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Scontro tra la Commissione europea e gli Stati membri dell’Europa sulla libertà di spostamento e sulla vaccinazione per i viaggiatori.
Negli ultimi mesi i singoli Stati europei hanno improntato politiche molto restrittive sugli spostamenti dei cittadini comunitari all’interno dell’area europea, paventando anche l’obbligo di vaccinazione per poter viaggiare. Tra i paesi più severi la Germania, il Belgio, l’Ungheria, la Finlandia, la Danimarca e la Svezia.
Adesso arriva la stoccata della Commissione europea, la quale sottolinea che i paesi europei sono andati troppo oltre sulla questione sulle limitazioni della libertà di circolazione. Il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, è chiaro: “Possono scoraggiare i viaggi ma non vietarli. Chiediamo di tornare ad un’applicazione corretta delle raccomandazioni adottate dal Consiglio Ue. Abbiamo inviato una lettera a sei Stati membri sul divieto di ingresso e uscita dal Paese, perché si sono spinti troppo oltre”.
Riguardo alla vaccinazione “vogliamo avere un approccio digitale europeo per uso medico. Nei prossimi mesi poi vedremo se ci sarà la possibilità di usarlo per altri scopi, come i viaggi. Ma la vaccinazione non può diventare un obbligo per viaggiare“, ha spiegato Reynders.
La questione del passaporto vaccinale solleva non pochi quesiti di natura etica. Uno studio realizzato dalla professoressa Ana Beduschi, docente di legge all’Università dell’Essex in Gran Bretagna, ne mette in evidenza i rischi di violazione della privacy e dei diritti umani.
“I governi dovrebbero tenere conto non solo dei potenziali rischi per la discrezionalità dei dati, ma anche le situazioni in cui lo sviluppo del passaporto digitale comporti un rischio elevato per i diritti e le libertà degli individui” – spiega la professoressa Beduschi.
Le restrizioni sui movimenti e l’obbligo vaccinale potrebbero portare ad un’ulteriore crisi del settore turistico, già in precarie condizioni. Secondo la Commissione europea sui viaggi in Europa nel 2020 c’è stato un calo del turismo stimabile tra il 50 e l’85%.
Il passaporto vaccinale quindi potrebbe diventare l’ennesimo tassello di una catena che di fatto limita la libertà dei cittadini europei ormai da tempo.
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