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Il ministro degli Esteri ucraino oggi a Damasco: “Eliminare” la presenza russa in Siria, ma la risposta era arrivata già ieri per bocca del nuovo leader siriano Ahmed al-Shaara: “Non vogliamo che la Russia lasci la Siria come vorrebbero alcuni”
Kiev continua il suo incessante pellegrinaggio in cerca di aiuto contro Mosca, del resto il fronte di guerra va malissimo ed ormai anche lo stesso Zelensky lo ammette, quindi solo l’appoggio politico di altre nazioni può sortire qualche effetto. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha chiesto oggi in visita a Damasco “l’eliminazione” della presenza della Russia in Siria, dopo un incontro con il nuovo leader siriano Ahmed al-Shaara, noto anche con il nome di battaglia Muhammad al-Jolani, che ha spodestato il vecchio alleato di Mosca Bashar al-Assad, che infatti ha trovato asilo in Russia. La caduta di Assad l’8 dicembre scorso sembrava essere stata uno smacco per la Russia, che ha diverse basi militari strategiche in Siria il cui futuro sembrava incerto col nuovo governo, che però a sorpresa di molti analisti occidentali non sembra voler tagliare i ponti con Mosca, che ha smesso di bombardare pesantemente i ribelli terroristi islamici anti-Assad ed oggi al governo, solo dopo la l’auto-dissoluzione dell’Esercito Arabo Siriano di Bashar.
Il nuovo leader siriano aveva infatti ammesso e rimarcato apertamente domenica scorsa i “profondi interessi strategici” tra Siria e Russia, nel corso di un’intervista al canale saudita Al-Arabiya in cui aveva sottolineato la volontà di preservare questo rapporto, dicendo che: “la Russia è un paese importante” e sottolineando che “tutte le armi siriane sono di origine russa e molte centrali elettriche sono gestite da esperti russi”. Ancor più chiaro il monito successivo: “Non vogliamo che la Russia lasci la Siria come vorrebbero alcuni”, ha aggiunto apertamente al-Shaara.
Parole che sicuramente Kiev ha fatto finta di non sentire, con Andrii Sybiha che oggi ha detto a Damasco: “Siamo convinti che, da un punto di vista strategico, l’eliminazione della presenza russa in Siria contribuirà alla stabilità non solo dello Stato siriano, ma anche dell’intero Medio Oriente e dell’Africa”. L’Ucraina ha interrotto le relazioni diplomatiche con Damasco nel 2022, in seguito al riconoscimento da parte della Siria dell’annessione della Crimea, penisola ucraina conquistata da Mosca nel 2014. A fianco dell’omologo siriano Assaad al-Shaybani, l’ucraino ha infatti aggiunto di sperare “che la nuova Siria sia uno Stato che rispetti il diritto internazionale, compresa l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina”. “Questo aprirà la strada alla ripresa delle relazioni diplomatiche, del dialogo politico e del lavoro delle missioni diplomatiche”, ha dichiarato. Il capo della diplomazia siriana ha affermato genericamente che ci saranno partnership tra i due paesi a livello politico, economico e sociale, oltre alle “partnership scientifiche” che Damasco dice di voler “rilanciare” con l’Ucraina. Belle parole insomma, ma nulla che faccia pensare ad un cambio di opinione diametralmente opposto a quanto espresso appena ieri dal nuovo “padrone” di quella che fu la Siria.
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