venerdì 26 novembre 2021

PERSECUZIONE VACCINALE E GUERRA INCIVILE

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Giorgio Agamben 11 marzo 2020:

La paura è una cattiva consigliera, ma fa apparire molte cose che si fingeva di non vedere. La prima cosa che l’ondata di panico che ha paralizzato il paese mostra con evidenza è che la nostra società non crede più in nulla se non nella nuda vita. È evidente che gli italiani sono disposti a sacrificare praticamente tutto, le condizioni normali di vita, i rapporti sociali, il lavoro, perfino le amicizie, gli affetti e le convinzioni religiose e politiche al pericolo di ammalarsi. La nuda vita – e la paura di perderla – non è qualcosa che unisce gli uomini, ma li acceca e separa. Gli altri esseri umani, come nella pestilenza descritta da Manzoni, sono ora visti soltanto come possibili untori che occorre a ogni costo evitare e  … CONTINUA QUI

Ecco l’unica via d’uscita dal vicolo cieco imboccato all’inizio della pandemia e che sta portando alla persecuzione vaccinale e alla guerra incivile

di Paolo Diodati, Ordinario f.r. di Fisica Sperimentale e Applicata

Via d’uscita civile, razionale e onorevole  in extremis, perché nessuno può negare gli errori assurdi commessi nella gestione della pandemia, sin da l’inizio, perseverando nei quali siamo scivolati in uno Stato che appare sempre più autoritario, nonostante le miti e tranquillizzanti immagini di Mattarella e Draghi.

La realtà è che si dà la caccia,  sempre più chiaramente, spietatamente e scientificamente immotivata, ai non vaccinati, untori presunti e indimostrabili tali, tra l’altro in mezzo a possibili untori mono o pluri vaccinati, prima illusi di diventare immuni, poi sottoposti alle sorprese del bi o tri vaccino, senza che nessuno degli esperti al mondo possa garantirgli come e quando finirà il supplizio.

Il nocciolo della questione: nella confusione  iniziale al crescere della pandemia, i vaccini messi a disposizione a tempo di record, sono stati ritenuti insicuri da molti, perché realizzati così in fretta da generare la paura d’essere stati “raffazzonati” (rafvax).

La diffidenza è poi aumentata per i clamorosi cambi delle prescrizioni (sotto i 50 anni, no, sopra i 70 e cose simili), quindi con prescrizioni aggiustate strada facendo e con effetti esaltati dai produttori e difetti probabilmente gonfiati dalla concorrenza.

Quelli che oggi continuano a non volersi vaccinare  hanno seguito la nascita dei vaccini anti-covid dall’inizio e quindi, a voler essere sereni e cauti, hanno avuto e hanno motivi fondati per la loro persistente diffidenza, non ultimo, anzi tra i più importanti, la posizione di tantissimi scienziati di ottimo livello, come il citatissimo Montagnier. Il pensiero unico ha sistemato anche lui: demenza senile, ribadita con linguaggio non professionale.                                                        

Entriamo nel punto più dolente del comportamento del ministro Speranza e del suo CTS: i farmaci per le cure domiciliari esistono e come. Bastava  non respingere aprioristicamente le richieste di incontro e le proposte avanzate dai vari gruppi di medici e basterebbe, oggi, chiedere la documentazione a esperti, tra altri, come Luca Speciani. Silvana De Mari e organizzazione messa su da Erich Grimaldi.

La situazione attuale vede quindi un certo numero di cittadini, che non si definiscono novax e che dovrebbero essere etichettati come norafvax, determinati a non usare i vaccini disponibili, contro i quali, gli apparenti  miti Mattarella, Draghi e pure il Papa consenzienti, si sta scatenando la caccia all’uomo, permettendo che infine si renda impossibile la loro vita.

Il giudizio della Storia non potrà che essere impietoso, mancando totalmente la motivazione scientifica per tale persecuzione immotivata scientificamente e comunque incivile. 

LA PROPOSTA 

Invece di ridicolizzare e perseguitare sempre più i dubbiosi no raf vax,  combattendo la loro posizione, il governo decida di abolire immediatamente il dannoso e ingiustificato GP, tornando alla vecchia disposizione adottata in tempi assai peggiori, della distanza precauzionale di almeno un metro. Decida immediatamente di non ignorare più la strada delle cure domiciliari  e di aiutare a organizzarle e realizzarle, convocando in particolare, Luca Speciani, Silvana De Mari ed Erich Grimaldi.

Chi non vuole vaccinarsi, abbia il suo medico di riferimento per la cura in casa propria. In tal modo si potrà rispondere anche alla domanda se in terapia intensiva, a parità di possibilità di cura, continueranno ad andarci prevalentemente gli immuni naturali o i plurivaccinati. 

Questa decisione risolverebbe ogni problema, farebbe immediatamente diminuire la fortissima tensione tra parti contrapposte e farebbe uscire il governo dal vicolo cieco in cui s’è infilato sin da l’inizio.

Perché vicolo cieco? Perché, arrivati sull’orlo di una specie di guerra incivile, chi del governo, chi degli scienziati illuminati a senso unico, può rispondere a domande tipo: ma dopo quante dosi di mono o pluri vax a distanze da determinare strada facendo, potremo stare tranquilli, nonostante i morti causati dalla vaccinazione caotica e dalla propaganda martellante del governo e che potevano essere evitati con le cure domiciliari? L’unica risposta che ho avuto da esperti è “Che male c’è a vaccinarsi ogni otto mesi o anche ogni sei mesi?” FONTE https://www.affaritaliani.it/coronavirus/persecuzione-vaccinale-guerra-incivile-755652.html

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Che male c’è a vaccinarsi ogni otto mesi o anche ogni sei mesi?”

Un gruppo di oltre trenta professori e scienziati di università tra cui Yale, Harvard, Ucla e Brown, hanno chiesto al governo di condividere i dati su cui si è basato per autorizzare il vaccino Covid di Pfizer-Biontech e hanno richiesta appellandosi alla Freedom of Information Act (Foia) del 1967 impone alle agenzie federali di rispondere alle richieste di informazioni entro 20 giorni lavorativi. I ricercatori ritengono che quelle informazioni potrebbero aiutare a rassicurare gli scettici sul vaccino e a fargli capire che il vaccino è davvero “sicuro ed efficace. Non ricevendo risposta, a settembre il gruppo intentò la causa. Il 18 novembre, la FDA ha risposto. E sapete quanto tempo ha chiesto per fornire al pubblico la documentazione che attesterebbe, di fatto, sicurezza ed efficacia del vaccino Pfizer? Fino al 2076. Ovvero, 55 anni.  LEGGI QUI 

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