Un barcone carico di migranti è naufragato in acque territoriali italiane. I militari della Guardia costiera hanno soccorso sette cittadini siriani che si trovavano su una barca semiaffondata.
ilfattoquotidiano.it
I superstiti raccontano d’essere partiti in 28 dalla Libia lo scorso primo settembre e che dopo un giorno di navigazione si è verificato l’incidente. I superstiti hanno perso i cellulari.
Disperse – stando ai racconti dei 7 siriani – ben 21 persone, fra cui tre bambini. I migranti sono stati sbarcati a molo Favarolo di Lampedusa e già trasferiti all’hotspot di contrada Imbriacola.
L’imbarcazione si trovava a circa 10 miglia a sud-ovest di Lampedusa ed era semisommersa e in procinto di affondare. I migranti, tutti uominim sono stati raggiunti dalla motovedetta Sar Cp 324 della Guardia costiera di Lampedusa, sotto il coordinamento del 12° Centro secondario di soccorso marittimo (Mrsc – Maritime Rescue Sub Center) della Guardia costiera di Palermo. Tutti i naufraghi sono stati tratti in salvo grazie all’intervento del soccorritore marittimo della Guardia costiera imbarcato a bordo della motovedetta. Nelle ricerche dei dispersi sono impegnate unità navali e un aereo Atr-42 della Guardia costiera. Il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia costiera di Roma ha allertato i centri di soccorso libico, maltese e tunisino.
L’ennesima tragedia del mare riaccende la polemica sulle rotte dei migranti. Nel giorno in cui la premier Giorgia Meloni, riunendo l’esecutivo di FdI, ha rivendicato il netto calo degli sbarchi rispetto allo scorso anno, le ong impegnate nel Mediterraneo sono tornate a chiedere un intervento legislativo. Per Save the Children “il Mar Mediterraneo si conferma ancora una volta una delle rotte più letali al mondo. Sono oltre 30.200, secondo dati Onu, i morti e dispersi in mare nel Mediterraneo dal 2014 , molti dei quali minori. Chi scappa da guerra, povertà estrema, crisi umanitarie, troppo spesso trova la morte nel tentativo di raggiungere un futuro possibile in Europa”. Per questo Save the Children “rinnova l’invito alle istituzioni italiane ed europee a un’assunzione di responsabilità affinché mettano al primo posto la vita delle persone in ogni decisione sulle politiche migratorie, attivando un sistema di ricerca e soccorso in mare e garantendo vie regolari di accesso”. Due giorni fa erano stati 120 i migranti a bordo di un barcone di 12 metri soccorsi e condotti a Lampedusa. Gli uomini, fra cui un minore, hanno riferito d’essere partiti da Sabratah in Libia ieri notte e di avere pagato da 3 a 4.500 euro per la traversata.
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