martedì 29 dicembre 2020

QUASI 400.000 IMPRESE CHIUSE: IL BOLLETTINO DI FINE ANNO CHE CONDANNA IL GOVERNO

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QUASI 400.000 IMPRESE CHIUSE: IL BOLLETTINO DI FINE ANNO CHE CONDANNA IL GOVERNO

È arrivato il bollettino di Confcommercio di fine anno che inquadra la situazione dell’economia italiana, consegnando uno scenario decisamente preoccupante. La diffusione del Covid, ma soprattutto la scelta politica di utilizzare chiusure generalizzate per le attività economiche ha prodotto effetti ora ben visibili.

I dati impietosi di Confcommercio

Secondo Confcommercio nel 2020 si è registrato un crollo dei consumi pari al 10,8%, stimati in circa 120 miliardi di euro. Per intenderci le manovre economiche del Governo fino al 2019 erano nell’ordine dei 20 miliardi di euro. Tutta questa immensa perdita di soldi ha pesato quasi interamente sul settore privato, in particolare quello delle piccole e medie imprese costrette alla chiusura e alle riaperture a singhiozzo da marzo scorso.

Sempre secondo Confcommercio sono state 390mila le imprese che hanno chiuso nel 2020, a fronte di sole 85mile nuove aperture. Il saldo impietoso di chiusure è quindi di 240mila imprese che non saranno più sostituite. Si tratta quindi di una riduzione di oltre il 13% del settore rispetto all’anno precedente.

Tra i settori più colpiti abbiamo: abbigliamento e calzature (-17,1%), ambulanti (-11,8%) e distributori di carburante (-10,1%), agenzie di viaggio (-21,7%), bar e ristoranti (-14,4%) e trasporti (-14,2%). Il settore che però resta probabilmente più colpito è quello della cultura, dell’intrattenimento, dello sport e del tempo libero, dove un’impresa su tre è stata costretta alla chiusura. Infine anche i lavoratori autonomi sono stati decisamente colpiti in questo periodo. Circa 200mila liberi professionisti hanno scelto di abbandonare la loro attività.

Le responsabilità del Governo italiano

Leggiamo però che i media generalisti riportano la notizia di questa ecatombe addossando la responsabilità esclusivamente alla diffusione del Covid 19. Bisogna però ribadire come la scelta di costringere alla chiusura una buona parte delle piccole e medie attività, insieme alla scelta di limitare gli spostamenti delle persone, sia esclusivamente politica. Innumerevoli sono infatti gli esempi di Paesi che hanno scelto strade diverse per affrontare il virus. Su tutti la Svezia.

La decisione del Governo italiano di chiudere le attività si deve poi sommare allo scarso sostegno economico elargito alle categorie colpite dalle restrizioni. Anche questa è una precisa scelta politica che ha avuto come conseguenza il bollettino disastroso di Confcommercio. L’aspetto più preoccupante è che il Governo Conte intende proseguire testardamente su questa strada, e ha già annunciato che le chiusure di ristoranti, bar, palestre, teatri e cinema continueranno probabilmente anche a gennaio.

Chiusure che sembrano non finire mai, decise sulla base di criteri mai veramente chiariti, e che stanno desertificando una delle parti migliori del nostro Paese.

 

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