venerdì 5 febbraio 2021

Vergogna sanità Italia, causa Covid duemila diagnosi in meno per il tumore al seno. L'allarme di Consulcesi

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 Duemila nuove diagnosi di tumore a seno in meno dall'inizio del 2020. È una delle conseguenze dell'emergenza sanitaria da Covid-19 che "riporta l'Italia indietro di 40 anni riguardo la diagnosi precoce sui tumori, in particolare quello al seno, che aveva raggiunto alte percentuali di guarigione grazie alla diagnosi tempestiva".

Nel 1980 si effettuavano il 70% di screening di tumore al seno in meno e la mortalità femminile era più alta del 30%. L'allarme, riferisce Consulcesi, network di assistenza legale in campo sanitario, è di Giuseppe Petrella, oncologo e già professore ordinario di Chirurgia Generale presso l'Università Tor Vergata di Roma, e arriva in occasione della Giornata Mondiale contro il cancro. "Nei prossimi anni - spiega - avremo pazienti con stadio più avanzato della malattia perché in questi mesi di pandemia non sono state fatte diagnosi, aghi aspirati, biopsie. La situazione tornerà indietro di molti anni e noi medici dobbiamo restare all'erta per fronteggiare questa nuova emergenza".

Il cancro al seno, si legge nella nota di Consulcesi, è la prima causa di mortalità per tumore nelle donne e in media colpisce una donna su otto: per questo, il ruolo dei medici è fondamentale nel sensibilizzare e sollecitare le pazienti ad effettuare controlli periodici che possono rivelarsi degli autentici salvavita. "Il primo consiglio è raccomandare la prevenzione", spiega Petrella, che è anche docente del corso Fad "Novità in tema di chirurgia senologica" del provider ECM Sanità in-Formazione in collaborazione con Consulcesi Club. "Il messaggio che noi medici dobbiamo inviare alle donne - conclude - è che il tumore alla mammella è uno dei pochi per i quali c'è la guarigione definitiva, ma questa guarigione c'è se viene fatta la diagnosi precoce

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