giovedì 1 aprile 2021

YouTube chiude Byoblu: è la vittoria della censura sui diritti costituzionali

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Il canale YouTube di Byoblu è stato chiuso, e non una voce istituzionale si è levata in favore del canale indipendente d’informazione più seguito in Italia.

“YouTube ha chiuso Byoblu”, ha scritto Claudio Messora, fondatore del primo e più seguito video-blog italiano: “Rimossi in un solo istante 14 anni di contenuti, tra i quali molti di altissimo livello, realizzati insieme a magistrati, presidenti della Corte Costituzionale, intellettuali, filosofi, economisti, politici, avvocati, scienziati”.

Un canale che poteva vantare 525mila persone iscritte, che, come ha fatto notare Giorgio Cattaneo sul blog de Il Movimento Roosevelt, “da soli equivalgono alla somma dei lettori di tutti i quotidiani italiani, messi assieme. E quindi: muoia, Claudio Messora. Venga strangolato in silenzio, il suo newsmagazine, anche se nel frattempo è diventato una regolare testata giornalistica, con un direttore responsabile in grado di rispondere, per legge, di qualsiasi eventuale reato. Che equivoco: la legge – come nel far west – è ormai Big Tech a dettarla, scavalcando lo Stato nonostante l’oceanica elusione fiscale (enormi introiti pubblicitari intascati, a fronte di una tassazione letteralmente ridicola)”.

E il punto sta proprio qui: il fatto che un’azienda possa scavalcare le tutele previste dalla nostra Costituzione, senza che una singola voce critica da parte delle nostre istituzioni, abbia osato dire qualcosa. D’altra parte non è che ci si potesse aspettare molto coraggio, da parte di chi, ad inizio pandemia, come unico provvedimento riguardo l’informazione, aveva creato una “task force” per combattere le fake news sul coronavirus.

“Cos’abbiamo fatto?”, scrive Claudio Messora, “abbiamo ucciso, sequestrato, ricattato, minacciato? No. La nostra colpa è questa ossessione di voler far parlare i cittadini qualunque, di mostrare le notizie anche da un altro punto di vista, di concedere un palcoscenico anche alle idee che per i media non esistono, ma che sono largamente diffuse e secondo me hanno pieno diritto di rappresentanza. In un mondo di fotografi che ritoccano le immagini per adattarle ai gusti del potere, qui gli scatti si pubblicano così come sono, e basta”.

La nuova sfida, lanciata da Messora allo status quo, è quella di una raccolta fondi per cercare di acquistare un canale sul digitale terrestre. La cifra richiesta, di 150mila euro, è già stata raggiunta in poco tempo, ma è possibile continuare a fare donazioni a questo link.

“Se ci state”, conclude Messora, “se accettate la sfida, fate la vostra donazione ed entriamo, tutti insieme, nella storia, dalla porta principale”.

 

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