Il governo Meloni “valuta” il decreto numero 9.
(GIAMPIERO CALAPÀ – ilfattoquotidiano.it)
Capri, Bruxelles e Washington. G7, Unione europea, Stati Uniti e Nato: l’Occidente continua la corsa agli armamenti e ai cosiddetti “aiuti” – compresa la difesa aerea franco-italiana dei Samp-T – per Zelensky; il governo Meloni studia la possibilità di un nono decreto per inviare armi a Kiev.
Stoltenberg pare volere dall’Italia proprio i sistemi di difesa aerea Samp-T, per questo le parole di Crosetto all’incontro del gruppo Gedi (Stampa e Repubblica) di giovedì sembrano uno sfogo o un messaggio a chi deve intendere: “L’Italia ha ordinato alcuni sistemi di difesa aerea Samp-T due anni fa, l’industria che ha la commessa mi dice che li consegnerà tra tre anni. Voi pensate che uno possa fare il ministro della Difesa o difendere un Paese con questi tempi? Non riesco a capire come sia possibile metterci tre anni per costruire una qualunque cosa, anche la più complessa che esiste al mondo”. Qual è l’industria a cui si riferisce Crosetto? Si chiama Eurosam, joint venture fra i francesi di Aérospatiale e Thomson-Csf e l’italiana Alenia. L’attuale versione dei Samp-T “ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio”, si legge sul sito dell’Esercito. L’Italia ne aveva sei batterie, una è stata già inviata in Ucraina, un’altra è stata mandata in Turchia dal 2016 al 2019 contro i missili provenienti dal territorio siriano e poi è rientrata. Quindi cinque batterie che, hanno fatto filtrare fonti militari alla stampa, l’Italia non può mandarle a Kiev, perché saranno essenziali tra G7 del 13 giugno in Puglia e Giubileo. Insomma, bisogna investire più risorse, costruire e continuare la corsa agli armamenti, è tempo di guerra, ripetono come un mantra tutti i leader occidentali.
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