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Anche la Bulgaria, nel suo piccolo, si arrabbia. Sommersa dai conti da pagare per le dosi inutili di vaccini Pfizer anti-Covid acquistati dalla Commissione europea a spese sue e degli altri Stati membri, invoca la cancellazione dei contratti con le case farmaceutiche per cause di forza maggiore.
Per la precisione, la Bulgaria parla in primo luogo di rinegoziare i contratti: ma da sempre si sa che questo è impossibile. La novità però è l’ipotesi, che risulta affacciarsi per la prima volta, di stracciare i contratti. La causa di forza maggiore è quella relativa a fatti nuovi situati al di fuori del controllo di chi ha firmato un contratto. In questo caso, si potrebbe ipotizzare un qualcosa del tipo: la situazione della pandemia è radicalmente cambiata perché il Covid, con l’imprevedibile arrivo della variante Omicron, non fa più paura.
Però bisognerebbe che gli altri Stati Ue prendessero sul serio l’idea. Se questo sta avvenendo, il processo è sotterraneo. E se non sta avvenendo, magari sarebbe anche il caso di farlo avvenire.
I CONTRATTI UE PER I VACCINI
Come è noto, la Commissione Europea ha stipulato contratti segreti per i vaccini Covid che valgono 71 miliardi di euro e riguardano 10 dosi per ogni cittadino europeo. Questi numeri comprendono anche le dosi opzionali. Non si sa quante sono le dosi opzionali acquistate e quanti sono i relativi miliardi. In ogni caso, le dosi finora arrivate e ulteriormente in arrivo non sono solo troppe, ma sono anche troppissime.
L’Italia, ad esempio, dovrà sborsare quest’anno un miliardo solo per i vaccini inutili del maxi contratto con Pfizer, nel quale ha avuto un ruolo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Eppure il Parlamento europeo l’ha graziata, evitandole il disturbo di dare spiegazioni pubbliche.
La Bulgaria e l’Italia non sono le uniche con i magazzini pieni di fiale che vanno pagate anche se rimangono inutilizzate. Per limitarsi alle ultime settimane, la piccola Estonia ha circa 1,3 milioni di abitanti e sta lottando contro l’arrivo di altrettante dosi di Pfizer. La Germania ha sbolognato – pardon: donato – 1,5 milioni di dosi al Nepal. In Spagna, si distruggono 14 milioni di dosi inutili; altri 8,5 milioni se ne distruggono in Svezia. Ma è solo una piccola antologia giornalistica.
Non risulta che nessuno abbia tenuto il conto delle dosi inutili fin dall’inizio, ma da tempo i vaccini Covid dell’Ue vanno in pattumiera in quantità industriali. Bisogna comunque pagarli. Ogni dose di vaccino mRna Pfizer e Moderna ha prezzi ignoti: secondo fonti giornalistiche ultimamente sarebbero pari, rispettivamente, 19,5 e 25,5 euro. Quante montagne di soldi pubblici buttati!
LA BULGARIA ALZA LA VOCE
Le case farmaceutiche rifiutano di rivedere i contratti e di ridurre le consegne. Dal loro punto di vista, pretendono semplicemente il rispetto degli accordi messi nero su bianco. L’agenzia di stampa AdnKronos è riuscita qualche settimana fa a leggere il verbale, abitualmente segreto, del Consiglio Ue durante il quale gli Stati hanno parlato dei troppi vaccini con la commissaria alla Salute. In sostanza, nessun margine di manovra.
In seguito a questa situazione, la Bulgaria che ora si arrabbia si ritrova con una quantità di dosi in eccesso superiore alla quantità di dosi somministrate. Il ministro uscente alla Salute (ci saranno elezioni anticipate in aprile) si chiama Assen Medzhidiev. Ritiene che sarebbe irrazionale sia l’arrivo (e il pagamento) di ulteriori dosi destinate alla pattumiera sia l’obbligo di dover pagare una penale in caso di mancato acquisto.
Chiede una presa di posizione unitaria e ferma a livello di stati Ue: magari anche per stracciare i contratti invocando la causa di forza maggiore.
GIULIA BURGAZZI
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