martedì 30 novembre 2021

Bifo. Gentilissimo onorevole Salvini…

Gentilissimo onorevole Salvini ho letto l’intervista che ha rilasciato ad Angela Iuffrida, pubblicata dal Guardian, e l’ho trovata interessante. Non è interessante perché in questa intervista lei appare moralmente sgradevole, dato che moralmente sgradevole è tutto quel che lei dice e fa. Ma per il fatto che qui lei riesce a tratteggiare una visione, una strategia, un progetto. Un progetto suicida, un progetto assassino e suicida, come cercherò di spiegarle. Ma pur sempre un progetto.

 

comune-info.net Franco Berardi Bifo

L’occasione della sua intervista è l’orrore della frontiera bielorusso-polacca.

Parlando del Calvario cui sono stati sottoposti migliaia di persone provenienti dall’Afghanistan, l’Iraq e la Siria, strumentalizzate da un dittatore bianco di nome Lukashenko e respinti nel freddo e nella fame dal bianchissimo regime polacco, lei dice: “penso che l’Europa sta comprendendo che l’immigrazione illegale è pericolosa, così questo shock sarà utile”.

Certo, è utile che famiglie intere siano costrette a passare la notte nel freddo dei boschi bielorussi e polacchi, è utile che migliaia di africani muoiano annegati ogni anno, è utile che al confine tra Bosnia e Croazia i migranti vengano azzannati dai cani. Così imparano.

Imparano che l’immigrazione illegale è pericolosa.

Che l’immigrazione sia pericolosa è indiscutibile. Pericolosissima, in un mondo pieno di cani poliziotto pronti ad azzannare, di boschi freddi in cui perdersi, di guardie armate pronte a spararti addosso acqua fredda e pallottole, e pieno di gente orribile come lei.

Ma lei non ha riflettuto, forse, sulle ragioni per cui questa gente fugge dal suo paese e viene a disturbare i bravi cittadini bianchi che votano per lei. Allora glielo spiego, onorevole, se lei ha il tempo e la voglia di perdere tempo con me.

Negli ultimi cinque secoli i bianchi europei occupano, invadono, torturano, uccidono allo scopo, semplice semplice, di rapinare le materie prime, sequestrare giovani da sottoporre alle catene dello schiavismo. L’Europa bianca è diventata ricca così. Ma cinque secoli sono troppo lunghi per la sua scarsissima conoscenza della storia. Allora ci fermeremo ai venti anni passati, che forse lei ha avuto occasione di osservare. Venti anni fa l’occidente (i bianchi, per usare la parola oscena che lei non pronuncia mai ma sta sempre al centro del suo pensiero chiamiamolo così) ha aggredito uno dopo l’altro un paese che si chiama Afghanistan, poi l’Iraq, poi la Siria, la Libia. Dovunque ha seminato morte, bombe, miseria, terrore, dovunque ha suscitato umiliazione, desiderio di vendetta, violenza, orrore. Poi i bianchi si sono stancati, e hanno deciso di andarsene, lasciando dovunque miseria e disperazione.

Inoltre per due secoli i bianchi hanno spruzzato veleno nell’atmosfera per sviluppare la loro economia industriale. Il risultato è che in larga parte del mondo è diventato impossibile vivere.

Ecco allora che un esercito immenso di persone che non sono bianche si sono messe in marcia per venire a casa nostra come dice lei.

Come si permettono questi invasori?

Legittimamente li affoghiamo, li azzanniamo, li uccidiamo o li chiudiamo in campi di concentramento che circondano il mondo bianco da cui quelli come lei osservano soddisfatti la scena.

Tutto questo è malvagio, crudele, e forse lo sa anche lei.

Ma che farci, è questione di sopravvivenza, dice lei. Lei crede che in fondo un po’ di cattiveria ci vuole se si vuole sopravvivere, e in fondo lei crede che non è colpa nostra se i nostri antenati erano colonialisti schiavisti e assassini.

D’accordo la frittata è fatta, è cosa del passato ora dobbiamo proteggerci per evitare che le nostre vittime superino tutte le frontiere e vengano a portarci via quel che abbiamo: la casa il lavoro, un po’ di benessere.

Lei pensa di essere cattivo per necessità, per amor di patria, vero, signor Salvini? Invece, mi stia ad ascoltare, il problema più grave non è che lei sia cattivo, che su questo non ci piove di sicuro. Il problema è che lei è ignorante.

Nell’intervista citata lei dice:

“In una futura campagna elettorale per noi della Lega il tasso di natalità che scende sarà un tema centrale. Il mio obiettivo è dare serenità economica agli italiani così da incoraggiarli ad aver dei bambini. Rifiuto di sostituire dieci milioni di italiani con dieci milioni di migranti”.

Qui siamo al punto: la verità che lei cerca di nascondere è che in ogni città d’Europa ci sono molte case sfitte, cadenti, che potrebbero essere ristrutturate da migranti giovani. E che i pomodori del sud italiano o spagnolo li raccolgono soltanto africani o asiatici, che lavorano dodici ore sotto il sole e qualche volta muoiono per il calore.

La popolazione europea diminuisce a vista d’occhio, e lei crede che affogando gli africani nel canale di Sicilia e pagando le donne che mettano il loro ventre al servizio della patria, le famiglie si riempiranno di pargoletti sorridenti e pronti a lavorare come schiavi.

È fuori strada, signor Salvini, totalmente fuori strada. Io non pretendo che lei legga libri, è uno sforzo sicuramente superiore alle sue forze, ma veda un po’ se nel suo entourage c’è qualcuno che conosce l’inglese e ha voglia di leggere Count down, di Sara Swan. È un libro che spiega per quale ragione la popolazione del nord del mondo non fa più figli, e ne farà sempre meno. La signora Swan, biologa presso il Mount Sinai Hospital (che per chi non lo sa conduce da decenni una ricerca sull’infertilità crescente) spiega che negli ultimi quaranta anni la fertilità maschile è diminuita del 59 per cento. Sì, sì, ha letto bene, onorevole: 59 per cento in meno in quaranta anni. Ci pensa lei a rendere fertili i maschi italiani? Non può, gentilissimo Salvini, perché la causa dell’infertilità (per tacer d’altro) sta nel fatto che le microplastiche colpiscono il sistema ormonale maschile rendendo lo sperma sempre più inadatto a procreare.

Che sia una buona notizia o cattiva non è questo il punto. Il punto è che non serve a niente dar soldi alle buone spose italiane perché riempiano le culle di allegri marmocchi. Non lo faranno perché lo sperma dei loro maschi è incapace di farlo. E forse anche perché in un mondo di lupi, di inquinamento di depressione e di violenza crescente le donne non hanno più voglia di mettere al mondo altri infelici.

Forse per fermare l’infertilità sarebbe utile vietare la diffusione delle plastiche nell’ambiente nell’acqua e nel terreno. Ma il governo del tuo padrone Draghi ha appena respinto la richiesta di tassare la produzione di inutile plastica. Sono gli interessi della libera impresa di cui la tua Lega è il campione.

Vedi allora che quei dieci milioni di migranti farebbero bene alla tua economia, perché senza migranti moldave i nostri genitori sarebbero abbandonati a se stessi nella loro demenza senile. E senza migranti africani non ci sarebbero pomodori sulla tua tavola.

E invece tu ti rallegri se muoiono affogati, o se i lupi li azzannano alla gola. Il che non mostra soltanto che sei cattivo, che già si sapeva. Mostra soprattutto che sei poco intelligente, che hai studiato poco. So che i tuoi italiani ti votano proprio per questo.

Credono di potersi salvare.

Invece no.

Vedi, è la stessa storia dei vaccini. I bianchi hanno sequestrato miliardi di fiale e se le sono tenute tutte per sé. Hanno vietato ai paesi poveri di produrseli perché la proprietà privata dei brevetti bianchi è sacra, intoccabile. Si sono iniettati una dose, due dosi, adesso si iniettano la terza, si sono accaparrati la quarta e via andare. Agli africani abbiamo promesso un po’ di elemosina Covax, poi ce ne siamo dimenticati. Il risultato è che in Africa solo una piccola percentuale di persone sono vaccinate. E un bel giorno ci viene annunciato che dal Sud Africa, proprio il paese che aveva per primo chiesto la sospensione dei brevetti, arriva un piccolissimo vendicatore. L’hanno chiamato Omicron. Magari sarà innocuo, speriamo. Oppure ammazzerà qualche altro milione di quei vecchi bianchi compreso me.

E noi credevamo di essere furbi. No, caro Salvini, non sei furbo, sei cattivo e anche imbecille. Hai capito? Temo di no.

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