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Ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella comunicandogli tutti i suoi timori sulla vaccinazione. É Enzo Palladino, infermiere al Torrette di Ancona, nel reparto di Gastroenterologia, a firmare la missiva. «Scrivo questa lettera per esprimere tutta la mia angoscia e preoccupazione al pensiero che mi venga somministrata la vaccinazione Sars-Cov 2, resa obbligatoria dal Decreto Legge del 1° aprile 2021 per gli operatori sanitari – scrive. La circostanza per cui questo decreto sia stato dichiarato immediatamente efficace mi ha spinto ad una profonda riflessione, da un lato come “essere umano” con una propria identità, con le sue origini, i principi ed i valori a cui non voglio e non posso rinunciare e dall’altro come “professionista” o meglio come infermiere che ha dedicato circa 30 anni della propria vita a proteggere la salute delle persone più fragili».
«Non voglio che il mio corpo diventi oggetto di sperimentazione e nutro forti dubbi sulla fretta con cui è stato sperimentato il farmaco e non voglio introdurre nelle mie vene organismi di dubbia origine che nel tempo non siano un pericolo per la mia stessa vita. Preferisco non avere un lavoro e restare povero piuttosto che sentirmi ricattato per un lavoro che mi consente una paga non proprio da parlamentare. La sperimentazione non mi appartiene e la mia dignità non la vendo a nessuno».
«Se nei primi mesi della pandemia noi operatori sanitari eravamo eroi, addirittura angeli, oggi siamo ritenuti i responsabili della diffusione del coronavirus e il mio lavoro è diventato oggetto di ricatto. Mi sento trattato come un topo di laboratorio». Alla lettera, inviata anche al ministro Speranza e al presidente della regione Acquaroli, l’infermiere allega anche il risultato del test sierologico «da cui si evince l’assenza di contatto con il coronavirus durante circa un anno e mezzo di lavoro in una struttura ospedaliera».
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