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Il metodo è quello del pacco in autostrada o della pubblicità di prodotti “sostenibili” senza naturalmente dare alcuno indizio di come lo stesso prodotto sia improvvisamente divenuto tale o ancora quello dei siti meteo da strapazzo che attribuiscono il freddo di questo autunno al cambiamento climatico, mentre l’anno prima ci dicevano che l’inverno tiepido era causato dal riscaldamento del pianeta causato dalla CO2. Tutto dipende dalla credulità di chi legge o ascolta o guarda, ma diciamo che nelle popolazioni occidentali, alienate da 70 anni da un profluvio continuo di messaggi pubblicitari, lo spirito critico è quasi scomparso: credere agli imbonitori è ormai necessario alla massa di desideranti a ciclo continuo.
E naturalmente questo sistema viene utilizzato per ribaltare la realtà anche quando si tratta di cose serissime: la politica e la geopolitica sono diventate nient’altro che uno spot. Per esempio il palese fallimento dell’esercito israeliano nel sud del Libano viene trasformato in vittoria da Netanyahu il quale ha avuto la faccia tosta di dire che Biden lo aveva costretto al cessate il fuoco. Così ha potuto nascondere il disastro contro Hezbollah, spacciandolo per una concessione forzata non prima di aver attuato un’ ultima strage di civili. La medesima cosa si sta verificando in Ucraina: gli attacchi missilistici autorizzati da Biden, Starmer e Macron, per quello che può contare l’impiegatuccio dei Rothschild, sono di fatto irrilevanti per le sorti della guerra, tanto più che i russi abbattono una buona parte di questi ordigni e non ci sono obbiettivi militari significativi nel loro raggio di azione. Tuttavia essi non sono solo uno spreco di tempo e di denaro e non servono nemmeno più a tenere in piedi l’illusione di un’ Ucraina che può realmente opporsi alla potenza russa, ma sono un ennesimo trucco narrativo per portare le cose ad un limite estremo di tensione, alla soglia della terza guerra mondiale, per poi far apparire un eventuale tavolo delle trattative come una sorta di vittoria o quanto meno come un nobile sforzo per non arrivare al conflitto globale.
D’altra parte gli Usa non possono realmente impegnarsi in un conflitto nucleare: il loro deterrente atomico è piuttosto vecchio, subsonico e sempre più inaffidabile ed è probabile, se non certo, che mentre i russi potrebbero abbattere buona parte dei missili americani questi ultimi sarebbero pressoché impotenti verso gli ordigni ipersonici russi. Pur in un armageddon di distruzione la peggio l’avrebbero gli americani, mentre l’Europa sparirebbe e il nuovo missile Oreshnik lo testimonia, nonostante il penoso tentativo di minimizzare l’impatto strategico di questa nuova arma. Tutto questo a Washington lo sanno anche se non è escluso che qualcuno sia disposto a giocare il tutto per tutto, ma sono convinto che in realtà il gioco sta nel vendere questa debolezza come forza affinché le popolazioni occidentali non si rivoltino contro questi sinedri global finanziari che le stanno sottomettendo dentro una visione neo medievale. L’unica possibile nella fase estrema del capitalismo, quella in cui il folle accumulo di capitale lo rende di fatto inutilizzabile nel contesto di uno Stato di diritto.
E lasciatemi finire con una considerazione più generale: è sbagliato pensare a una terza guerra mondiale, c’è stata ed è in corso una unica guerra mondiale, scoppiata nel 1914 la quale ha avuto due fasi acute, 14 – 18 e 39 – 45: si è trattato del tentativo dell’impero marittimo anglosassone di sottomettere le potenze continentali e conquistare così l’intero pianeta. In questo senso la Russia è stata da sempre il vero nemico, quello che ha impedito la vittoria completa, prima con la Rivoluzione di ottobre che ha sottratto a Washington e Londra il frutto proibito, poi con la sconfitta della Germania nazista e che adesso sta vanificando l’ultimo assalto portato attraverso l’Ucraina. Che peraltro, soprattutto la parte occidentale di una nazione inesistente e assemblata da Stalin, è stata comunque da un secolo, uno degli epicentri di questo tentativo. Nel frattempo sono cambiate molte cose: l’Occidente ha perso la sua forza che consisteva nell’industria manifatturiera, ha perso la sua primazia tecnologica, vive di un’economia di carta e con un numero impressionante di attività inconsistenti, inutili quando non parassitarie e così non può permettersi un conflitto generalizzato. La sua minaccia di guerra globale non è sostenibile, è un grande spot per nascondere sotto un tappeto intrecciato di narrazioni assurde, tipo quella che chi non vuole la guerra con la Russia è fascista, la fine dell’egemonia americana e quella, in tono minore delle sue colonie europee.
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