L’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, è stato condannato a due anni e otto mesi per riciclaggio nel processo legato all’acquisto della famosa casa di Montecarlo.
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In origine i pm avevano contestato i reati di associazione a delinquere finalizzata al peculato, riciclaggio e evasione fiscale. Nella scorsa udienza, però, i giudici avevano dichiarato la prescrizione per l’accusa di associazione a delinquere, essendo stata esclusa l’aggravante della transnazionalità. Secondo l’iniziale impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia di Roma, gli appartenenti all’associazione a delinquere riciclavano centinaia di milioni di euro, utilizzati da Corallo per attività economiche e finanziarie ma anche in operazioni immobiliari che hanno coinvolto i membri della famiglia Tulliani. Il coinvolgimento di Fini nell’inchiesta è legato proprio al suo rapporto con Corallo, che secondo la Procura è alla base della crescita del patrimonio dei Tulliani. Questi ultimi, in base a quanto sostenuto dagli inquirenti, hanno ricevuto sui propri conti correnti ingenti somme di danaro riconducibili a Corallo e destinati alle operazioni economico-finanziarie dell’imprenditore in Italia, in Olanda, nelle Antille Olandesi e nel Principato di Monaco.
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