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Il neopresidente dell’agenzia italiana del Farmaco (AIFA) dottor Giorgio Palù, 71 anni, professore ordinario in pensione di Microbiologia e Virologia ed ex direttore del dipartimento di Medicina molecolare all’Università di Padova, è recentemente intervenuto alla quotidiana conferenza stampa del governatore del Veneto Luca Zaia, lanciando parole piuttosto decise.
Il discorso è finito in un brano video che ora sta girando in rete e nelle chat.
«Lo posso dire, perché studio i virus da 50 anni, questo è un virus che ha una bassa letalità… lo ripeto, non ammazza tutti!».
Il dottor Palù afferma quindi che «non erano affidabili i test… ma neanche la PCR [il processo di amplificazione dei tamponi molecolari, ndr] era affidabile, nessuno l’ha mai validata».
Qui il neopresidente di AIFA parrebbe in linea con quanti oggi contestano l’affidabilità dei test per la rilevazione del Coronavirus.
«È nato un test senza un gold standard, è stato fatto ex post…».
Il tema della settimana, ovviamente, è il terrore rispetto alla mutazione «inglese» del virus.
«Questo virus muta – continua sicuro Palù – ma ha una bassa letalità. Io non ne conosco nessuno che non si sia adattato all’ospite… vi faccio un esempio, il virus della MERS aveva una letalità del 37%, quello della SARS del 10%: sono spariti. Ebola con una mortalità iniziale in Sudan, Zaire, le due varianti, del 90% o l’85%… durava un anno e spariva».
«I virus letali uccidono l’ospite e così il virus che è un parassita obbligato elimina se stesso: non è nell’interesse evolutivo».
Infine, Palù ribadisce ancora una volta la mortalità prossima allo zero, con percentuali, rispetto al contagio, davvero basse.
«Questo è un virus che ha una bassa letalità, che si colloca tra uno 0,25% e uno 0,50%, quindi è un virus che noi ci troveremo come ci troviamo l’influenza, come i virus pandemici dell’influenza».
Ammettiamo che sentire il novello presidente di AIFA fare questi discorsi – che reputiamo sensati, giustissimi – ci manda un po’ in cortocircuito.
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