domenica 28 aprile 2024

Netanyahu preoccupato della Corte Penale Internazionale… si raccomanda agli USA per bloccarla

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Secondo il Times of Israel, Netanyahu è estremamente preoccupato di finire incriminato e perseguito per crimini di guerra mentre gli Stati Uniti fanno pressioni per impedire alla Corte penale internazionale (Cpi) di emettere in settimana mandati di arresto per il premier Benyamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo dell’Idf Herzi Halevi. In pratica i tre responsabili del genocidio a Gaza, se condannati, non potrebbero uscire da Israele correndo il rischio di essere arrestati.

Il sito di notizie Walla scrive che Netanyahu ha fatto telefonate continue durante il weekend cercando di convincere gli Usa a bloccare qualsiasi decisione della Cpi.

Sul sito di notizie Walla, l’analista Ben Caspit scrive che Netanyahu è “sotto stress insolito” per la prospettiva di un mandato di arresto contro di lui e altri israeliani da parte del tribunale delle Nazioni Unite dell’Aia, che sarebbe un grave deterioramento dello status internazionale di Israele.

Netanyahu sta conducendo una “spinta telefonica senza sosta” per impedire un mandato d’arresto, concentrandosi in particolare sull’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, scrive Caspit.

Haaretz sottolinea che il governo israeliano sta lavorando sul presupposto che il procuratore della Cpi Karim Khan possa emettere questa settimana i mandati di cattura.

L’analista di Haaretz Amos Harel scrive infatti che il governo israeliano sta lavorando sul presupposto che il procuratore della CPI, Karim Khan, possa emettere questa settimana mandati di arresto per Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi.

Gli Stati Uniti, che, come Israele, non sono tra i 124 paesi che hanno firmato lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, sono già impegnati nello sforzo di bloccare i mandati di arresto, secondo Harel.

L’ultima dichiarazione pubblica di Netanyahu sulla guerra ha detto che le prossime decisioni della CPI potrebbero creare un “pericoloso precedente”.

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