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La Portovesme Srl, controllata totalmente dalla multinazionale anglo-svizzera Glencore International, cuore della produzione di piombo e zinco del Sulcis, ha previsto il licenziamento dei 2/3 della forza lavoro della fabbrica. 400 operai, dal 31 dicembre 2024, in seguito alla scadenza dei contratti di appalti, perderanno il lavoro, con il rischio di non poter nemmeno accedere alla cassa integrazione.
Mentre lo Stato ha ormai abbaondanato da anni i lavoratori dello stabilimento di Portovesme, gli operai dello stabilimento sono già passati all’azione con il blocco dei cancelli dello stabilimento e le occupazioni della chiesa di Santa Maria d’Itria e dell’aula consiliare di Portoscuso.
La grave situazione nella quale si trovano i lavoratori dello stabilimento di Portovesme è una scelta politica: il simbolo del modello economico predatorio, che sacrifica territori e persone al profitto.
Il territorio del Sulcis, nel sud-ovest della Sardegna, uno dei più vulnerabili d’Italia, con indici di disoccupazione, depressione, malattia ed emigrazione drammatici, è stato dimenticato dalla politica borghese, in totale dipendenza dal mercato.
La lotta dei lavoratori del polo industriale di Portovesme riguarda tutti noi. Senza resistenza e solidarietà, il futuro del Sulcis e della Sardegna rimarrà tra le mani del capitale. Ancora una volta, come Partito Comunista ci schieriamo contro ogni forma di precarietà del lavoro.
Le uniche due scelte possibili sono: Risarcimento allo Stato o Nazionalizzazione IMMEDIATA!
Socialismo o Barbarie!
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