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domenica 24 luglio 2022
SPERANZA CONTESTATO ANCHE “A CASA SUA”
Grida e fischi che non si possono nascondere neanche con un minuzioso “taglia e cuci” al montaggio, e così anche dai video pubblicati sulla pagina ufficiale di Articolo Uno si sente chiaramente la contestazione rivolta al loro leader, e ministro della Salute, Roberto Speranza.
Il segretario del partito di centrosinistra giocava in casa, lo scorso sabato 16 luglio a Bologna durante la festa nazionale di Articolo Uno: era sul palco insieme al segretario della CGIL Maurizio Landini per un incontro intitolato “Un mondo nuovo, una sinistra grande”. Ma l’unico mondo nuovo emerso è quello di chi, ai margini della platea, lo ha contestato duramente, chiamandolo “assassino”.
Una protesta che ha accompagnato l’evento fin dal suo inizio, al punto che la moderatrice, redattrice di Ansa, Serenella Mattera si è dimostrata imbarazzata già dalla presentazione degli ospiti: “Dall’accoglienza sapete già chi è qui con me sul palco stasera”, ha detto, con tono esitante, la giornalista.
La protesta non poteva essere ignorata, così Speranza ha preso la parola per rivendicare il suo operato: “Vi ringrazio tantissimo dell’affetto, della fiducia e della vicinanza. Vedete, non sempre è facilissimo ma ci tengo a dirvi che abbiamo sempre agito nell’interesse del Paese. A testa alta noi abbiamo difeso il diritto alla salute”. Giustificazioni sotto forma di slogan già sentite in questi anni, come del resto non è la prima volta che il ministro del lockdown, dell’obbligo vaccinale e del green pass venga contestato. Certo, quando la protesta arriva “in casa” – era pur sempre la festa nazionale del suo partito – la risonanza cresce.
Quasi volendo mettere le mani avanti, il ministro della Salute, a proposito dei suoi provvedimenti sulla gestione del Covid19, ha affermato: “Credetemi, la maggioranza del Paese la pensa esattamente in questo modo”. Parole che fanno sorridere, anche perché, mentre venivano pronunciate, erano quasi coperte dai cori di chi non ci sta ad essere bollato come parte di un’esigua “minoranza”. Ma i conti, speriamo, si faranno alle urne.
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