mercoledì 29 marzo 2023

Caro professore…


Caro professore,
intellettuale mancato o mai riuscito
bene istruito, formato e mal pagato
più volte selezionato, sempre sospeso
tra nuove leggi e vecchi solidi abusi
Ti vedo ogni mattina, vicino e lontano
Che trascini le croci per la tua sbandierata missione
senza riconoscimento se non nell’omologazione
Che perdi saluto e gentilezza nei corridoi
grigi d’invischiamento e manipolazione
Che ridi di gusto per le parodie sui luoghi comuni
da cui fingi a malapena di volerti liberare
Che non trovi voce se non nelle bocche altrui
Che non hai la forza di dire no a chi continua
a caricarti di offese, di pesi e di burocrazia
Che ti scontri coi pari in preda alle nevrosi
covate negli umidi nascondigli del malcontento
Che ti disperi nella tua solitudine di silenzio
Che cambi luogo senza cambiare stato
Che ti ritrovi muto in mezzo a tante orecchie
pronte solo alla delazione e al servilismo
Che non hai il coraggio di abbracciare
la disperazione che ti congela i passi
così da scioglierli nella comprensione
Che preferisci alla rottura una riparazione
che moltiplica le ferite non sanate
Che temi di perdere tempo nel confronto
ma non senti di perdere potere, ottimizzando
genuflessioni per raccattare briciole

Che ti adegui alla tecnologia del controllo
e non ti accorgi quanto contro risuona la vita
Che sei così stanco di chiedere invano
da smettere di rispondere
Che hai il cuore a pezzi per la
materia prima
senza affinare gli strumenti per la sublimazione
la lasci in preda degli automatismi familiari
e dell’idiozia di stato di cui ti fai complice
Caro professore, fratello, mio simile
Fino a quando continueremo
ad urtarci come ciechi
senza rivoltarci insieme
contro chi ci tiene al buio?

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