mercoledì 29 marzo 2023

Il governo approva con decreto d’urgenza lo scudo penale per gli evasori

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Dopo il mancato blitz nella legge di bilancio, causa levata di scudi delle opposizioni, il governo Meloni è ritornato alla carica usando la decretazione d’urgenza per approvare lo scudo penale a favore degli evasori che decidono di pagare il dovuto una volta scoperti. “Si prevedono cause speciali di non punibilità di alcuni reati tributari (omesso versamento di ritenute dovute o certificate per importo superiore a 150.000 euro per annualità, omesso versamento di IVA di importo superiore a 250.000 euro per annualità, indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50.000 euro)”, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi. Somme che vanno ben oltre la cosiddetta evasione di necessità, andando a coprire legalmente di fatto evasori seriali e non in crisi e rendendo presumibilmente più conveniente provare a non pagare le tasse piuttosto che farlo regolarmente. Una questione a cui si aggiungono anche dubbi di legittimità procedurale dovuti all’inserimento di misure su energia, salute e fisco in un unico decreto-legge.

Il governo Meloni ha strizzato l’occhio al suo elettorato mantenendo la promessa sull’alleggerimento in materia di fisco. Lo ha fatto con un blitz in tarda serata, visto che lo scudo penale a favore degli evasori non era presente nelle bozze uscite qualche ora prima dal pre-Consiglio. Sempre in materia fiscale, il governo Meloni ha deciso di prolungare i termini dei condoni previsti dalla legge di bilancio. È slittata così dal 31 marzo al 31 ottobre 2023 la scadenza di pagamento della prima rata per regolarizzare le violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022. Nel decreto-calderone è stato poi inserito, con buona pace della coerenza e della progettualità delle leggi, anche il nuovo Codice degli Appalti: una sorta di ultimo treno agguantato in extremis dalla maggioranza che doveva approvare la norma, nel quadro delle riforme “abilitanti” previste dal PNRR, entro il 30 marzo. Spazio poi al divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, fortemente voluto dal ministro Francesco Lollobrigida. Dal dicastero della Salute è invece arrivata la spinta per rendere più severe le pene relative alle aggressioni al personale sanitario e aumentare la paga agli specializzandi volontari in Pronto Soccorso a 40 euro l’ora (fino a un massimo di 100€/h). Chiudono il provvedimento alcune misure contro il caro vita, come l’IVA al 5% per il gas nel prossimo trimestre o lo sconto sulle bollette energetiche per i nuclei familiari con ISEE fino a 15mila euro.

Lo scudo penale inserito a sorpresa nell’ultimo decreto-legge rappresenta una sorta di estensione del disegno di legge di delega al governo per la riforma fiscale, approvato lo scorso 16 marzo dal Consiglio dei Ministri. Tale continuità ha sollevato non pochi dubbi sulla legittimità del ricorso al decreto-legge (che risponde alle clausole di necessità e di urgenza) da parte del governo Meloni, non nuovo ad ambiguità istituzionali. Ad ogni modo, dopo il via libera da parte del Parlamento, l’esecutivo avrà 24 mesi di tempo per emanare uno o più decreti legislativi “di organica e complessiva revisione del sistema fiscale”. È prevista la revisione dell’IRPEF, “in modo da attuare gradualmente l’obiettivo della equità orizzontale” (leggasi flat tax), nonché una diminuzione dell’IRES secondo lo slogan “più assumi, meno paghi”. Si aggiunge poi la possibilità dell’evasione per necessità, uno dei cavalli di battaglia del governo su cui si è già infiammato il dibattito giuridico. Da un lato quello che si va ad intercettare è una esigenza reale per cittadini e imprenditori alle prese con la crisi, dall’altro non sarà facile separare i casi legati al dolo da quelli legati invece alla necessità, un concetto con ampia portata discrezionale.

[di Salvatore Toscano]

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