martedì 31 dicembre 2024

Mieli è il Re dell’anno: incolpa la Nato di aver battuto la Nato

Prossimi al Capodanno, è giusto premiare la teoria più assurda sulla guerra in Ucraina del 2024.

 

(Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it)

Ogni anno ha la sua teoria più assurda incarnata da un assurdo personaggio: la teoria più assurda del 2022 è stata incarnata da Draghi, secondo cui l’invio di armi sempre più pesanti avrebbe portato la pace in poco tempo. La teoria più assurda del 2023 è stata incarnata da Calenda, secondo cui la controffensiva ucraina avrebbe spazzato via la Russia. La teoria più assurda del 2024 è la “teoria delle armi infinite” di Paolo Mieli. Mieli è un caso sociologico rilevantissimo giacché i suoi interventi a Radio 24 consentono di comprendere ciò che sta accadendo al mondo dei media in Italia.

I fatti sono questi.

Mieli aveva proposto di sconfiggere la Russia usando gli ucraini con il seguente risultato: l’Ucraina è un Paese distrutto, smembrato e senza più futuro, dove tutti scappano perché nessuno vuole andare al fronte. Persino l’ex direttore dell’Economist, Bill Emmott, ha chiesto a Zelensky di dimettersi. I grandi media italiani hanno elaborato tre strategie per ripararsi dalle critiche. La prima è la strategia del nascondino: personaggi ardimentosi come Calenda o Bonaccini, che un tempo pubblicavano mille tweet al giorno per incitare alla battaglia, sono scomparsi come i voti di Maurizio Lupi. La seconda è la strategia delle mani sugli occhi, tipica del Foglio, che continua a sostenere che le forze si equivalgono. In psicologia si chiama “rifiuto della realtà per compensare un lutto”. La terza strategia è quella di incolpare la Nato di avere sconfitto la Nato. Mieli ritiene che la sua idea di sconfiggere la Russia usando gli ucraini fosse ottima e perfetta, ma la Nato ha voluto sabotare cotanto genio militare. Contro ogni evidenza, Mieli sostiene che gli ucraini sono disperati perché la Nato non ha voluto dare loro armi e soldi a sufficienza. L’ha sostenuto con tale cipiglio da provocare la reazione sul Corriere della Sera di Crosetto che si trova a un livello di disperazione appena inferiore a quello di Zelensky per avere portato l’esercito italiano sull’orlo della demilitarizzazione per quanto ha sguarnito i magazzini. Fino a quando la scienza sarà basata sull’osservazione della realtà, la realtà della guerra in Ucraina dirà questo: la Nato ha dato all’Ucraina quello che poteva ovvero una quantità smisurata di miliardi e di armi. Potranno i grandi media italiani riconoscere di avere fanaticamente sostenuto una strategia folle che ha trasformato l’Ucraina in un grande buco nero? Giammai. Quindi Mieli passa da un complottismo all’altro. Il primo complottismo assicurava che i “putiniani” erano i veri nemici di Zelensky. Il secondo complottismo afferma che il vero nemico di Zelensky è la Nato che, udite udite, sta sabotando la Nato. La Nato ha deciso di infliggersi una sconfitta per favorire la Russia. Secondo Mieli, le armi della Nato sono infinite – questa è la teoria di Capodanno – e allora è pura cattiveria negarle a Zelensky. Siccome questa è demagogia, dobbiamo domandarci come contenerla. La risposta è semplice: bisogna chiedere a Mieli di indicare i miliardi che la Nato avrebbe dovuto dare a Zelensky. Se Mieli dicesse: “Centomila miliardi”, diventerebbe possibile un dibattito razionale per capire perché la Nato non abbia dato quella somma. Stesso discorso per le armi. Crosetto ha cinque SAMP-T. Ne ha dati due. Quanti avrebbe dovuto darne? Nessuno conosce la risposta. Quindi, sarà sempre possibile dire: “La Nato non ha dato abbastanza armi all’Ucraina”. Mieli ha sbagliato tutto sulla guerra in Ucraina, ma nessuno glielo dica: un premiato va sempre riguardato.

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