martedì 21 maggio 2013

Questo è il Parlamento italiano: pene minori per i mafiosi e inasprimento per chi occupa una casa

A volte il diavolo ci mette la coda. E quando lo fa seriamente vengono fuori certi teatrini davvero gustosi. Per carità, parliamo sempre di politica, campo in cui al peggio non c’è mai fine. E’ qui che il “gustoso” può facilmente trasformarsi nell’”orrido”. Questi esimi parlamentari, sostenitori, chi più chi meno, di un “governo-farsa”, sono stati capaci di formulare due proposte di legge davvero singolari, soprattutto se ci si esercita nel difficile compito di trovarvi una ratio. 
Ebbbene, mentre da una parte è stata depositata la proposta di inasprire le pene per chi viene “pizzicato” ad occupare una casa, dall’altra viene chiesto il dimezzamento per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Cioè, mentre il paese esplode, e la povertà sta raggiungendo livelli senza precedenti, la pensata è quella di liberare i mafiosi e mettere in galera chi cerca di dare una risposta a un bisogno primario, quello dell’abitare. La prima legge è stata firmata dalla Lega Nord e la seconda dal Pdl. Nella premessa alla legge contro le occupazioni si evidenzia che nel tentativo di tutelare più efficacemente il diritto di proprietà e il possesso degli immobili, la “presente proposta di legge propone di modificare la pena stabilita per il reato di invasione di terreni o di edifici” e la giustificazione sarebbe data da alcuni recenti fatti di cronaca e da una giurisprudenza che tutela lo stato di necessità dei cittadini.

Infatti, si sottolinea che “i recenti fatti di cronaca evidenziano il pericolo che l’occupazione di immobili, soprattutto quando si tratta di alloggi abitativi, corra il rischio di restare impunita dal momento che il 'diritto all’abitazione' viene considerato tra i beni primari collegati alla personalità e, come tale, rientrante tra quei diritti fondamentali della persona tutelati direttamente dall’articolo 2 della Costituzione. In proposito, infatti, la Corte di cassazione ha ritenuto che l’occupazione abusiva di un’abitazione fosse giustificata, facendo leva sia sulle condizioni di indigenza, che non consentono di rivolgersi al mercato libero degli alloggi, sia sullo stato di necessità. riferito al diritto all’abitazione e al diritto alla salvaguardia della salute. Pur nella consapevolezza che i problemi relativi alla penuria degli alloggi e al sistema degli sfratti non possono essere trascurati, riteniamo tuttavia che alla luce dei recenti orientamenti giurisprudenziali si renda necessario intervenire in materia. Ciò anche in ragione del fatto che il limite di due anni della sanzione detentiva rende possibile usufruire del beneficio della sospensione condizionale della pena”.

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