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Un governo reazionario non necessariamente deve essere anche stupido. Ma quando lo è, incontrovertibilmente, la realtà si incarica di mostrarne – moltiplicata – la miseria agli occhi di tutto il mondo.
Nel bel mezzo di una autentica ondata di di barchini e gommoni stracarichi di migranti in fuga da tutto (guerre, siccità, desertificazione, fame, vessazioni, ecc), con i mezzi della Guardia Costiera e della Marina Militare in seria difficoltà davanti al numero di salvataggi da effettuare su un vasto braccio di mare, “autorità italiane” non meglio specificate hanno bloccato una nave ong nel porticciolo di Lampedusa perché avrebbe operato “salvataggi multipli”.
Il riferimento – di sedicente “legalità” – è alla recente norma approvata dal governo Meloni che obbliga le navi civili ad operare un solo salvataggio alla volta, dirigendosi poi nel “porto sicuro” indicato dalle stesse “autorità italiane” e quasi sempre collocato a centinaia di chilometri dal Canale di Sicilia o dalle coste calabresi.
Un modo neanche troppo nascosto di scoraggiare l’attività di salvataggio, costringendo queste navi a lunghi ed inutili viaggi, con aumento dei costi per gli armatori e dello stress per i naufraghi.
Per sovrapprezzo, ritenendo forse l’accusa di “salvataggi multipli” troppo impresentabile agli occhi di persone dotate di senno, le “autorità” hanno pensato bene di aggiungerci quella di complicare il coordinamento dei soccorsi “sovraccaricando le linee telefoniche del Centro nazionale di coordinamento”.
Fa un po’ ridere, e anche incazzare, in pieno terzo millennio, l’immagine di coordinatori alle prese con “linee telefoniche sovraccariche” come forse avveniva ai tempi in cui il collegamento al numero chiamato veniva fatto manualmente dalle centraliniste…
E giustamente l’equipaggio di una seconda nave “sotto osservazione” – la Ocean Viking, di Sos Mediterranée – ironizza ricordando che questo stesso presunto “eccesso di comunicazione” veniva pochi anni fa considerato un merito, perché consentiva di ridurre al minimo i tempi dei soccorsi.
Ma veniamo alla nave bloccata a Lampedusa. Perché qui cade qualsiasi “narrazione coatta” dei pifferai di governo.
Per somma sfortuna di Meloni & co. si tratta della Louise Michel, finanziata ed istoriata da Banksy, l’ignoto artista “di strada” che tutto il mondo conosce e apprezza, disputandosi le sue opere “trasportabili” a suon di milioni…
Dunque tutto il mondo, analfabeti inclusi, sa a questo punto che l’Italia è governata da un gruppo di reazionari che considera un “reato” – o comunque un’infrazione grave “alle regole” – salvare troppa gente in mare.
Normalmente, per questo, dovunque si dà un premio sia pure simbolico come una medaglia. Qui ti intimano di non lasciare il porto fin quando le “autorità” non ti daranno il permesso, magari consigliandoti di “non provarci più”.
La “regola” inventata dai furbissimi legislatori improvvisati per diradare la presenza di navi “indesiderate” si ritorce insomma contro i suoi inventori. Come fai a spiegare al mondo che “salvare troppe vite” non va bene? Come fai a presentarti come un campione e giudice di “diritti umani”?
E’ come ammettere – nemmeno troppo indirettamente – che tu ti muovi intenzionalmente perché di vite se ne salvino un po’ di meno. Ossia che si siano più morti, tra quei disgraziati che sono stati costretti a scegliere tra una morte probabile in mare e una pressoché certa nel luogo da cui sono partiti.
Insomma, alla domanda che Giorgia Meloni aveva coattescamente posto ai suoi critici in Parlamento – «volete dire che ci sono uomini delle forze dell’ordine che non salverebbero bambini perché avrebbero queste indicazioni dal governo?» – le “autorità italiane” che hanno bloccato la Louise Michel in porto hanno risposto con i fatti: “sì, è proprio così, non vogliamo che ne vengano salvati troppi”.
Perché queste sono “le indicazioni del governo”, addirittura scritte in alcune “leggi”.
Un governo reazionario non deve necessariamente essere anche stupido. Ma siamo costretti a ricordare il partito di Giorgia Meloni, e lei stessa più di altri, quando stavano alla (finta) opposizione proponevano come soluzione all’immigrazione disperata (“clandestina” non ci viene proprio…) “il blocco navale”.
In sei mesi di governo deve aver intuito che non è possibile fare qualcosa che almeno lontanamente ci somigli. A meno di non mitragliare direttamente barchini e gommoni… Insomma, era una chiacchiera da osteria, buona per acchiappare voti alticci, non una cosa seria…
E così si sta dimostrando per l’altro grande tormentone che sgorga dalle gole di governo: “impedire le partenze”.
Siete il governo, avete tutti gli strumenti. Provateci…
Cosa fate? Andate a Tunisi a impedire, voi (la guardia costiera o la marina militare italiana), che quelle bagnarole bucate prendano il mare? Ah, non si può, è uno stato sovrano…
Andate a Tripoli a fare qualcosa di simile? Ah, non si può, c’è un accordo (e un finanziamento, oltre all’invio di navi) col governo locale riconosciuto dall’Unione Europea. E poi il capo della guardia costiera libica – Abd al-Rahman al-Milad, detto Bija – è anche il capo degli scafisti, e di solito lo ospitiamo nelle nostre basi militari…
Allora si potrebbe andare nell’altra mezza Libia, quella di Bengasi. Ah, non si può fare, con Haftar stanno i francesi, i russi e chissà altro. Meglio non sfruculiare…
Resta ancora l’Egitto… Ma, ah, non si può fare. Stiamo trattando con Al Sisi un bel po’ di gas, tanto che neanche gli chiediamo più degli assassini di Giulio Regeni…
Finito il giro resterebbe la Turchia. Ma che scherziamo! E’ membro della Nato e insieme all’Unione Europea gli diamo 3 miliardi di euro l’anno perché si tenga – o provi a farlo – centinaia di migliaia di profughi provocati dalle “nostre” (euro-atlantiche) guerre in Siria, Afghanistan, Iraq, ecc. Rischiamo che Erdogan apra completamente i rubinetti…
Questo fa di un governo reazionario un governo senza cervello e perciò pericoloso.
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