Acqua quotata in Borsa. Con
il surriscaldamento del Pianeta, questo bene diventa sempre più scarso,
sempre più appetibile e sempre meno accessibile ai poveri. E’
inaccettabile che entro l’anno l’acqua sarà quotata in borsa a Wall
Street: una merce come il petrolio.
...Dobbiamo
muoverci tutti perché azzerare il Referendum, sarebbe cancellare la
nostra stessa democrazia. Significherebbe che sovrano non è più il
popolo, ma sovrani sono i soldi. “Il denaro deve servire – ci ricorda
Papa Francesco- e non governare».
Il Maifesto Alex Zanotelli 24 dicembre 2020
Ritornando
dall’Africa, uno dei miei impegni prioritari è stato quello della
ripubblicizzazione dell’acqua, perché vivendo nella baraccopoli di
Korogocho (Nairobi) e andando tante volte al giorno con la tanica a
comprarmi l’acqua, ne ho capito subito il valore e l’importanza,
prevedendo che sarebbe diventata l’oro blu. Difatti, con il
surriscaldamento del Pianeta, questo bene diventa sempre più scarso,
sempre più appetibile e sempre meno accessibile ai poveri. E’
inaccettabile che entro l’anno l’acqua sarà quotata in borsa a Wall
Street: una merce come il petrolio. E’ una notizia scioccante per noi,
criminale perché ucciderà soprattutto gli impoveriti nel mondo. Secondo
l’Onu già oggi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e
dai tre ai quattro miliardi ne dispongono in quantità insufficiente.
Per questo già oggi ben otto milioni all’anno di esseri umani muoiono
per malattie legate alla carenza di questo bene così prezioso.
Non
dimentichiamoci che di tutta l’acqua che c’è sul Pianeta, solo il 3% è
potabile e di questo un terzo è direttamente utilizzabile dall’uomo per
bere. Il resto è usato dall’agribusiness e dall’industria. E le
previsioni per il 2025 sono drammatiche: due terzi della popolazione
mondiale affronterà scarsità d’acqua grazie a temperature sempre più
infuocate, a scioglimento dei ghiacciai, a deforestazione… E avremo così
sempre meno acqua potabile e a pagarne le conseguenze saranno milioni e
milioni di impoveriti.
Ecco
perché sono rimasto pietrificato alla notizia che il 7 dicembre scorso
l’acqua è diventata in California un ‘future’, un termine tecnico per
dire che l’oro blu è entrato nel mercato azionario e ora si può
scommettere sul suo valore futuro, come il petrolio e l’oro. Il dado è
tratto! L’Onu ha reagito subito affermando che non si può dare un valore
all’acqua come si fa con altri beni commerciali. Nel 2010 l’Onu aveva
affermato: «L’accesso all’acqua potabile e servizi igienico-sanitari
sono tra i diritti umani universali e fondamentali».
Papa
Francesco cinque anni fa nella Laudato Si’ aveva già parlato dell’acqua
come «diritto alla vita» (un termine riservato in campo cattolico
all’aborto o all’eutanasia). L’acqua è Vita! Tutta la vita che c’è sul
Pianeta è nata dall’acqua: è la madre di tutta la vita. Come si fa a
privatizzare la Madre? Questa è una bestemmia!
E’
da questi principi che è partito il nostro impegno in difesa della
gestione pubblica dell’acqua che ci ha portato al Referendum(2011),
quando 26 milioni di italiani hanno votato i due quesiti referendari:
l’acqua deve uscire dal mercato e non si può fare profitto su questo
bene. E’ l’opposto della direzione attuale del mercato: la Madre della
vita diventa merce. Purtroppo dopo dieci anni costellati da ben sette
governi, la decisione del popolo italiano non è mai stata tradotta in
legge. Trovo incredibile che i 5S (la loro prima stella è l’acqua
pubblica!) non siano riusciti a trasformare il Referendum in legge
,nonostante le dichiarazioni del Presidente della Camera che legava la
sua presidenza alla ripubblicizzazione dell’acqua. Mi meraviglio anche
del Pd, che come partito di ‘sinistra’, dovrebbe essere in prima linea
in difesa dei beni comuni.
Davanti
a questa criminale decisione di ‘quotare’ l’acqua in borsa, mi appello
al governo perché si affretti a ripubblicizzare l’acqua. Ne basterebbero
due miliardi da trarre dal Recovery Fund. Invece il governo ha
destinato 2.5 miliardi per infrastrutture idriche di adduzione per le
reti territoriali. Il Sole 24 Ore afferma che questa è la «leva per
portare le gestioni idriche industriali nel Meridione». In poche parole i
grandi colossi idrici del centro-nord (Iren,A2A,Hera, Acea)
gestirebbero le reti idriche del Sud, con i soldi del Recovery Fund.
Altro tradimento! Ma i soldi del Recovery Fund dovrebbero essere usati
anche per riparare i 300mila km di reti idriche che perdono il 50%
dell’acqua. Questa è una delle Grandi Opere da realizzare, non la
Lione-Torino o il Ponte di Messina.
A
questo punto sarebbe opportuno un incontro del Forum italiano dei
movimenti per l’acqua pubblica con i partiti al governo per discutere
sia sulla legge bloccata in Commissione Ambiente che la minaccia alle
reti idriche del Sud, nonché l’autorizzazione da parte del nostro
governo all’incontro del Consiglio Mondiale(la lobby delle
multinazionali dell’acqua!) nel 2024 in Italia.
Dobbiamo
muoverci tutti perché azzerare il Referendum, sarebbe cancellare la
nostra stessa democrazia. Significherebbe che sovrano non è più il
popolo, ma sovrani sono i soldi. “Il denaro deve servire – ci ricorda
Papa Francesco- e non governare».
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