Giuseppe Conte, ecco chi è il nome più quotato per guidare il governo Lega-M5s
Nato in provincia di Foggia 54 anni fa, insegna diritto privato all'Università di Firenze e alla Luiss. Ha trascorso periodi di studio a Yale e la Sorbona, è stato borsista al Cnr. Ha ricoperto ruoli all'interno dell'Agenzia spaziale italiane e nel 2013 è stato eletto nel Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa. Di Maio lo ha indicato come ministro della Pa del suo governo ideale.
“Abbiamo scelto Giuseppe Conte per la sua grande capacità ed esperienza professionale”, aveva detto Di Maio il giorno della presentazione della squadra di ministri in campagna elettorale. Lui, sempre nel giorno della presentazione, aveva ribadito “da giurista”, il rispetto per il ruolo di Sergio Mattarella e riconosciuto che la sua nomina da ministro era solo “simbolica”. Quindi aveva spiegato le sue intenzioni: “Ho accettato di collaborare con Luigi Di Maio”, aveva detto, “nella logica dello spirito di servizio. Sono impegnato in particolare per obiettivi ambiziosi: semplificare i rapporti tra la pubblica amministrazione e i cittadini e diffondere la cultura della legalità. E rispettare l’articolo 54 della Costituzione, là dove recita che coloro a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno l’obbligo di adempierle con disciplina e onore”. Quindi il racconto del “primo contatto con Di Maio e il Movimento che “risale a 4 anni fa”: “Fui contattato e mi venne chieste la disponibilità di farmi nominare come membro dell’organo di autogoverno della Giustizia amministrativa. Per onestà intellettuale gli precisai: ‘Non vi ho votato e non sono un simpatizzante’. In questi 4 anni in cui ho svolto questo alto incarico non ho mai ricevuto una telefonata che volesse interferire con il delicato incarico che ho ricoperto. La promessa è stata mantenuta. Nel corso della telefonata mi venne subito detto: a noi non interessa, vogliamo un indipendente. Ecco allora io ho potuto verificare con mano che nel Dna di questi giovani amici c’è la cultura della legalità e il rispetto delle istituzioni e la difesa di un concetto di etica pubblica che era tanto caro a Rodotà. Si è avviato un dialogo più recentemente: la svolta è stata quando ho visto come sono state composte le liste”. Quindi aveva illustrato i suoi obiettivi come ipotetico ministro della Pa: “Dobbiamo combattere l’ipertrofia normativa. Dobbiamo fare in modo di contrastare l’ignoranza coatta che avvantaggia i disonesti. Serve un riassetto di interi settori. Bisogna abrogare le leggi inutili. Io penso che saranno più delle 500 già censite dal Movimento”. E ancora: “Bisogna semplificare al massimo tutti i passaggi burocratici; occorre un riassetto delle autorità indipendenti. Infine puntare sulla meritocrazia e da ultimo con il ministero dell’Istruzione rivedere pressoché integralmente la riforma della cattiva scuola“.
Come riportato dall’agenzia Ansa, Conte nelle scorse settimane disse anche di avere un passato di elettore a sinistra: “In passato ho votato a sinistra”, aveva dichiarato. “Oggi penso che gli schemi ideologici del ‘900 non siano più adeguati. Credo sia più importante valutare l’operato di una forza politica in base a come si posiziona sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. E sulla sua capacità di elaborare programmi utili ai cittadini”.
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