https://comedonchisciotte.org
Di Costantino Ceoldo
Una parola che è diventata fin troppo familiare nel nostro vocabolario quotidiano in questi ultimi quasi due anni è “paura”. Paura di vivere, paura di morire, paura di morire dolorosamente e in solitudine, lontani da tutto e isolati da tutti, con forse solo un gatto o un cane scemo a farti compagnia.
Vi è però un’altra parola che ben si è accompagnata a “paura” ed è “isteria”. L’isteria, naturale o indotta artificialmente da media e governi per scopi mai onorevoli, trasforma la paura in qualcosa di iper-paralizzante, così che il malcapitato che le sperimenta entrambe può letteralmente morire sul posto.
È accaduto, per esempio come hanno riportato i giornali, che durante la non-conclusa epidemia di Covid, un banale e curabilissimo mal di denti si sia trasformato in una occasione di morte certa perché lui o lei non hanno avuto il coraggio di uscire di casa per andare dal dentista.
La paura di morire di Covid li ha fatti morire di infezione, barricati tra le mura domestiche, dietro le mura di quella che ritenevano una fortezza inviolabile. La paura di una malattia che molto probabilmente non avrebbero contratto, oppure contratto in una forma curabile anche senza medicine, è stata la causa della morte che questi sventurati stavano cercando di evitare in ogni costo.
In generale, la paura è sempre stata l’arma prediletta di tutti coloro che ci vogliono privare di qualcosa di nobile e fondamentale.
Che si tratti di tiranni che tengono in pugno intere nazioni o di bulli che agiscono unicamente su rapporti interpersonali, la paura accompagna la promessa di sofferenza nei riguardi di chi non si adegua alla volontà dei prepotenti.
Una coercizione schiacciante, che può perfino sembrare ragionevole e giustificata sul piano puramente teorico (prevenire una “terribile” diffusione di contagi…) ma che alla resa dei conti rivela sempre il suo più vero e macabro volto.
Come resistere alla paura e preservare la nostra preziosa libertà, la nostra preziosa individualità?
L’italiano Michele Putrino sta portando avanti un tentativo singolare: far rivivere gli insegnamenti dell’antica scuola dello Stoicismo, così da offrire, a chi può e vuole intendere, una alternativa alla paura e all’isteria.
1) Nel suo libro “Manuale di resistenza al potere” [1] lei parla della “Megamacchina”. Che cos’è? Perché dovremmo saperci opporre ad essa?
R) La Megamacchina altro non è che la nostra intera società che procede in avanti in modo, per l’appunto, meccanico attraverso la tecnologia, la burocrazia e, soprattutto, attraverso il fatto che l’uomo oggi vive in realtà immaginarie. Realtà che esistono soltanto nella sua testa e che proprio per questo possono essere facilmente manipolate portando l’uomo là dove si vuole proprio come si fa con i burattini. La Megamacchina, quindi, continuerà ad averci in suo potere fino a quando continueremo a confondere l’irreale con il mondo reale. Qual è dunque la soluzione? In teoria è semplice ma nella pratica è difficilissima da mettere in atto. Come intuibile, la soluzione teorica consiste nell’imparare ad accettare la realtà per quella è e a vivere secondo le sue regole ma, se ci pensiamo, è una cosa difficilissima da mettere in pratica per l’uomo comune, dato che pochi accettano il lato duro e crudo della realtà: è per questo che da sempre molti uomini continuano a rifugiarsi nel mondo delle illusioni… Ma questo – il fatto cioè di non accettare la realtà – è anche ciò che li condanna a una vita di profondo malessere e senza senso.
2) Ma non siamo forse in “Democrazia”? In un sistema basato dichiaratamente sul dialogo certe pratiche non risultano superflue?
R) Le rispondo senza giri di parole: la “democrazia” semplicemente non esiste. Anzi, a voler essere più precisi, è semplicemente uno specchietto per le allodole, un modo elaborato da parte di chi non possiede vere capacità di comando per ottenere il potere manipolando le masse. D’altronde, nell’era dell’illusione il potere non si può ottenere se non con l’illusione. Ma questo non deve scandalizzare perché tutti – io, lei, chi ci sta leggendo, tutti appunto – siamo alla costante ricerca, in modo conscio o inconscio che sia, della nostra affermazione, di ottenere, dunque, la possibilità di poterci sentire “potenti”. E questo ognuno lo fa con i mezzi che ha a disposizione. Chi nega questo è semplicemente un ipocrita che, a sua volta, cerca di ottenere quello che desidera ingannando gli altri facendo loro credere di essere un “buono” e un “essere innocuo”.
3) Quindi, se ho capito bene, lei afferma che un sistema di potere esiste sia a livello macroscopico, statuale, che microscopico, di relazioni interpersonali quotidiane…
R) Il “sistema di potere”, come lo definisce lei, è presente sempre, ovunque e in chiunque. Questo perché, semplicemente, anche noi seguiamo le leggi della natura e, quindi, proprio come nella fisica, anche noi seguiamo la logica delle forze vettoriali, e cioè la logica che una forza, per sua natura, cerca di imporsi su altre forze e che per far questo spesso si allea con altre forze e così via.
4) Effettivamente l’Uomo è un animale sociale e si rapporta con gli altri in base a speranze, timori, aspettative di vario tipo. Che cos’è, allora, questa “paura” di cui dovremmo liberarci?
R) La paura di cui ci dovremmo liberare, come ho spiegato nel mio libro Liberi dalla Paura, è quella che esiste soltanto nella nostra testa, paura che può esistere soltanto, appunto, perché la maggior parte della gente vive in un mondo fittizio, irreale, che ogni uomo ha creato e alimentato con le proprie stesse mani.
5) L’umanità si è sempre interrogata su come resistere agli affanni della vita. Ci potrebbe ricordare brevemente che cosa è stato lo Stoicismo, di cui lei parla nel suo libro “Liberi dalla paura” [2]?
R) Lo Stoicismo, quello vero, ha poco o nulla a che fare con quello che si sa comunemente sull’argomento. Il vero Stoicismo si basa su un unico principio: imparare a guardare in faccia la realtà per quella che realmente è, al fine di vivere secondo le regole della Natura. Questo è lo Stoicismo. Ovviamente, nello scorrere dei secoli i vari pensatori hanno proposto e tentato di attuare vari approcci per arrivare a questo fine e, naturalmente, alcuni di questi metodi raggiungevano l’obiettivo mentre altri, invece, risultavano del tutto fuorvianti. Il problema è che, a lungo andare, questa dottrina, soprattutto in epoca cristiana, è stata strumentalizzata confondendo i mezzi con i fini. Ma quello che cercavano di fare gli Antichi con lo Stoicismo era, appunto, tentare di imparare a guardare in faccia la realtà.
6) Seneca è stato forse lo stoico per eccellenza. Ma come applicare nella vita di tutti i giorni i suoi insegnamenti?
R) Ecco, questo è un errore molto comune, cioè considerare Seneca come “lo stoico per eccellenza”. Non solo non è affatto così ma, dal punto di vista del fine, è quello più lontano dal vero Stoicismo tanto che, per fare un esempio, né Epitteto né, tantomeno l’imperatore Marco Aurelio, alcuni secoli dopo, lo citano mai. Seneca è diventato così famoso per noi moderni perché piaceva molto al mondo cristiano, giacché la sua visione, su molti aspetti, ne era affine. Ma il vero Stoicismo è, se vogliamo, l’esatto opposto della visione cristiana del mondo. Non a caso, infatti, quasi tutti i testi degli Stoici antichi sono stati distrutti: se pensiamo che la Scuola Stoica è stata la più diffusa scuola filosofica del mondo greco-romano per più di cinquecento anni (!), la mole enorme di volumi che sono stati fatti sparire ci fa comprendere quanto questa dottrina fosse, nei fatti, opposta a quella cristiana. E, guarda caso, gli unici volumi che sono rimasti quasi integri sono proprio quelli di Seneca… Se si vuole capire la vera visione Stoica, è meglio lasciar perdere Seneca (anche se, ovviamente, ci sono passaggi interessanti).
7) In un’epoca di viaggi spaziali (almeno per i più ricchi), di supercomputer e internet, di un mondo chiuso perché le vecchie distanze si sono accorciate grazie alla tecnologia, non le sembra che ritornare allo Stoicismo sia semplicemente volgersi ad un passato anacronistico e noioso?
R) Si può arrivare a pensare questo solo perché, le ripeto, quando si parla di Stoicismo si ha sempre in testa una visione scolastica e cristiana di questa dottrina. Volete immergervi nella visione che avevano gli Antichi seguendo la vera dottrina Stoica? Leggete Nietzsche. Oppure, se vogliamo giocare con le opere “pop” contemporanee, guardatevi Il Trono di Spade. Le sembra che imparare a guardare la realtà in faccia per quella che è, anche in tutta la sua crudeltà, accettandola e mettendo in pratica i vari giochi di forza e di potere e tenendosi sempre bene alla larga dalla compassione, possa mai essere “anacronistico e noioso”?
8) Non ci sono già tante scuole che insegnano “a vivere bene”? Perché la gente, in questi nostri giorni moderni, dovrebbe essere stoica?
R) Lo Stoicismo non ti insegna a “vivere bene”; lo Stoicismo ti insegna ad aprire gli occhi sulla realtà, per quanto questa possa essere dura, e a “giocare” secondo le sue dure regole. Altrimenti uno è sempre libero, ovviamente, di tornare a rinchiudersi sulla sua montagna di sapone fatta di sogni, immaginazioni e ideali.
Nessun commento:
Posta un commento