"Il Piano Nazionale di ripresa e resilienza è ad oggi un fallimento sul clima, dal momento che non tiene praticamente conto delle emissioni di gas serra e delle azioni immediate necessarie per azzerarle".
controlacrisi.org fabrizio salvatori
Gli
attivisti di Fridays For Future (il movimento di Greta Thunberg), il 3 febbraio
sono stati auditi in videoconferenza dalla Commissione Ambiente della
Camera ed hanno deciso di uscire allo scoperto.
"Ogni euro speso in
fossili - scrivono - non solo va in infrastrutture che avranno valore
zero in pochi anni, e che creano pochissima occupazione rispetto alle
rinnovabili, ma è anche un euro sottratto alle Next Generation. Eppure
state ancora finanziando i combustibili fossili, con più di 19 miliardi
in sussidi ogni anno".
In particolare, prosegue il movimento
ambientalista, "il metano non ci darà una mano, quando si libera
direttamente in atmosfera, è un gas serra fino a 80 volte più potente
della CO2. E l'idrogeno non è una fonte, ma solamente un vettore, quindi
non è pulito o sporco, dipende da come viene prodotto".
Rispetto
alla sezione 'Agricoltura sostenibile', il movimento accusa: "State
investendo meno di 2 miliardi (1,8) di euro nell'agricoltura
sostenibile, senza intervenire nei due settori che hanno più impatto:
l'allevamento e la perdita di biodiversità".
Sulla mobilità
sostenibile, gli attivisti evidenziano che "il 60% delle emissioni di
CO2 derivante dal trasporto su gomma avviene per spostamenti inferiori
ai 50 km. Quindi gli investimenti per la mobilità devono focalizzarsi
sui brevi e medi tragitti, eppure gran parte dei fondi sono destinati
all'alta velocità".
Ecco i 7 punti che il governo deve includere nel Recovery Plan:
1- Investire massicciamente nelle energie rinnovabili con impianti eolici offshore e solari.
2- Abbattere i consumi ed effettuare l’efficientamento energetico degli edifici.
3-
Finanziare la mobilità sostenibile per raggiungere, entro il 2030, 200
km di metropolitane, 250 km di servizi tramviari metropolitani, 5.000 km
di percorsi ciclabili.
4- Riconvertire le industrie inquinanti puntando sui settori strategici della decarbonizzazione.
5- Investire sull’adattamento climatico dei territori idrogeologicamente vulnerabili.
6-
Sostenere la ricerca pubblica e privata per nuove produzioni bio
circolari e ridurre i divari digitali che ostacolano le attività
sostenibili.
7- Incentivare la transizione ad un modello agricolo che
non alteri il clima, valorizzi le risorse locali e promuova una dieta a
base vegetale, ritirando la nuova PAC, che è devastante per il clima.
Basta prodotti responsabili di deforestazione!
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