Il fisico veronese condanna la troppa specializzazione dei saperi, grande danno del ’900. Ritornare al modello dello scienziato-filosofo alla Lucrezio. La tecnologia non spiega tutto.
infosannio.com (di Simone Filippetti – ilsole24ore.com)
LONDRA – I folti capelli grigi scompigliati danno a Carlo Rovelli l’aria da mad doctor, lo scienziato pazzo dei film Horror di Serie B. Se sia voluto o meno, il look, che però ben si confà al physique du role della persona, di certo fa assomigliare un po’ il 64enne veronese ad Albert Einsten. Ed è proprio al grande scienziato del ‘900 che il Guardian paragona Rovelli, il cervello più brillante d’Italia al momento. Il prestigioso giornale inglese, espressione dell’intellighenzia radical chic, lo ha invitato per un incontro, purtroppo solo virtuale in tempi di distanziamento sociale.
L’occasione è la pubblicazione, in lingua inglese, del suo ultimo libro “Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza“, raccolta di scritti di fisica e filosofia. La pubblicazione non avviene a caso: il Regno Unito è la culla della scienza moderna.
Non a caso Rovelli esordisce con una captatio benevolentiae elogiando il concittadino della sua platea Isaac Newton. Non che l’Inghilterra abbia bisogno di un promemoria sul suo gigante: a Cambridge è ancora conservato, come un reliquia sacra, l’albero da dove cadde la famosa mela della gravità.
I veri geni si riconoscono dall’essere controcorrente: pur essendo uno dei maggiori scienziati viventi, Rovelli non è un adoratore invasato della scienza. Anzi, pensa che la scienza abbia fatto un grave danno al mondo dividendosi e frammentandosi in tante discipline.
Guardando il singolo albero, si perde di vista la foresta. Il ‘900 ha ucciso Dio, ma questo l’avevano già detto Nietzsche e Marx, ma ha ucciso, sbagliando, anche i filosofi: grazie al progresso tecnologico si crede ciecamente che la scienza possa spiegare tutto. Il Covid sta dimostrando che non è così.
L’antica lezione dei filosofi-scienziati
I primi scienziati della storia erano prima ancora dei sapienti: Talete, che previde con esattezza un’eclisse di sole, cosa che ne farebbe oggi un astronomo, è passato alla storia come il primo filosofo del mondo occidentale.Il professore italiano è già ritenuto da molti l’erede di Stephen Hawking, il più grande scienziato dell’ultimo secolo.
Come il grande fisico di Cambridge, anche Rovelli ha la grande capacità della divulgazione: riesce a spiegare concetti astrusi come tempo e spazio anche alla casalinga di Voghera. E i 900 inglesi collegati in remoto per ascoltarlo parlare di Big Bang, fisica quantistica e cosmologia, sono numeri da rockstar per un incontro via zoom: il professore italiano è una sorta di celebrity.
Il 2020 ha incoronato i virologi nuove star di tv, radio, giornali e internet.
Ma Rovelli, oggi professore di fisica all’Università di Aix-Marseille, dopo aver insegnato a Pittsburgh non cavalca la facile onda dei virologi-superstar. Anzi è in prima fila contro l’abuso di scienza.
Nel 2020, anno del Covid che sconvolse il mondo, “la scienza è entrata di forza nella politica e a governare il mondo”. Tra la Gran Bretagna del record dei morti per Covid, e le girandole di Boris Johnson, prima cinico teorico dell’immunità di gregge poi, e l’Italia auto-proclamatasi il miglior paese, Rovelli sceglie Taiwan, unico esempio al mondo per gestione ottimale della pandemia. “Loro sono riusciti a contrastare il virus perché il loro primo ministro è un epidemiologo”.
Il che, a prima vista, porta acqua al mulino dell’abdicazione della politica in favore dei “tecnici”, in questo caso medici.
La Repubblica dei Virologi
Il mondo sembra oggi una variante medica della Repubblica di Platone, dove però non ci sono i filosofi a governare, ma i virologi. Una deriva preoccupante per Rovelli. Quattro secoli dopo la feroce e crudele diatriba tra fede e scienza, che infiammò la Controriforma, facendo morti, come Giordano Bruno, e imponendo autocensure, come l’Eppur Si Muove di Galileo Galilei, oggi si ripropone la stessa dicotomia. Nessuna dottrina tolemaica, con la Terra al centro dell’Universo, da difendere.
La versione moderna dello scontro è tra Scienza e Politica. E Rovelli, che pure è la punta di diamante del mondo della scienza non ha dubbi su dove schierarsi: con la politica. “Le decisioni vanno sempre prese dalla politica. La scienza non si può sostituire ai decisori. Chi governa deve tenere conto di tanti fattori”. Il “burden”, il fardello di chi ha sulle spalle la responsabilità di un paese, espressione inglese usata per la Corona, non può essere scaricato sull’affidamento al numero di contagi e di tamponi. Non si può governare solo con gli Rt, ma ci vuole una visione dell’intera società.
Certo, ammette Rovelli, “è difficile trovare un punto di equilibrio perché constata, col dono della sintesi, che “Si tratta di scegliere tra la salute o la povertà”. Semplice, diretto e chiaro più di ore e ore di talk show e notiziari.
Il modello Lucrezio
Rovelli è oggi l’ultima incarnazione di una razza scomparsa da secoli: quella del sapiente antico che riuniva insieme conoscenze scientifiche e una dottrina filosofica del mondo. Non a caso, il nume ispiratore dello studioso italiano non è nessun scienziato moderno, nemmeno Hawking, ma un poeta-filosofo dell’antica Roma: quel Lucrezio che nel De Rerum Natura unisce scienza e filosofia nella forma di un poema in strofe.
Anche il poeta latino è stato il un grande divulgatore del passato: diceva di cospargere la tazza di amaro assenzio (ossia la verità) con del miele (un racconto avvincente e gradevole), per renderla bevibile al bambino. Metafora che secoli dopo riprenderà anche Torquato Tasso, un altro personaggio tormentato tra fede e scienza. Mille anni prima di Einstein, ricorda Rovelli, Lucrezio teorizza la fisica atomica in una opera di poesia.
La ricetta di Rovelli per uscire dalla dittatura della scienza è semplice: avere un approccio “olistico”, termine purtroppo oggi abusato, alla società e alla vita, intesa come forme di vita. In natura non esiste la divisione tra discipline: medicina, fisica, geografia sono singoli saperi separati dall’uomo. Ma la realtà è unica, è fatta di materia che è un tutt’uno con l’universo.
Carlo Rovelli “There are Places in the World where Rules are less important than Kindness”, Editore: Penguin Books, pagg. 240, 20 £
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