Dopo aver discusso in altri lavori il ruolo e l’andamento dei processi economico-produttivi – che oggi comprendono le dinamiche del “capitale informativo” e i modelli capitalistici – dal punto di vista delle moderne scienze aziendali. E dopo aver trattato gli stessi temi in una lettura più politico-economica, è utile – per una migliore comprensione dell’attuale fase di competizione globale – prendere in considerazione il progetto di una critica dell’economia applicata, considerando le tendenze in atto nel mondo capitalista.
Una parte sostanziale del problema consiste nella mancata comprensione delle regole del gioco di una società in cui il potere è distribuito secondo il possesso della ricchezza, generando un’ideologia che legittima tale distribuzione e distribuisce il potere secondo le capacità di ciascuno.
Il capitalismo è una forma di organizzazione della società, il cui dinamismo interno e capacità di cambiamento mantiene una profonda unità basata sulla logica del movimento MPC.
Ma quell’unità sfugge all’analisi teorica degli economisti e di altri scienziati sociali che considerano solo aspetti parziali del processo, che sono inclusi in modelli matematici o statistici astratti altamente elaborati e isolati dal contesto in cui sorgono.
Non si intende svelare alcun segreto o presentare le chiavi dell’interpretazione definitiva di un sistema così complesso come quello capitalista; il tentativo è invece quello di offrire un panorama sintetico di diversi punti di vista critici o addirittura contrari.
Sebbene non condividano la nostra visione marxista dei problemi economico-sociali, condividono l’analisi critica o in controtendenza dei progetti di capitale.
La diversità delle strategie in relazione allo “zoccolo duro” dell’attività di business multinazionale dà luogo a una diversità di configurazioni geografiche delle catene del valore, guidate da tendenze diverse, come l’integrazione (organizzata comunque vicino ai suoi principali clienti nel sistema della produzione internazionale), o la tendenza al rinvio o, al contrario, alla dispersione (di servizi e funzioni di supporto nella catena del valore globale: marketing, servizio clienti, contabilità, ecc.)
È difficile riprendere i fili di un discorso sulla teoria e l’analisi marxista dei tempi attuali, spesso caratterizzati dall’oscurantismo culturale, contro la storia del movimento operaio e la teoria marxista; cioè una parte fondamentale dell’analisi scientifica della società, che è stata condotta nei secoli XIX e XX.
Un vero apartheid politico-culturale contro il pensiero marxista, arrivando ad escludere le teorie di Marx dalla “cittadinanza” scientifica e accademica.
Siamo in presenza del tentativo di eseguire un progetto di abbattimento dell’identità scientifica nella diversità degli approcci culturali e di omologazione in una sorta di “pensiero unico” neoliberista nelle sue varie varianti e articolazioni, anche di “sinistra”, che colpisce studiosi che fanno riferimento a queste idee, escludendoli dall’enclave della scienza ufficiale.
Se l’analisi proposta fa riferimento alla teoria marxista, in particolare alla critica dell’economia politica di Marx, non è per una motivazione di proselitismo ideologico che si sceglie questa strada.
Perché, oggigiorno, solo una prospettiva marxista ci permette di comprendere e valutare criticamente il funzionamento e le contraddizioni del sistema capitalista e del suo modo di produzione.
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