lunedì 26 aprile 2021

COVID: “IMPOSTA AI MEDICI LA VIGILE ATTESA”. Uccide ma fa Vendere Vaccini! Speranza usa i Giudici e “Scavalca il Parlamento”

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Nell’immagine di copertina da sinistra l’avvocato Erich Grimaldi, il ministro Roberto Speranza e il magistrato Angelo Giorgianni

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Fonte originale: articolo pubblicato su Gospa News

«Il condizionamento di fatto è tornato in vigore: oggi il medico di base potrebbe essere nuovamente responsabile se non segue pedissequamente le linee guida dell’AIFA». E’ quanto dichiara l’avvocato napoletano Erich Grimaldi, presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid centrando il nodo cruciale di una sentenza del Consiglio di Stato sulle terapie domiciliari che ha annullato la precedente ordinanza del TAR del Lazio.

Il Tribunale Amministrativo Regionale aveva infatti accolto la richiesta di sospensiva cautelare del protocollo sulla cura del Covid-19 con “vigile attesa” e paracetamolo presentata dall’avvocato Grimaldi. In attesa che avvenisse la discussione di merito fissata a luglio. La bocciatura del pronunciamento del TAR ha riacceso lo scontro tra le associazioni di cittadini e il Ministero della Salute proprio quando sembrava che stessero per sbocciare i primi accordi nazionali condivisi.

 L’avvocato Erich Grimaldi, presidente del Comitato Cure Domiciliari Covid

«E’ un altro messaggio terroristico. Il Ministro Speranza ritiene di poter scavalcare persino il Parlamento». E’ invece questo, in estrema sintesi, il commento del magistrato Angelo Giorgianni, presidente dell’associazione L’Eretico e segretario generale dell’Organizzazione Mondiale per la Vita (OMV) che sono impegnate nella difesa dei diritti dei cittadini alla libertà, salute e giustizia e si stanno battendo non solo contro i lockdown ma anche contro l’obbligo dei vaccini antiCovid sperimentali, ovviamente più facili da vendere per le Big Pharma se il numero dei morti è elevato per terapie tardive, errate o ignorate, come quelle documentate nel libro scritto dallo stesso Giorgianni “Strage di Stato”.

«Il Ministro speranza ha proposto appello avverso all’ordinanza del Tar in data 6 aprile 2021 senza dialogare con il sottosegretario Pierpaolo Sileri che, nelle more, aveva coinvolto il Comitato Cura Domiciliare Covid nella revisione delle terapie domiciliari creando un possibile gruppo di lavoro attraverso un confronto con Agenas (Associazione Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) – spiega in dettaglio il presidente del Comiato Cura Domiciliare Covid – Il Senato, in dato 8 aprile, dopo la presentazione di diverse mozioni di più forze politiche che riguardavano tutte le cure domiciliari precoci, approvava un ordine del giorno per impegnare il governo a revisionare i protocolli di cura, tenendo conto delle esperienze sul campo dei medici, come da noi richiesto esattamente un anno prima, il 30 aprile 2020, tramite una atto d’invito inviato a mezzo email PEC. Avevamo chiesto un protocollo univoco fondato sulle esperienze territoriali dei medici di base, ospedalieri e specialistici perché tutti gli italiani si devono curare in ogni regione senza discriminazione».

 Il frontespizio dell’ordinanza del Consiglio di Stato – testo integrale in fondo all’articolo

«Il Consiglio di Stato in data 23 aprile, ovvero nello stesso giorno in cui il Comitato dialogava con Agenas, accoglieva l’appello del Ministero ripristinando la nota AIFA del 9 dicembre sul presupposto che il paese non può rimanere senza linee guida fino all’udienza del merito del mese di luglio. Significando che le linee guida in vigore hanno delle evidenze scientifiche. La circostanza non è corretta in quanto non esistono studi randomizzati in fase precoce che stabiliscano l’efficacia della vigile attesa con il paracetamolo. Ma soprattutto la libertà prescrittiva dei medici, che comunque permane, è sottoposta ad un’assunzione di responsabilità. La legge Gelli-Bianco, ovvero la n. 24 del 2017, stabilisce ai fini della non punibilità che i medici debbano rispettare le linee guida. Ciò comporta di fatto che la libertà prescrittiva di circa 44mila medici di famiglia italiani è vincolata o comunque molto condizionata dalla vigenza delle linee guida che impongono una vigile attesa».

LE TERAPIE DOMICILIARI EFFICACI IGNORATE DAL MINISTERO

Nel giugno scorso Gospa News è stato uno dei primi media a pubblicare la ricerca Recovery di Oxford che riabilitò i cortisonici (desametasone in particolare) quale efficace ed economico antinfiammatorio per la cura dell’infezione da SARS-Cov-2 dopo che era stato messo al bando dalla comunità scientifica, dall’Organizzazione Mondiale per la Salute (OMS) e da molti governi nazionali tra cui quello italiano in seguito ad uno studio pubblicato su The Lancet e poi risultato farlocco.

Ma fummo i primi in assoluto a notare la contraddizione tra le indicazioni della ricerca finanziata dalla Oxford University (dove lo Jenner Institute ha sviluppato il vaccino antiCovid AstraZeneca in collaborazione con il Park Science di Pomezia, Roma) che ne promuoveva l’uso solo per i malati in terapia intensiva, con una riduzione della mortalità al 29 %, mentre la neurologa Roberta Ricciardi, luminare mondiale della miastenia (una malattia iperimmune) ne predicava la somministrazione immediata ai primi sintomi del Covid-19 (e pertanto non agli asintomatici), perché capace di salvare quasi tutti.

Ecco perché non riuscimmo a credere ai nostri occhi quando il 9 dicembre 2020 leggemmo la nota dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), autorizzata dal Ministero della Salute e dal Comitato Tecnico Scientifico, in cui si prescriveva la “vigile attesa” per 72 ore e l’uso del paracetamolo, ritenuto pericolosissimo da centinaia di medici perché è un semplice antipiretico-analgesico e pertanto attenua i sintomi infiammatori impedendo la percezione dell’aggravamento della patologia. La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un fascicolo su un uomo di soli 46 anni seriamente malato di Covid-19 che fu rimandato a casa da un ospedale con la semplice cura del paracetamolo e morì prima ancora dello scoccare delle 72 ore.

Ciò potrebbe apparire la semplice conseguenza di un’erronea interpretazione terapeutica incentivata dalla ricerca di Recovery di Oxford sul desametasone. Se non fosse che la dottoressa Ricciardi di Pisa, in precedenza, aveva scritto un accorato appello al ministro della Salute Roberto Speranza per l’utilizzo del cortisone ai primi sintomi insieme ad altri 33 medici tra cui il professor Piero Sestili, ordinario di Farmacologia dell’Università di Urbino. La lettera, inviata il 24 aprile 2020, è rimasta senza risposta ufficiale alla neurologa, nel frattempo intervistata su vari TG nazionali. Poi è giunta la nota dell’AIFA che pare averne completamente ignorato i contenuti allarmanti sull’urgenza dell’efficace cura cortisonica, tranquillamente praticabile a domicilio prima della fase di acuzie dell’infiammazione da Covid-19.

Per una curiosa coincidenza, a distanza di un anno esatto da quella missiva archiviata chissà dove dal Dicastero della Salute, arriva la sentenza del Consiglio di Stato che annulla la sospensiva disposta dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio sulla circolare di “vigile attesa e paracetamolo”, in cui si sconsigliava persino l’utilizzo di vitamina D, di cui aveva invece confermato i provvidenziali benefici una ricerca del professor Giancarlo Isaia, primario di Geriatria dell’Ospedale Molinette di Torino e presidente dell’Accademia della Medicina del capoluogo piemontese. Il pronunciamento dei giudici amministrativi è giunto, però, soltanto perché il ministro Speranza ha impugnato la precedente ordinanza del TAR. Se la “nota AIFA” fosse un paziente potremmo parlare di un pericoloso e incomprensibile “accanimento terapeutico”.

L’insistenza su questa linea è diventata così ossessiva da rendere inevitabile fare luce sull’intrigo di conflitti d’interessi in cui si trova lo stesso Speranza (riconfermato al Dicastero della Salute dal nuovo premier Mario Draghi su indicazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella) che da una parte ignora le segnalazioni di un panel di esperti medici italiani, dall’altra si attiene alle indicazione dello studio oxfordiano Recovery, finanziato tra gli altri da Bill Gates, imperatore mondiale dei vaccini, ed infine difende a spada, a costo di mentire alla Camera dei Deputati sul numero di reazioni avverse, il vaccino Astrazeneca, realizzato sempre ad Oxford grazie al vettore di Adenovirus di scimpanzé prodotto dall’Advent srl, nel Park Science di Pomezia (Roma) per anni finanziato dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti, ex segretario del Partito Democratico che, prima con Renzi e Gentiloni e poi con Conte e Draghi, ha sostenuto il Governo nei suoi progetti nazionali ed internazionali PRO-VAX.

E’ pacifico che se tutti i malati di Covid-19 fossero sottoposti ad efficaci terapie domiciliari il numero dei morti (ancora da correlare precisamente alla malattia perché Speranza vietò pure le autopsie) diminuirebbe, i vaccini delle Big Pharma diventerebbero inutili e il correlato business del Park Science promosso da Zingaretti si evaporerebbe…

LA STORICA VITTORIA AL TAR DEL COMITATO CURE DOMICILIARI

L’avvocato Erich Grimaldi, nella qualità di Presidente del “Comitato per il diritto alla cura tempestiva domiciliare nell’epidemia di Covid-19”, con sede legale a Napoli, in breve “Comitato Cura Domiciliare Covid” era comunque stato capace di ottenere una storica vittoria davanti al TAR.

Ecco, il pronunciamento dell’ordinanza sul ricorso numero di registro generale 1557 del 2021, proposto da Fabrizio Salvucci, Giuseppe Giorgio Stramezzi, Riccardo  Szumsky, Luca  Poretti, rappresentati   e   difesi   dagli   avvocati   Erich   Grimaldi, Valentina   Piraino, contro Ministero  della  Salute, Aifa  – Agenzia  Italiana del  Farmaco «per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, della nota AIFA del 9 dicembre 2020 recante “principi di gestione dei casi covid19 nel setting domiciliare” nella parte in cui nei primi giorni di malattia da Sars-covid, prevede   unicamente   una   “vigilante   attesa”   e   somministrazione   di   fans   e paracetamolo, e nella parte in cui pone indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente  utilizzati dai  medici  di  medicina  generale  per  i  pazienti  affetti  da Covid».

«Considerato che, a una valutazione sommaria propria della fase cautelare, il ricorso appare fondato, in relazione alla circostanza che i ricorrenti fanno valere il proprio diritto/dovere, avente   giuridica   rilevanza   sia   in   sede   civile   che   penale,   di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, e   che   non   può   essere   compresso   nell’ottica   di   una   attesa, potenzialmente pregiudizievole  sia  per  il  paziente  che,  sebbene  sotto  profili  diversi,  per  i  medici stessi. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il  Lazio  –  Sezione  Terza  Quater accoglie,  nei  termini  di  cui  in motivazione,  l’istanza  cautelare,  e  per  l’effetto sospende  l’efficacia  del  provvedimento  impugnato,  e  fissa  per  la  trattazione  di merito del ricorso l’udienza pubblica del 20.07.2021».

Fu questa la conclusione dei giudici ora annullata dal Consiglio di Stato (organo d’appello nel diritto amministrativo) che, però, secondo un grande esperto di giurisprudenza non muta i fatti in relazione alla libertà di cura.

 Il magistrato Angelo Giorgianni

«Questa sentenza ha più un valore simbolico che sostanziale. Nella motivazione si dice esplicitamente che non ci sono esigenze cautelari perché comunque i medici possono secondo scienza e coscienza applicare la terapia che ritengono più utile. Ma ha un valore simbolico perché abbiamo un Ministro che nonostante sia consapevole che la “vigile attesa” non è positiva per la salute dei cittadini e in qualche caso può portare alla morte, impugna comunque questo provvedimento per vincolare i medici nelle terapie per la cura del Covid-19. Bisogna solamente fare un’azione d’informazione adeguata perché leggendo la sentenza emerge chiaramente che i medici possono prescrivere le cure che ritengono più opportune come le terapie domiciliari che possono combattere il Covid-19 e guarire i malati dall’infezione virale» dichiara il magistrato Giorgianni, già firmatario con l’associazione L’Eretico e OMV della diffida al Ministero della Salute contro l’obbligo di vaccinazione per i sanitari.

«In ogni caso il Consiglio di Stato ha spiegato che la circolare dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco – ndr) non vincolava i medici che già prima avevano sostanzialmente il diritto di prescrivere le terapie ritenute più idonee secondo scienza e coscienza. Quindi tanto rumore per nulla – aggiunge il presidente dell’Eretico e segretario generale di OMV – E’ solo il sistema che deve dare un altro messaggio terroristico e interpreta la sentenza in un significato che non ha. Questo non significa che le cure domiciliari non si possono attuare. Il problema è soltanto politico perché il ministro Speranza ha impugnato il principio della libera terapia nel momento stesso in cui il Senato, quasi all’unanimità, ha prodotto un atto per impegnare il Governo alle terapie domiciliari efficaci. Questo è un problema politico che dovrà essere affrontato perché si vede che il Ministro ritiene di poter scavalcare persino il Parlamento».

Sotto il profilo squisitamente giuridico il magistrato Giorgianni ha ovviamente perfettamente ragione. Ma dal punto di vista pratico, come spiegato dall’avvocato Grimaldi nell’incipit dell’articolo, si annunciano preoccupazioni serie per i medici che decideranno di non seguire le linee guida dell’AIFA, tornate in vigore grazie al pronunciamento del Consiglio di Stato, di cui è presidente Filippo Patroni Griffi, già Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il premier Enrico Letta, attuale segretario PD, e Ministro per la pubblica amministrazione con il premier Mario Monti. Chi non seguirà il protocollo, infatti, lo farà a suo rischio e pericolo sia dal punto di vista disciplinare che penale.

«L’art. 6 (Responsabilità penale dell’esercente la professione sanitaria) introduce nel codice penale l’art 590 sexies, relativo alla fattispecie di omicidio colposo e di lesioni personali colpose compiute in ambito medico. La nuova norma prevede una ipotesi di non punibilità del medico in presenza di specifici elementi: “Qualora l’evento si sia verificato a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico‐assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto”» specifica al riguardo della Legge 24/2017 Gelli-Bianco il sito BioDiritto. Su di loro pende dunque la Spada di Damocle di una cogente dittatura sanitaria come sugli operatori sanitari che si rifiutano di accettare l’imposizione di vaccini ancora sperimentali. In relazione ai quali l’EudraVigilance, la società di farmacovigilanza dell’EMA (Europea Medicines Agency) ha raccolto 152 segnalazioni di reazioni avverse gravi tra cui 7748 casi fatali.

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

ORDINANZA CONSIGLIO DI STATO SULLA VIGILE ATTESA

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