata prudenza: gli open day che prevedevano la somministrazione di Astrazeneca e Johnson & Johnson ai giovani stanno infatti andando avanti a spron battuto da più di dieci giorni.

La situazione per diverse persone è ormai compromessa

E quindi chi si è sottoposto a questo tipo di vaccinazione, con il placet delle autorità mediche, cosa deve fare ora di fronte a questa improvvisa marcia indietro? L’unica soluzione sembra essere quella di incrociare le dita e sperare che tutto vada bene, anche perché la tanto evocata fiducia nella scienza, dopo un simile comportamento ambivalente, non può che essere messa da parte.

Per alcune persone però la situazione sembra essere purtroppo già compromessa. È il caso della diciottenne di Genova che, proprio durante un open day organizzato lo scorso 25 maggio, aveva ricevuto una dose di Astrazeneca, e risulta essere recentemente deceduta dopo il ricovero al Policlinico San Martino. “Questo caso non deve creare psicosi”, tiene a rassicurare l’infettivologo Matteo Bassetti, che aveva salutato con entusiasmo l’organizzazione degli open day dedicati alla vaccinazione.

Sempre al San Martino di Genova è stata ricoverata un’altra donna di 34 anni, sempre con sintomi trombotici, sempre vaccinata Astrazeneca durante un open day. Casi analoghi si sono registrati poi anche in Toscana e Calabria.

Chi pagherà per aver fatto correre un rischio inutile ai giovani?

E anche i numeri legati agli eventi avversi da vaccino sulle fasce di popolazione più giovane sembrano condannare l’entusiasmo legato all’organizzazione degli open day.

E i dubbi sulla vaccinazione per i più giovani sono arrivati anche in Parlamento, dove con un ordine del giorno era stata proposta l’istituzione di un tavolo che valutasse i dati sui rischi e i benefici di queste nuove somministrazioni. Proposta però bocciata dalla maggioranza dei parlamentari.

Gli Open day sembrano comunque voler proseguire, nonostante la possibile marcia indietro delle autorità sanitarie. In Sicilia i giovani dai 18 anni in su potranno continuare a vaccinarsi con Astrazeneca e Johnson e Johnson fino al 13 giugno.

Stessa cosa nella Regione Lazio, dove si prevede un open week Astrazeneca per gli over 18, ma anche un Open Day Pfizer per la fascia di età ancora più bassa, quella tra i 12 e i 16 anni. Centinaia di migliaia di giovani stanno quindi venendo trascinati in maniera incosciente in una strada che sembra essere senza basi scientifiche e tutti loro dovrebbero avere almeno il diritto a ricorrere a vie legali anche solo per il rischio a cui sono stati sottoposti, ma questa strada non sembra essere però così agevole.

 

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