mercoledì 28 luglio 2021

FRANCIA, APPROVATO IL GREEN PASS. CHI RIFIUTA L’OBBLIGO VACCINALE RISCHIA LO STIPENDIO

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FRANCIA, APPROVATO IL GREEN PASS. CHI RIFIUTA L'OBBLIGO VACCINALE RISCHIA LO STIPENDIO

Dopo giorni di polemiche e tensioni il parlamento francese ha approvato il pass sanitario.

Negli ultimi giorni sembrava che il presidente Emmanuel Macron potesse fare un passo indietro e invece con 156 voti favorevoli, 60 contrari e 14 astenuti, la legge è passata. Ora si attende la pronuncia del Consiglio costituzionale.

Al momento il pass si applica solo agli adulti, mentre dal 30 settembre verrà esteso anche agli adolescenti oltre i 12 anni.

Evidentemente a nulla sono servite le proteste che hanno attraversato la Francia nei giorni scorsi, quando centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro l’introduzione del pass sanitario.

Il primo sì alla legge è arrivato nella notte tra sabato e domenica dalla Camera alta francese che ha approvato il testo del disegno di legge con 199 voti contro 123, apportando una serie di modifiche.

Il pass sanitario certifica una delle condizioni richieste e cioè l’avvenuta vaccinazione, l’esito negativo di un tampone recente o il certificato di guarigione dal coronavirus. Dall’inizio di agosto sarà necessario per accedere a caffè, ristoranti, fiere, mostre e istituti medici (tranne le urgenze), ma sarà necessario anche per viaggiare in aereo, in treno e in autobus a lunga percorrenza. I prefetti potranno imporlo anche nei centri commerciali.

I gestori che non dovessero controllare i viaggiatori si vedranno aprire una procedura amministrativa. Dopo un avvertimento potranno essere costretti a chiudere per 7 giorni.

In caso di triplice violazione in 45 giorni sono possibili pene fino a un anno di chiusura e 9mila euro di multa. Le persone che dal 30 agosto non rispetteranno l’obbligo di vaccinazione imposto alla loro professione non saranno licenziate, ma sospese dal servizio senza stipendio.

Il testo dovrà ancora passare il filtro del Consiglio costituzionale prima di entrare definitivamente in vigore. Si tratta di un passo in più che lo stesso primo ministro Jean Castex ha scelto di fare per evitare accuse di violazione delle libertà civili.

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