sabato 29 giugno 2024

Dopo la sera degli orrori, rivolta democratica contro Biden

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Sono costretto a riprendere brevemente il post di stamattina perché la prestazione di Biden durante il duello con Trump è stata così penosa da aver innescato una rivolta dentro il partito democratico che in 90 minuti ha visto affondare il presidente dentro la sua confusione mentale: “questo non era un dibattito, era un’emergenza medica” ha scritto il Telegraph. E adesso insistenti voci parlano di un vertice del gotha democratico per convincere il vecchio Joe a ritirarsi : ci dovrebbero essere Nancy Pelosi, Chuck Schumer e Barack Obama. Pare anche che si stia cercando di spingere la moglie del presidente Jill a consigliargli di rinunciare.

“Biden sta per affrontare un crescendo di richieste di farsi da parte”, ha detto al  New York Times uno spin doctor  sostenitore di Biden , mentre un altro democratico lo ha detto in modo ancora più netto al Washington Post: “Siamo fottuti. Non riesce proprio a dire una sola battuta”. David Plouffe – uno stratega di campagne elettorali che ha lavorato alla  campagna di Barack Obama nel 2008 – ha sostenuto che Trump e Biden sembravano avere “30 anni di differenza”, nonostante una differenza effettiva di età sia i soli tre anni.

Non sono esagerazioni. Ieri sera,  dopo una settimana intera di preparazione, pratica e molto probabilmente anche l’accesso anticipato alle domande, il presidente in carica ha spesso dimenticato di cosa stava parlando, ha offerto espressioni vuote e sconcertate alla telecamera mentre Trump parlava e per giunta ha avuto notevoli difficoltà a lasciare il palco quando l’evento di è concluso, come se avesse scordato dove si trovasse. Dopo ieri sera nessuno può più negare che gli Stati Uniti siano nelle mani di una figura di facciata che soffre di grave demenza. Biden rimane in carica per motivi di convenienza e clientelismo politico, mentre poteri grigi guidano di fatto l’esecutivo.

E soprattutto c’è stata la reazione fortemente negativa dei maggiori donatori del partito democratico i quali si sono resi conto  che con “sleepy Joe” la partita è certamente persa e stanno tempestando i vertici perché si arrivi a una sostituzione Dal momento che questo coinvolge anche senatori e deputati che in futuro avranno bisogno di “contributi” per la loro rielezione, è chiaro che il segnale di allarme viene amplificato. “Biden deve ritirarsi. Non c’è dubbio”, ha detto un donatore di grosso calibro proponendo una lista guidata dalla signora Whitmer e da Wes Moore, il governatore del Maryland.  Così quella che era un’ipotesi sta diventando una necessità.

Ma a parte che il presidente non ci pensa nemmeno a ritirarsi, è probabilmente troppo tardi per cambiare le cose perché moltissimi si sono resi conto che per quattro anni il Paese è stato in mano a una persona non è in grado di gestire nemmeno un chiosco di gelati, mentre tutta l’informazione diceva meraviglie su di lui. Cadono come stelle filanti le illusioni sulla cosiddetta democrazia americana. Mr Smith era solo una favola.

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