“Ho lavorato in Libia, Yemen, Afghanistan ma quella che ho visto dalle finestre di Gaza è una condizione molto critica sia per i combattimenti sia per le condizioni di vita della popolazione che ha subito bombardamenti, si è dovuta spostare più volte e oggi vive ancora in tenda senza avere i servizi di base”.
“Solitamente nei contesti di guerra il target principale di questo tipo di cure sono donne e bambini – racconta a ilFatto.it Paschetto – ma qui ci sono anche uomini adulti perché le condizioni di vita sono compromesse per tutti a causa della mancanza di cibo, del vivere in tenda in inverno e di un igiene generale davvero ridotta all’osso”. A Gaza i bisogni sanitari sono enormi e le condizioni della popolazione insostenibili. “Gli ospedali locali che ancora sono operativi, oltre a non avere lo staff e i farmaci necessari, spesso sono sovraffollati – spiega in una nota Emergency – in mancanza di altre strutture, i malati si rivolgono agli ospedali anche per necessità che potrebbero essere trattate ambulatorialmente”. Per questo il team di Emergency è al lavoro per costruire una nuova clinica nell’area di Khan Younis. Nella struttura verranno offerte cure di primo soccorso, stabilizzazione di emergenze medico chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere, assistenza medico-chirurgica di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio. In questo contesto dove la scarsità di acqua, di cibo e abitazioni si somma alla mancanza di servizi sanitari, Emergency ha lanciato una campagna di regali solidali per estendere il diritto alla cura nelle tante zone di conflitto. In particolare, sul sito di Emergency, sarà possibile comprare un kit di primo soccorso per assistere le vittime di guerra a Gaza.
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