Sono 21 i congressisti del Partito Democratico che hanno scritto al consiglio di amministrazione della Columbia University chiedendo lo sgombero definitivo della tendopoli degli studenti pro-palestinesi sul campus dell’ateneo.
Finora erano stati i congressisti repubblicani a far pressione sui dirigenti dell’università per porre fine alla protesta studentesca.
Una conferma in più dell’influenza del tutto trasversale della lobby sionista sui luoghi decisionali negli Stati Uniti.
“E’ ora che l’università agisca con decisione e assicuri la sicurezza di tutti gli studenti sgomberando l’accampamento. Il tempo dei negoziati è scaduto”, hanno scritto i deputati “democratici”: “La responsabilità ultima spetta al Consiglio di Amministrazione. Chi non se la sente, si deve dimettere”.
Hanno firmato la lettera, tra gli altri, i congressisti Josh Gottheimer e Dan Goldman, l’ex leader della maggioranza Dem alla camera Steny Hoyer e i colleghi Adam Schiff, Dean Phillips, Debbie Wasserman Schultz e Ritchie Torres.
La scorsa settimana, con il leader della maggioranza repubblicana alla Camera Mike Johnson in prima fila, numerosi deputati repubblicani avevano chiesto le dimissioni della preside dell’ateneo Minouche Shafik che, pur avendo chiamato la polizia sul campus, era stata giudicata troppo debole per gestire la situazione.
La Columbia University ha intanto annunciato di aver cominciato a sospendere gli studenti che hanno deciso di non sgomberare l’area nonostante la scadenza dell’ultimatum. Chi è sospeso non potrà partecipare al semestre o, se è all’ultimo anno, laurearsi.
Il Washington Post riferisce intanto che almeno 900 persone sono state arrestate negli Stati Uniti dall’inizio dell’ondata di proteste universitarie pro-Palestina. Il quotidiano definisce gli arresti “la più massiccia risposta di polizia all’attivismo nei campus universitari da anni a questa parte”, ma avverte anche che gli arresti potrebbero innescare nei prossimi mesi numerose battaglie legali nei confronti delle forze dell’ordine e delle amministrazioni universitarie, che hanno chiesto il loro intervento.
Le manifestazioni che da settimane animano i campus sull’intero territorio degli Stati Uniti sono state perlopiù caratterizzate da occupazioni e sit-in pacifici, ma sono talvolta degenerate in tafferugli tra i manifestanti che chiedono la fine delle ostilità a Gaza e i contromanifestanti pro-Israele.
Manifestanti e polizia si sono duramente affrontati lunedì all’Università di Austin, Texas, in uno scontro che ha portato a decine di arresti.
Al campus di Austin, un avvocato ha detto che almeno 40 manifestanti sono stati arrestati lunedì con l’accusa di violazione di domicilio, alcuni dei quali da agenti in tenuta antisommossa che hanno circondato circa 100 manifestanti seduti, trascinandoli o portandoli fuori uno per uno tra le urla. Un altro gruppo di manifestanti ha intrappolato la polizia e un furgone pieno di arrestati tra gli edifici, creando una massa di corpi che spingevano e spingevano e spingendo gli agenti a usare spray al peperoncino e dispositivi flash-bang per sgomberare la folla.
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