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di Cosimo Massaro
Ormai è diventata una “moda” denunciare il C.F.A. il Franco francese coloniale emesso dalla Francia, che attraverso l’utilizzo di tale moneta schiavizza interi popoli africani guadagnando dalla rendita derivante dal Signoraggio monetario. Tanti studiosi, esperti di politiche monetarie, non allineati al pensiero unico dominante, denunciano da molti anni le varie monete coloniali che hanno reso schiavi i popoli. A Giorgia Meloni di FDI, va il merito di aver denunciato al grande pubblico il CFA e, in questi giorni, si sono uniti in “coro”, anche Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista del M5S. Adesso tocca andare anche all’attacco dell’Euro, perché anche questa moneta, emessa solo a debito per il popolo italiano e non solo, è una moneta coloniale che ha schiavizzato tutti i popoli aderenti all’euro-sistema, permettendo di far incassare, grazie anche in questo caso al signoraggio monetario, enormi guadagni a banchieri privati che gestiscono la BCE e tutta la tecnocrazia bancaria dell’area Euro. Non si può evidenziare la pagliuzza nell’occhio del vicino senza accennare minimamente alla trave che abbiamo nel nostro.
Il professor. Giacinto Auriti, in tempi non sospetti, denunciò l’origine della schiavitù monetaria, risalente al 1694 con l’istituzione della Banca d’Inghilterra. Da allora, chi più chi meno, tutti i popoli del mondo sono stati colonizzati dall’apolide usurocrazia internazionale. Le monete coloniali creano enormi debiti e “Un popolo che non si indebita fa rabbia agli usurai” (Ezra Pound). Il grande poeta statunitense, Ezra Pound, che aveva evidenziato le vere ragioni della seconda guerra mondiale nell’eterna lotta del “sangue dei popoli contro l’oro dei banchieri” aveva pienamente ragione. Sapeva bene che la prima forma di dominio da parte degli usurai internazionali è da sempre stato il debito. Il lavaggio del cervello imposto alle masse, attraverso un meticoloso lavoro di ingegneria sociale, è arrivato al punto da far accettare quel debito eterno che sta schiacciando tutti, come se fosse una cosa giusta, anziché essere considerato immorale perché generato da una truffa contabile legalizzata.
Per raggiungere al meglio l’obiettivo dell’indottrinamento culturale, un mega cartellone elettronico che evidenzia secondo per secondo l’aumentare del debito pubblico italiano, è stato posto davanti all’ingresso di molte stazioni ferroviarie a ricordarci, quotidianamente, che dobbiamo lavorare sempre di più per doverlo ripagare. Un debito che non si potrà mai ripagare con una moneta privata emessa ulteriormente a debito (pagare un debito con un altro debito è impossibile). Se non vivessimo in uno stato di indottrinamento culturale conosceremmo le vere ragioni della nascita di quel debito truffa che ci ha reso schiavi. Sapremmo che in oltre 30 anni abbiamo già pagato più di tremila miliardi di Euro di interessi passivi senza averlo ridotto, avremmo capito che con la scusa di abbassarlo ci hanno indotti a svendere tutto il nostro patrimonio pubblico e privato, gli asset strategici nazionali e tutto il “Made in Italy”.
E’ arrivato il momento di dire, basta! Alziamo la testa e iniziamo ad invertire il senso di marcia iniziando ad attuare queste “semplici” politiche economiche:
-Coniamo monete metalliche, con valore nominale da 5-10-20-50 Euro. La Germania già lo fa con la moneta da cinque Euro, perché non lo facciamo anche noi? Chi ci impedisce di coniare monete metalliche?
-Stampiamo Biglietti di Stato a corso legale prendendo esempio dalle 500 Lire di Aldo Moro
-Mettiamo in circolo C.C.F. certificati di credito fiscale
-Eliminiamo immediatamente il pareggio di bilancio inserito in brevissimo tempo in costituzione, voluto da questa Europa matrigna e dalla sua tecnocratica finanza.
Con una nuova moneta interna, emessa senza debito, attueremmo una parziale Sovranità Monetaria, che ci consentirebbe di far ripartire immediatamente la nostra economia. Siamo come una Ferrari che procede con il freno a mano tirato. Enormi potenzialità ferme e inattive.
Nel Comune di Cosenza, con il sostegno del Sindaco Mario Occhiuto, è nata una nuova moneta d’argento, con un valore nominale di 20 Euro che si chiama “Bruzio”. Questa moneta, che ha alla base la scoperta del valore indotto del grande Prof. Giacinto Auriti, è stata fortemente voluta dall’Assessore ai tributi e all’innovazione Lino Di Nardo. Attraverso accordi presi tra il Comune e varie attività commerciali, il “Bruzio” potrà essere speso nelle aziende che aderiscono all’iniziativa. Questa spinta economica si potrebbe replicare da subito anche a livello nazionale. In questo paese non mancano le idee, ma uomini che abbiano il coraggio di applicarle.
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