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La decretazione governativa che impone i certificati verdi (Green Pass) ha preso la forma di un Decreto Legge pubblicato nella Gazzetta Ufficiale venerdì notte, dopo l’emanazione del Presidente della Repubblica, così come previsto secondo l’iter burocratico. Questa conformazione giuridica ha totalmente sorpreso chi, come me, pensava ad un Mattarella che avrebbe salvato le forme di una Democrazia più volte mortificata, ma almeno salvata quasi sempre nelle apparenze. Aver nuovamente conferito, per altri due mesi, lo status di norme aventi forza di Legge ad un contenuto palesemente incostituzionale e già bocciato dal Parlamento all’evidenza di una esplicita non conversione, sembra un ultimo disperato assalto all’Ordinamento Democratico attraverso la moribonda narrazione della pandemia.
La Legge attuativa dell’articolo 77 della Costituzione, quello relativo al decreto legge, impedisce di reiterare disposizioni peculiari di precedenti decreti legge non convertiti da uno dei due rami del Parlamento, quindi questa volta nemmeno le sembianze di rispetto parlamentare sono state salvate, come aveva fatto Conte, quando versava in situazioni di emergenza più giustificabili mediaticamente, il quale mai ricorse a questo strumento. Le ragioni di questa disperata sortita ci lasciano agghiacciati non solo perché inerenti l’arroganza con cui Draghi ha reiterato disposizioni bocciate dal dibattito parlamentare, ma per la pretesa del banchiere di Goldman Sachs di imporre delle vere e proprie Leggi razziali in una Repubblica democratica, con un atto di governo elevato a Legge senza alcun presupposto di sopravvenuta necessità e urgenza.
Pensate che stia esagerando a definire Leggi Razziali il tentativo di ghettizzare chi non aderisca volontariamente alla campagna di vaccinazioni di massa?
Il vocabolario Treccani ha stabilito che la nostra lingua identifica con la parola dispregiativa ‘razza’ un gruppo di persone che si distingue per qualche aspetto ritenuto comunemente deteriore, spregevole, da non rispettare dalla maggioranza, ed è questo il concetto attraverso cui i membri e i supporter del Governo Draghi si rivolgono abitualmente verso quei milioni di cittadini che non accettano sulla propria persona la terapia genica, e perciò costituiscono nella testa di certe persone, l’archetipo di una gruppo di uomini, donne e bambini da discriminare, cioè una razza denominata ‘No Vax’.
Draghi come Mussolini e Hitler quindi?
In favore di Draghi e a scapito di Mussolini e soprattutto di Hitler, possiamo dire che la razza eletta che ha aderito alle terapie geniche a mRna, è accomunata da un trattamento eugenetico in grado di realizzare un unico denominatore di natura biologica ben riconoscibile a tutti gli aderenti. Alla radice di questa razza politically correct vi è infatti l’accettazione all’interno del proprio corpo della manipolazione delle sequenze del DNA cellulare attraverso l’RNA messaggero contenuto nel ‘vaccino’ a proteina spyke, con effetti nei bugiardini esplicitati come ignoti e in via di sperimentazione, una situazione che nel 1938 invece non sussisteva. Le discriminazioni razziali degli anni 30 erano lasciate alla soggettiva percezione di chi selezionava gli accessi degli esseri umani alla vita sociale normale oppure nella direzione dei treni destinati ai campi di concentramento, mentre in prospettiva Nuovo Ordine Mondiale e modello Partito Comunista cinese, arriva in soccorso la tecnologia digitale e un certo universalismo globalista.
Il Decreto razziale di Draghi, il n.105 del 23 luglio 2021 della Repubblica italiana, sebbene non espliciti mai la parola “razza”, è pregno di un’accezione razzista in una dimensione eugenetica oggettivamente riconoscibile. Quando il Nazi-fascismo, ad esempio, tentò di realizzare nel settembre del 1938 le discriminazione di esseri umani divisi per razze, gli aguzzini dei regimi distinsero per cognomi i bimbi italiani che non sarebbero potuti entrare a scuola da quelli invece ammessi, e non avevano possibilità di riscontro della salubrità genetica riscontrabile scientificamente. C’è da confidare, perciò, che nel prossimo settembre 2021 i bimbi italiani cacciati da scuola saranno discriminati in maniera molto più seria rispetto alle inefficienti dittature del passato. Diamo perciò merito a Draghi e ai suoi burattinai di Davos, di voler adottare misure a difesa degli italiani purificati dal vaccino, cioè le razze dei perbenisti vaccinati Pfizer, Astrazeneca e Johnson e Johnson in questo ordine gerarchico determinato dal differente pregio riconosciuto dal mainstream ai vaccini, sulla base di un elemento biologico che rende oggettiva la discriminazione razziale scovando i reietti da ghettizzare o gli ‘scarafaggi’, così come li chiamava Hitler, molto meglio rispetto a quanto riuscirono a fare artigianalmente le SS. Inoltre 80 anni fa poteva capitare che la differente sorte assegnata ad un bambino di religione ebraica o di un bambino di religione cattolica, cioè la morte in un esperimento genetico o la libertà di vivere, fosse determinato da errori materiali, anche se gli assertori delle vaccinazioni non possono oggi rinnegare tout court tutto il back ground Nazista dell’Industria farmaceutica, che ha apposto le basi alle manipolazioni del genoma umano proprio grazie al sacrificio dei giovani ebrei che a partire dagli anni 30 iniziarono il loro percorso di catarsi con la discriminazione del non potere più entrare a scuola, per poi finire morti da adolescenti rantolando in un laboratorio della IG Farben accanto ad un campo di concentramento.
Giova qui ricordare un breve passo dal Diario di Anna Frank e calarlo nella nostra realtà di una famiglia No Vax, cioè di ebrei in quella accezione spregiativa che ha un parallelo congli anni 30:
” Gli ebrei debbono portare la stella giudaica ed essere distinti da tutti gli altri. Gli ebrei debbono consegnare le biciclette. Gli ebrei non possono salire in tram, gli ebrei non possono più andare in auto. Gli ebrei non possono fare acquisti che fra le tre e le cinque, e soltanto dove sta scritto ‘bottega ebraica’. Gli ebrei dopo le otto di sera non possono essere per strada, né trattenersi nel loro giardino o in quello di conoscenti. Gli ebrei non possono andare a teatro, al cinema o in altri luoghi di divertimento, gli ebrei non possono praticare sport all’aperto, ossia non possono frequentare piscine, campi di tennis o di hockey eccetera. Gli ebrei non possono nemmeno andare a casa di cristiani. Gli ebrei debbono studiare soltanto nelle scuole ebraiche. E una quantità ancora di limitazioni del genere. Così trascorreva la nostra piccola vita, e questo non si poteva e quello non si poteva.“
La storia dei popoli della MittelEuropa e del Mediterraneo è piena di racconti su gruppi di persone perseguitate per le loro convinzioni e una propria idea di virtù pubblica disprezzata dalla maggioranza. Sui libri di storia si sprecano aneddoti su gruppi di milioni di persone in minoranza che cercarono di sfuggire alle persecuzioni aderendo per finta alle convinzioni maggioritarie, prevalentemente religiose, le quali nei precetti di fede accludevano anche convinzioni sanitarie. Nel seguito sviscererò tutta l’attiguità morale tra la funzione del sacerdote e quella del medico, aspetto che sicuramente non è stato colto in una riflessione superficiale televisiva. Prima di evidenziare la stessa natura ‘professionale’ insita in chi media con Dio per salvare l’anima e chi invece media per salvare il corpo, ricordo come nel 1500 fu grazie alla Spagna della Reconquista operata da Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia se ci fu la cacciata dei mori (iberici di religione mussulmana) e la ghettizzazione degli ebrei, un fenomeno che interessò anche l’Italia. Particolare curioso è che anche 500 anni fa il papa era di madrelingua spagnola (il degenerato di allora si chiamava Papa Alessandro VI° dei Borgia), e fu a causa della depravazione del Vaticano se l’Inquisizione Spagnola poté conformarsi nelle crudeltà di cui sappiamo, iniziando a scovare i marrani, cioè gli ebrei e i mussulmani che aderirono al cattolicesimo obbligatorio facendo finta di farlo. Allo stesso modo della persecuzione dei marrani operata dai cattolici, pure gli arabi o i turchi in veste di esattori mussulmani, nell’applicazione delle maggiori imposte ai cristiani a vantaggio dei sottomessi mussulmani, seppero ingegnarsi per poter scovare le loro vittime, gli arabi cristiani pubblicamente mussulmani che in segreto adoravano Gesù e la Madonna per non essere discriminati e pagare il doppio di tasse. I carnefici mussulmani impiegarono meccanismi di delazione per poter scoprire le abitudini alimentari e i costumi insalubri che contraddistinguono tuttora gli infedeli non ancora sottomessi ad un certo Islam totalitario con cui, non a caso, i Dem Usa e i loro pupari di Davos, vanno d’amore e d’accordo mentre da un grattacielo di Dacca un gay vola per sfracellarsi a terra, dove invece una donna adultera è seppellita fino al collo per essere lapidata.
I tempi non sembrano cambiati anche se nell’agenda 2030 agili strumenti digitali e informatici potranno imporre l’uniformità di convinzioni sanitarie, eugenetiche politiche e quant’altro sia all’insegna del politically correct globalista, con massima efficienza totalitaria.
Se qualcuno pensa stia esagerando a lui chiedo quanto ha ben considerato la porno-azione attraverso cui il 23 luglio, in piena notte, si è ricorso alla decretazione per un‘urgenza improvvisa prevista però dal 6 di agosto!? E’ possibile un decreto che esautora la prerogativa del Parlamento di poter fare Leggi ordinarie in una delicata materia di valenza civile, in ragione di un’urgenza inaspettata che però è aspettata 14 giorni dopo, introducendo il 5 agosto la tessera verde? Ma questa oscena contraddizione in termini giuridici, non è il solo elemento di pazzia istituzionale. Il Parlamento aveva bocciato queste disposizioni già accluse in un precedente Decreto Legge, non convertendole in Legge bensì convertendone solo altre, e poiché nell’articolo 15 della legge 400/1988, si elenca tra le evenienze in cui non è possibile ricorrere al d.l., proprio quando il Governo cerchi di ripristinare l’efficacia di disposizioni accluse in decreti legge ove sia stata già negata la conversione in legge, e che il voto contro delle Camere non ci sia stato formalmente,è una foglia di fico per gli azzeccagarbugli disonesti, non un argomento delle persone per bene. In ultimo si deve convenire che il decreto razziale è ancora più abusivo e velleitario, considerando che sussiste un regolamento UE n.953/2021, di rango superiore alle Leggi ordinarie, il quale stabilisce discriminatori i green pass e perciò illegittimi e inapplicabili, e non è che basti chiamarli ‘certificati verdi’ per farli diventare legali prevaricando con un DL chiare regole UE e soprattutto articoli della Costituzione.
Tuttavia entro 5 giorni dal 23 luglio si apre il procedimento di conversione del Decreto razziale che, rispetto al procedimento legislativo ordinario, presenta alcuni elementi di differenziazione facilitanti l’eventuale approvazione in tempi brevi, ma previo un attento controllo della sussistenza dei requisiti di necessità e urgenza. Si faccia attenzione: in Senato i requisiti di necessità e urgenza sono sottoposti al parere obbligatorio della Commissione Affari Costituzionali, mentre alla Camera sono oggetto di vaglio tramite una procedura più complessa, quindi ogni membro del Parlamento, se non vorrà essere chiamato a rispondere in un Tribunale internazionale della sua compartecipazione a questa vile opera tirannica, dovrà manifestarsi come contrario anche a costo di far cadere questo Governo. Siamo ormai nel Semestre Bianco, e Mattarella non ha l’arma di minaccia dello scioglimento e del “vi mando tutti a casa senza paghetta”, anche se per la china abusiva ed autoritaria che è stata presa, potrei essere un illuso a ritenere che il Semestre bianco sia un concetto ancora vigente!
Qualcuno potrà raccontarvi che nella prassi repubblicana il ricorso ai decreti legge fu uno strumento anche in assenza di evidenti presupposti di necessità e urgenza, e per giunta questa aberrazione fu degenerata dalla prassi della reiterazione, cioè dalla consuetudine del Governo di ripresentare più volte decreti-legge dal contenuto quasi identico, con piccole variazioni. Faccio presente però che nel 1996, la sentenza n. 360 della Corte Costituzionale dichiarò illegittima tale pratica, quindi il Governo Draghi sta agendo in un conclamato senso incostituzionale, sia nelle forme, sia nei contenuti.
La pazzia totale di Draghi si comprende molto meglio soppesando gli abominevoli contenuti.
Ai sensi dell’art. 43 del d. legislativo n. 286 approvato dal nostro Parlamento nel 1998, è considerato discriminatorio ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza, l’origine o le convinzioni. In particolare la norma precisa che per essere definito discriminatorio, il comportamento deve avere lo scopo di distruggere o compromettere, il riconoscimento, il godimento o l’esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica. E’ assolutamente incontestabile che il Decreto Green pass introduce, favorisce, obbliga e finanche sanziona chiunque non attui discriminazioni dettate da una differente convinzione personale protetta dall’Ordinamento al più alto livello, come vi spiegherò con minuzia filosofica, perciò calpestando il dlgs 286/1998 e i retrostanti articoli costituzionali che questo Dlgs applica, si commettono gravissimi reati penali, e perciò è appropriato in questo mio articolo definire il Decreto Legge del 23 luglio 2021, come il Decreto Razziale.
Il Decreto Razziale è entrato in vigore l’altro ieri sera con forza di legge, non appena esso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (perciò senza attendere i “canonici” 15 giorni di vacatio). Questo turpe compendio di ignoranza e stupidità, avrà una validità di 60 giorni per portare evidentemente caos e panico, decorsi i quali o sarà convertito in legge dal Parlamento, oppure decadrà automaticamente azzerando tutto, cioè con efficacia ex tunc. La barbarie portata con questa iniziativa di terrorismo, si capisce appieno contemplando sulla natura di corpo estraneo che esso costituisce in seno all’Ordinamento repubblicano, le cui radici filosofiche ispirano tutta la normativa sanitaria in Italia. In Italia vige il principio pacifico che nessun trattamento sanitario possa essere compiuto o proseguito in difetto dell’esplicito consenso liberamente esplicitato dal soggetto interessato. Il diritto del malato a decidere sul proprio corpo, discende dall’art. 32 della nostra Costituzione secondo il quale “Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge“, ma la spina dorsale di questo principio si rintraccia nel carattere Liberale e Democratico con cui è stato informato tutto l’Ordinamento dello Stato italiano, ad eccezione del Ventennio poi grandemente ripudiato durante tutte le legislature repubblicane. Il processo decisionale per realizzare trattamenti sanitari è il frutto di una dialettica tra il medico e il paziente non tra lo Stato e gruppi di cittadini, e la necessità di un consenso libero ed informato all’atto medico in sé, rappresenta il portato di un’evoluzione che ha abbandonato l’atteggiamento “paternalistico” del medico per realizzare un’alleanza terapeutica possibile solo riconoscendo al paziente la libertà di affidarsi ad un altro medico o ad un altro trattamento sanitario di sua fiducia.
Nel Mondo Occidentale l’antica tradizione del greco Ippocrate aveva un ordine preciso: il medico aveva il dovere di fare il bene del paziente ripristinando l’ordine della natura sconvolto dalla patologia e il malato non poteva non considerare buono l’operato. Il medico proponeva e il paziente aveva il dovere di accettarlo, perché in tale vecchia visione etica, di tipo selvaggio naturalistico, il medico era una specie di sacerdote che agiva da mediatore con la divinità e aveva perciò potere sulla vita e sulla morte. Il cristianesimo si è innestato in questa visione della medicina, contribuendo a universalizzare l’etica ippocratica nei 1000 anni del periodo medioevale, quando la salute rimaneva essenzialmente un dono di Dio, e il medico era l’unico abilitato ad intervenire mediando con la morte. In questa prospettiva il paziente non aveva né le conoscenze né l’autorità morale per contrastare il volere del medico, così come un contadino che andava a Messa e ascoltava una cantilena in latino, lingua da lui non conosciuta, non capiva nulla di cosa ciò significasse. Allo stesso modo dell’Autorità ecclesiastica, anche quella medica sapeva quale fosse il bene per il paziente, ma tutto ciò è l’antico passato, che i nostalgici reazionari ed aristocratici rimpiangono. Dall’Illuminismo in poi, con l’obbligo scolastico e l’istruzione diffusa promossa dagli Stati nazionali e dalle logiche dell’Welfare State, la dialettica sociale si è stravolta unitamente a tutti i rapporti politici e culturali tra masse ed élite. Per quanto attiene il nostro argomento, il consenso all’atto medico, che era ritenuto scontato e insito dalla stessa richiesta di aiuto del paziente valeva nel Medioevo e nei primi secoli dell’Era Moderna, cioè fin quando le consapevolezze diffuse e la capacità di comprendere non hanno determinato una capacità di mettere in discussione l’operato di un medico o di una pratica medica. L’atteggiamento paternalistico, quindi, sopravvisse fin quando non comparve la Democrazia portata dal pensiero illuministico in maniere inaspettate dalle élite reazionarie e aristocratiche, grazie al quale iniziò in Occidente il lento processo di riconoscimento dell’opportunità di dare al paziente informazioni circa il suo stato di salute e sulla scelta della terapia. In epoca moderna, oltre al riconoscimento del diritto di autodeterminazione del proprio destino, si innestava la convinzione scientifica che la consapevolezza del malato determinasse un rilevante beneficio terapeutico. Tuttavia con l’avvento di Hitler in Germania e la tirannide reintrodotta proprio grazie ad un cartello industriale farmaceutico denominato IG FARBEN che inventò il Nazismo, l’orizzonte etico della medicina moderna ripiombò nel paternalismo più becero ed insano dalle Leggi razziali fino alla fine della Seconda Guerra, ma con la sentenza di Norimberga e la dichiarazione di Ginevra del 1948 si ritornò ad introdurre il principio del diritto del malato alla autodeterminazione, ripreso oggi da tutti quei codici di deontologia medica ignorati dai politicanti degli ordini medici prezzolati, corrotti e in occasione della pandemia covid, trasformatisi in assassini silenziosi in molti casi nel Nostro Paese.
Tenuto conto di tutto ciò, e che riguarda il caso di un essere umano malato, capite ora facilmente tutti quanti come il consenso informato al vaccino da parte di una persona che invece è sana, deve essere un atto ancora più insindacabile dallo Stato, e non oggetto di estorsione legalizzata mediante Decreto Legge. Un DL che norma le tipologie di estorsione e discriminazione che si possono infliggere ai No Vax, azzerano un fattore di espressione della libertà del singolo che si colloca tra i diritti fondamentali riconosciuti dal nostro Ordinamento giuridico. Le pretese dei pasdaran della vaccinazione obtorto collo non sono solo illegittime, sono ridicole.
I burattini dei satanisti di Davos, i leccaculo dei banchieri, le svampite arrivate in Parlamento a suon di marchette, i giornalisti servi dello sterco del Diavolo, si mettano il cuore in pace e se ne facciano una ragione:
non è possibile imporre medicine e soprattutto vaccinazioni sperimentali a persone che sanno di essere libere e vivere in una Repubblica, quantunque l’ipnosi realizzata dalla Tv e l’ignorante pazzia che ho visto dilagare, ammetto che mi hanno turbato ed impressionato.
L’ordinamento che ci è stato donato dai padri costituenti e dal massimo dono costituito dalle tante croci bianche dei cimiteri militari americani, inglesi, ebrei e polacchi sparsi per l’Italia, è troppo dalla parte del Popolo il quale, ancorché dormiente, distratto, ipnotizzato e ancora troppo ignorante, riuscirà a farlo valere sfruttando un colossale ribaltone che sta avendo luogo in ambito di potere mondiale.
L’art. 13 della nostra Costituzione riconosce l’inviolabilità della libertà personale, nel cui ambito deve ritenersi ricompresa anche la libertà di salvaguardare la propria salute ed integrità fisica, escludendone ogni restrizione, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi previsti dalla legge. L’art. 32, II comma, specifica invece che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge, la quale non può, in ogni caso, violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Questi principi trovano proiezioni nel rango ordinario dell’articolo 33 della legge n. 833 del 1978, istitutiva del Servizio sanitario nazionale, che stabilisce che gli accertamenti ed i trattamenti sanitari sono di norma volontari. Qualora previsti, i trattamenti sanitari obbligatori devono comunque rispettare la dignità della persona, i diritti civici e politici, compreso, per quanto possibile, il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura. A ridosso di tutta questa fortezza si erge una ulteriore tutela nella Convenzione di Oviedo, che stabilisce come il consenso libero e informato del paziente all’atto medico non vada considerato solo sotto il profilo della liceità del trattamento, ma debba essere considerato come un vero e proprio diritto fondamentale del cittadino europeo, che riguarda il più generale diritto alla integrità della persona. In questa Carta internazionale all’art. 5, una norma generale dice che “un trattamento sanitario può essere praticato solo se la persona interessata abbia prestato il proprio consenso libero e informato, e se tale persona ha ricevuto preliminarmente informazioni adeguate sulle finalità e sulla natura del trattamento nonché sulle sue conseguenze e i suoi rischi. ”.
Il vaccino non può essere obbligatorio e Draghi è arrivato al limite oltrepassandolo con questo Decreto legge razziale. Non si può smantellare un’impalcatura di diritti all’apice della Gerarchia delle Fonti, pregna di filosofia politica e morale che inzuppa quintali di norme ordinarie impossibili da abrogare dai tiranni comunisti o nazisti qualsivoglia. Questi pazzi hanno fatto uscire una fetecchia di virus da un laboratorio di Wuhan, così come ammesso dalla Cina rivelando un errore umano in laboratorio e la falsità della tesi covid-19 per zoonosi. Questo ‘incidente’, che io ho denunciato essere chiaramente doloso in forza di enormi prove logiche, ha aiutato gli interessi delle élite aristocratiche e reazionarie di Davos, che erano impaurite di perdere il controllo sull’Umanità con l’introduzione delle IA quantistiche e della digitalizzazione nel Sistema finanziario, in grado di cancellare i loro vantaggi di creazione di moneta. Solo questo è stato il motivo della Pandemia di Covid, un conflitto politico scatenato da un’èlite che ha prosperato 30 anni con la Globalizzazione, e che se anche avesse fatto 4 milioni di morti come ci dice il sito della John Hopkins University, su 8 miliardi persone e in un anno e mezzo, anche se non fossero quasi tutte morti fisiologiche come io penso, sarebbero una minima parte dei morti della II° Guerra Mondiale sacrificati per insegnare all’Umanità cosa significa discriminare per convinzioni maggioritarie, unire l’Europa sotto un’unica bandiera o prevaricare stati più deboli per depredarli.
In conclusione non ci resta che lottare per due mesi massimo in famiglia, sul posto di lavoro, al ristorante, al supermercato, sui social media, in piazza, nelle televisioni che presto ci ospiteranno e in ogni altro dove, poiché chiunque abbia capito ciò di cui si tratta, dovrà trovare dentro l’essere divino che è in lui il coraggio per non arrendersi mai, in questa vita e nella prossima.
Io non ho alcuna paura e non mi arrenderò mai.
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