Mare, +12,5% concessioni balneari
infosannio.com
In Italia trovare una spiaggia libera è sempre più difficile.
Oltre il 50% delle aree costiere sabbiose è sottratto alla libera e gratuita fruizione. A pesare su ciò, in prima battuta, è l’aumento esponenziale in tutte le regioni delle concessioni balneari che nel 2021 arrivano a quota 12.166 contro le 10.812 degli ultimi dati del Demanio, relativi al 2018, registrando un incremento del +12,5%.
Lo denuncia Legambiente nel rapporto Spiagge 2021.
Concessioni, canoni bassi ma giro d’affari da 15 miliardi l’anno
7,7% spiagge italiane interdetto a balneazione per inquinamento
Complessivamente in Italia il 7,7% dei tratti di coste sabbiose è di fatto interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento. Sicilia e Campania contano in totale circa 55 km su 87 km interdetti a livello nazionale. Lo denuncia Legambiente nel rapporto «Spiagge 2021. La situazione e i cambiamenti in corso nelle aree costiere italiane».
Legambiente: serve un limite massimo al 50% per le concessioni
Per tutte queste cose la prima conferenza nazionale dei paesaggi costieri «Coste in movimento» — organizzata da Legambiente e dall’Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani con il contributo del Comune di Lecce, della Regione Puglia e del Parco naturale regionale Bosco e Paludi di Rauccio — chiede di approvare quanto prima una legge per garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge e per premiare la qualità dell’offerta dei lidi in concessione.
In particolare, i primi tre obiettivi della legge dovranno essere: stabilire un limite massimo del 50% per le spiagge in concessione in ogni comune, con regole per garantire passaggi e spazi per i cittadini; premiare la qualità dell’offerta dei lidi in concessione; adeguare i canoni delle spiagge in concessione.
L’appello per una legge attenta al cambiamento climatico
L’altra proposta che lancia Legambiente è quella di approvare al più presto un piano nazionale di adattamento al clima, con specifica attenzione per le aree costiere come hanno fatto gli altri grandi Paesi europei. Solo in questo modo sarà possibile affrontare i crescenti impatti di eventi estremi sulla costa, l’erosione e la questione dell’innalzamento del livello del mare che porterà a sommergere molti tratti del territorio italiano secondo gli scenari disegnati da Enea e Cmcc.
Inoltre, «al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, spetta il compito di rendere finalmente trasparenti e accessibili i dati che riguardano il modo con cui vengono gestite queste delicate aree in cui troppo spesso assistiamo a vere e proprie privatizzazioni di fatto – sottolinea Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – Quando ci sarebbe bisogno di capire come. Da un Governo europeista e impegnato nella transizione ecologica come quello guidato da Mario Draghi ci aspettiamo che finalmente si affrontino questi temi e si punti ad un grande progetto di riqualificazione delle aree costiere, della loro accessibilità e fruizione turistica».
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