Un giornalista perseguitato
per 14 anni dalla Cia (che ha obbligato il governo democratico della
Svezia a emettere false accuse su improbabili stupri) ne ha trascorsi
sette in reclusione nell’ambasciata dell’Ecuador, l’ultimo dei quali
sotto costante pressione, spiato anche nella toilette, e altri cinque
nel carcere di Belmarsh riservato ai più pericolosi terroristi,
torturato con un accanimento senza precedenti ad avviso della
Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite.
(ELENA BASILE– ilfattoquotidiano.it)
Ora è stato
rilasciato grazie a un accordo che lo obbliga a dichiararsi colpevole
per una delle accuse di spionaggio e meritevole di 5 anni di reclusione
in virtù dei calcoli elettorali di Biden e grazie alle pressioni dei
democratici australiani e del governo di Canberra.
I giornali del
democratico Occidente, che quando Julian Assange rischiava di morire in
prigione raramente ne parlavano e non in prima pagina, ora celebrano la
liberazione come riprova che le democrazie liberali sono diverse dalle
autocrazie cinese e russa.L’ex direttore dell’Economist Bill Emmott si spinge a
riconoscere in Assange un giornalista coraggioso, ma imprudente, che con
le sue rivelazioni, pur denunciando crimini di guerra statunitensi,
avrebbe messo a repentaglio la vita di militari e informatori. Accusa
ripetuta, mai provata e senza fondamento. Emmott ha la faccia tosta di
affermare che Assange doveva fidarsi della democrazia statunitense e
affrontare il processo negli Usa.
Un pennivendolo innominabile del Corriere della Sera si
diverte in paragoni calcistici tra Assange e un altro “pazzo” che ha
svelato non so quali intrallazzi del mondo del calcio.
Capisco che
costoro si guarderebbero bene dal rischiare la vita, la detenzione, la
tortura, per sfidare il potere e denunciarne i misfatti, ma che almeno
tacessero pieni di vergogna davanti a un uomo di un’altra tempra, un
idealista, un folle che ha inseguito un sogno: la trasparenza nelle
democrazie liberali occidentali.
Assange ha dovuto piegarsi. Il Primo
Emendamento della Costituzione americana che sancisce la libertà di
parola e di stampa ha subito un’aggressione senza precedenti
nell’indifferenza dei nostri editorialisti e politici. Daniel Ellseberg,
la gola profonda dei Pentagon Papers, oggi farebbe la fine di Assange.
Siamo tutti felici per Julian e per la sua famiglia. Vederlo al sicuro
dopo tanti anni strazianti è una delle poche cose che, in questi tempi
bui di massacri impuniti e legittimati, ci permette di sentire il tepore
del bene.
Sembra impossibile, passando ad altro argomento, che in un momento
cruciale delle relazioni internazionali, personaggi come Ursula von der
Leyen e l’estone Kaja Kallas si accingano a guidare l’Europa nei
prossimi anni. Non sono che marionette al servizio della Cia e dei
servizi segreti europei.
Ma fa impressione che si rinunci, ora che le
lancette dell’orologio dell’Apocalisse sono distanti solo 90 secondi
dalla mezzanotte, allo spessore politico-diplomatico e alla visione
strategica. Povera Europa!
Secondo qualche editorialista, questa classe
dirigente, i Macron e gli Scholz che hanno tradito gli interessi dei
popoli europei a vantaggio di quelli statunitensi, dovrebbero essere il
“baluardo contro le destre”.
Prepareranno invece il terreno alla
vittoria del lepenismo e di Alleanza per la Germania che, dopo aver
capitalizzato il consenso dell’opposizione, si adatteranno una volta al
potere agli ordini delle superiori oligarchie.
Le verità capovolte
sgomentano.
I filoamericani hanno tutto da guadagnare dall’impero in cui
viviamo: carriere, prebende, incarichi, le carezze del potere.
I
cosiddetti filoputiniani sopportano di esser messi alla gogna,
rinunciano a incarichi e soldi, non guadagnano nulla dalla Russia.
Eppure i primi giudicano e linciano mediaticamente i secondi.
Allo
stesso modo due criminali di guerra, Bush e Blair, che hanno mentito
pubblicamente e causato almeno mezzo milione di morti in Iraq,
continuano a partecipare a master e conferenze, ricchi e onorati, mentre
l’uomo che ha svelato i loro crimini è perseguitato nel cuore
dell’Europa.
Credete che i politici del Ppe o del Pd, tipo il ministro
Tajani e il commissario Gentiloni, riconoscano questa anomalia? Lo spero
per le loro coscienze.
Finiamo
con un sorriso.
La rassegna stampa del ministero degli Esteri che
censura Spinelli, Travaglio, Mearsheimer, Sachs e altri riportando solo
il catechismo Nato, è considerata top secret alla Farnesina.
Terribili ukase (editto, ordine perentorio. ndr) colpiscono
giovani diplomatici che abbiano l’ardire di inviarla per email a un
parente, a un amico, persino a un collega in pensione. Sono tutti
terrorizzati.
A questo si dedica la Segreteria generale diretta da
Riccardo Guariglia, diplomatico del mio concorso, che ricordo mite,
giovane silenzioso, pronto a obbedire.
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