Come il Fatto aveva anticipato pochi giorni fa, il Codacons e Chiara Ferragni hanno raggiunto un accordo che consente alla influencer cremonese di evitare il probabile processo per truffa aggravata.
(Selvaggia Lucarelli – ilfattoquotidiano.it)
Dopo la donazione di 1 milione da parte di Ferragni all’Ospedale Regina Margherita, ormai un anno fa, Codacons aveva rilasciato il seguente comunicato: “Da Chiara Ferragni arrivano oggi vergognose lacrime di coccodrillo per ripulire la sua immagine pubblica dopo la multa dell’Antitrust sul caso Balocco. Non scuse e mai più beneficenza da chi finge di pentirsi e tenta di ricattare i giudici con promesse di donazioni finalizzate a ottenere una riduzione della sanzione Antitrust”. Neanche un anno dopo, con estrema coerenza, Codacons accetta i risarcimenti, una donazione e ritira le querele. Querele costate quasi un anno di indagini alla procura di Milano, impegnando uffici e dipendenti pubblici che, a quanto pare, hanno lavorato inutilmente. Rienzi e Ferragni si occuperanno insieme di temi sociali e l’impegno del Codacons sul tema violenza contro le donne “si concluderà con un importante evento nazionale cui parteciperà anche la stessa Chiara Ferragni”. Insomma, come era accaduto con Fedez, Rienzi dà il via a una raffica di denunce e di comunicati stampa roboanti, per poi trovare accordi extragiudiziali e utilizzare la visibilità dei Ferragnez per eventi pubblici (indimenticabile quello a Taranto per l’Ilva con Fedez e Rienzi in posa, indossando t-shirt spiritose).
Morale: la Ferragni di turno risolve (legittimamente) le sue beghe legali pagando, Rienzi ottiene soldi per l’associazione e un sacco di pubblicità (facendosi anche risarcire le spese legali) e i famosi cittadini, quelli che il Codacons dovrebbe tutelare, pagano il lavoro delle procure. Trovandole spesso intasate, quando ne hanno bisogno, grazie a chi le scomoda per nulla. Bisognerà fondare un’associazione che ci difenda dal Codacons, prima o poi.
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