La finanza internazionale sembra giocare l’uno contro l’altro gli
schieramenti politici che concorrono a un disegno non molto diverso.
lafionda.org Elena Basile
Le
politiche neo-liberiste con la fine dello Stato sociale e del
compromesso capitale-lavoro si affermano negli Stati Uniti come in
Europa. Trump non è molto diverso dalla Harris. Famosa la frase del
talento musicale Frank Zappa: la politica è la sezione intrattenimento
dell’apparato militare-industriale.
Oggi più che in precedenza. Non vi
sono grandi sfumature tra il bellicismo nazionalista, affetto da
suprematismo di varia natura, dell’Europa di destra come di quella del
centro-sinistra.
I venture-capitalist della Silicon Valley, i petroliferi, i donatori
cristiani e la lobby di Israele sono alla base dell’elezione di Trump.
La politica estera non mi sembra possa cambiare.
Mark Rubio,
Segretario di Stato e Michael Walts, Consigliere alla Sicurezza
Nazionale, rappresentano la continuità con i neoconservatori. La
politica del bastone contro la Cina sarà il cavallo di battaglia.
Si
potrebbe passare dal contenimento a una politica di confronto aggressivo
che costringa la Cina a fare passi indietro. Protezionismo e tariffe
non basteranno.
La sfida relativa a Taiwan e le minacce militari nel
pacifico aumenteranno.
Si tratta di una strategia rischiosa e
essenzialmente controproducente. La potenza nucleare nemica al fine di
proteggere il proprio sviluppo economico e la sovranità sarà infatti
costretta a posizioni bellicose che oggi vorrebbe evitare.
I
neo-conservatori travolti dal loro mito di potenza autistico non si
accorgono che non siamo più nel ventennio unipolare.
Similmente in Medio Oriente, gli USA prenderanno in considerazione la
possibilità di colpire i siti nucleari iraniani.
Il rischio di
un’escalation che sfugga al controllo potrà essere assunto senza una
reale contropartita. Teheran si sentirà confermata nella volontà di
possedere al più presto l’ordigno nucleare. L’opportunità di un attacco
ai siti nucleari dell’URSS fu analizzata all’inizio della guerra fredda
dagli statunitensi che nel nucleare erano molto più avanti del rivale
strategico. L’ipotesi fu scartata in quanto di breve periodo e troppo
rischiosa.
L’URSS dopo l’attacco avrebbe aumentato i propri investimenti
e capacità nucleari. Il risultato sarebbe stato un incremento nella
corsa agli armamenti.
A quel tempo a Washington ancora si pensava.
Gli Stati Uniti oggi si cullano in un film paranoico. Considerano la
carta militare il fattore predominante della loro potenza egemone di
fronte all’inesorabile avanzare del Sud globale. Di fatto, come i BRICS
dimostrano risolvendo diplomaticamente i loro contrasti (Russia e Cina
in Asia Centrale, India e Cina alle frontiere, Iran e Arabia Saudita in
Medio Oriente),soltanto lo spirito cooperativo potrebbe evitare
l’instabilità politico-militare di intere regioni. L’accordo sul
nucleare iraniano (JPCOA) nel 2015 era sostenuto anche da Cina e Russia.
Sarebbe stato un successo se accompagnato da una politica di
distensione con Teheran. La minaccia costante, l’isolamento del campo
sciita a beneficio dei sunniti alleati, ha eliminato la fiducia
essenziale al mantenimento degli impegni. La denuncia unilaterale del
Trattato nel 2018 da parte di Trump ha inferto il colpo finale. Non
credo la Cina e la Russia attualmente siano inclini a dissuadere Teheran
da una strategia mirata al possesso della bomba atomica. Ecco
l’obiettivo disastroso raggiunto dalla posizione dell’egemone bullo
nella regione.
L’analisi delle dinamiche internazionali non deve esimerci dal
giudizio morale nei confronti della classe dirigente statunitense che,
permettendo l’impunità dello Stato di Israele, ha assecondato i crimini
di guerra e contro l’umanità.
Nel mondo cinico e spregiudicato
occidentale non si è tenuto conto del fattore etico. Le opinioni
pubbliche dei Paesi arabi (le autocrazie) contano.
La Lega araba e la
Organizzazione della cooperazione islamica, sunniti e sciiti, hanno
chiesto di porre fine all’aggressione di Israele che deve essere
costretta al risarcimento dei danni inflitti. Hanno inoltre perorato
l’adesione dello Stato di Palestina all’ONU. Il Procuratore della CPI ha
emesso un mandato di arresto contro Netanyahu e il Ministro della
difesa Gallant quali criminali di guerra.
Gli Stati europei firmatari
del trattato che nel 2002 istituì la Corte sono tenuti a eseguire il
mandato.
Purtroppo numerose sono le voci di esponenti dei Governi UE
contrarie al rispetto del diritto internazionale. USA e Israele sono
ricorsi a minacce mafiose contro i giudici. Sembra impossibile che
questo avvenga nel 2024 nell’indifferenza collettiva. Credevamo che il
ventesimo secolo ci avesse messo in guardia contro l’esercizio della
forza bruta a dispetto del diritto.
La barbarie invece nuovamente
trionfa mentre i circhi televisivi intrattengono il pubblico assuefatto a
crimini, violenza, ingiustizie.
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