La Corte dei Conti di Genova ha sollevato questione di legittimità costituzionale per il cosiddetto "lodo Bernardo".
Contro questa situazione che definiscono “irrazionale ed irragionevole” i giudici della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti di Genova hanno sollevato una questione di legittimità davanti alla Corte Costituzionale.
Il caso in questione riguarda uno dei tanti processi per le violenze e gli abusi del G8 di Genova del luglio 2001. Nello specifico la prigione lager di Bolzaneto dove o trecento persone vennero rinchiuse, private dei loro diritti e costrette a subire violenze ed umiliazioni.
L’assenza del reato di tortura non permise di contestare reati gravi. Quasi tutti gli imputati vennero prescritti ma furono riconosciuti responsabili civilmente in Cassazione.
Di recente la Corte dei Conti li ha condannati in 28 a risarcire 6 milioni di danno erariale. Ovvero i soldi spesi in risarcimenti alle vittime e spese legali.
Il procuratore Claudio Mori aveva però stimato in cinque milioni di euro il rilevante danno d’immagine allo Stato italiano.
Ma da qualche anno il cosiddetto “Lodo Bernardo” vincola la contestazione di danno d’immagine ai soli reati contro la pubblica amministrazione. Risultato: tutte le forme di abusi e violenze come quelle commesse a Genova a Bolzaneto e alla scuola Diaz restano impunite .
Ecco cosa scrivono i giudici genovesi nella loro ordinanza con la quale chiedono alla Corte Costituzionale di pronunciarsi contro il lodo Bernardo: “Tale irrazionalità risulta avvalorata dalle norme emesse successivamente al lodo Bernardo, che privano la disciplina legislativa sul danno all'immagine di una propria coerenza logica, con la aberrante conseguenza che è possibile richiedere il risarcimento del danno all'immagine al pubblico dipendente che giustifica l'assenza dal servizio, magari di soli due o tre giorni, mediante una certificazione medica falsa, o attestante falsamente uno stato di malattia, mentre né è impedita l'azionabilità nei confronti di chi ha commesso, o ha impedito che venissero commessi, fatti che hanno oscurato l'immagine dell'intera Nazione, tanto da essere definiti da Amnesty International come "la più grande sospensione dei diritti umani e democratici dalla Seconda Guerra Mondiale in Europa". Questa conclusione appare manifestamente illogica, irrazionale, intrinsecamente contraddittoria e contraria al più elementare senso di giustizia”.
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