giovedì 1 aprile 2021

LA SPIA RUSSA di Sandokan

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Non c’è solo la “guerra del Covid”, c’è anche una guerra strisciante contro la Russia…

Veniamo a sapere che le informazioni relative ai sistemi di telecomunicazione militare NATO passate ai russi dal funzionario della marina italiana (per la modifica cifra di 5mila euro) “non sarebbero di particolare rilievo”.

Perché dunque tutto questo polverone politico e mediatico quando, di norma, simili panni sporchi si lavano nei retrobottega delle diplomazie?

Evidente che Roma ha voluto dare un segnale politico.

Quale è presto detto: con Draghi l’Italia riconferma non solo il suo europeismo ma il suo indefesso atlantismo.

La vicenda, tuttavia, non mi ha colpito per la sua dimensione geopolitica e militare, quanto perché il contesto che ha spinto la spia a spiare per i russi… è spia di ben altro.

Ha dichiarato testualmente la moglie di Walter Biot:

«Mio marito non voleva fottere il Paese, scusate la parola forte. E non l’ha fatto neanche questa volta, vi assicuro che ha dato il minimo che poteva dare. Niente di compromettente. Solo che era disperato. Disperato per il futuro dei nostri figli. E così ha fatto questa cosa… Io so che Walter era veramente in crisi da tempo, aveva paura di non riuscire più a fronteggiare le tante spese che abbiamo. L’economia di casa. A causa del Covid ci siamo impoveriti lo sa?…. Sì tremila euro, ma non bastavano più per mandare avanti una famiglia con 4 figli, 4 cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 260mila euro di mutuo, 1200 al mese. E poi la scuola, l’attività fisica, le palestre dei figli a cui lui non voleva assolutamente che dovessero rinunciare… Ripeto Walter si è sempre speso per la Patria».

Un quadro desolante che ci dice dello sfascio economico, politico e morale del nostro Paese.

Le autorità e i media esecrano scandalizzati l’atto di spionaggio facendo appello al “patriottismo”.

Ma di quale patriottismo questi signori cianciano quando disprezzano e irridono al sovranismo e anzi si dichiarano “sovranisti europei”? Quale credibilità ha il loro patriottismo quando essi, senza pudore, inneggiano all’atlantismo, ovvero ad un allineamento di vergognosa sudditanza agli Stati Uniti?

Questi borghesi senz’anima, questo stato di servi, hanno alimentato per decenni il loro patriottismo liberale col benessere e il consumismo, fondandolo su una morale biecamente utilitarista e individualista. Ora che il loro sistema sta collassando, ora che inneggiano alla “distruzione creativa”, ora che non possono più corrompere i cittadini coi quattrini e dicono che “nulla sarà più come prima”; ora che il Re è nudo, il loro patriottismo borghese va a farsi benedire.

Classi dirigenti di venduti e di corrotti (quanti milioni di euro le multinazionali spendono per comprare i nostri politici?) non hanno alcun titolo a invocare il patriottismo. Essi in verità chiedono fedeltà, non alla Patria, ma al loro sistema di dominio.

Essere patrioti oggigiorno implica una lotta senza esclusione di colpi contro le classi dirigenti collaborazioniste che cospirano coi veri nemici del popolo italiano: le oligarchie multinazionali.

Non ci può essere patriottismo in un paese dove la sovranità non appartiene al popolo ma ad una minoranza di plutocrati per cui il popolo è solo un vacca da mungere. Non ci può essere patriottismo accanto all’atlantismo.

 

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